elgatoloco
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mercoledì 28 ottobre 2015
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"halloween"tra sorpresa e gioco intelligente
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Caratteristica forte di questo"Halloween. The Beginning"prequel o quasi del grande film di Carpenter, poi seguito da tanti"sequel", in cui si immagina, psicosociologicamente, un Michael "angariato"dalle difficili condizioni familiari, è l'iperbole, l'eccesso, senza neanche un"climax"che conduca all'orrore, allo scempio:è"gore"puro, quello che si vede, effetto "à la tronçonneuse", esibito, servito con notevole durezza, sempre giocando su un'intelligente prevedibilità o invece su effetti- sorpresa, dove la"suspense"risulta dalla dialettica tra questi due opposti. Notevole la cura nei dettagli, dove il film acquista una sua forza intrinseca, diretta, di coinvolgimento, anche quando, appunto, prevediamo(o meglio crediamo di prevedere)tutto.
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Caratteristica forte di questo"Halloween. The Beginning"prequel o quasi del grande film di Carpenter, poi seguito da tanti"sequel", in cui si immagina, psicosociologicamente, un Michael "angariato"dalle difficili condizioni familiari, è l'iperbole, l'eccesso, senza neanche un"climax"che conduca all'orrore, allo scempio:è"gore"puro, quello che si vede, effetto "à la tronçonneuse", esibito, servito con notevole durezza, sempre giocando su un'intelligente prevedibilità o invece su effetti- sorpresa, dove la"suspense"risulta dalla dialettica tra questi due opposti. Notevole la cura nei dettagli, dove il film acquista una sua forza intrinseca, diretta, di coinvolgimento, anche quando, appunto, prevediamo(o meglio crediamo di prevedere)tutto... Intelligente anche la scelta di aver tenuto come"soung-track"di fondo il leitmotiv di Carpenter, dove tale scelta ha valore evocativo forte per chi conosce il "prototipo"ma anche per chi, per qualche motivo, non l'abbia mai visto, per la forza di un motivo assolutamente pregnante... Film giocato con intelligenza, comunque, senza che l'unità narrativa venga mai compromessa da"escapismi"di qualche sorta...Efficace, tra gli interpreti, tutti"in parte", la presenza di Mc Dowell come psichiatra non alieno da pratiche coattive, ove quando, certo secondo lui, ciò si renda necessario... El Gato
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dandy
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venerdì 5 febbraio 2016
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purtroppo non funziona del tutto...
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Rob Zombie gira col plauso di John Carpenter(che però si è rifiutato di concedere un cammeo)il rifacimento del suo omonimo film rivoluzionario del '78.A differenza dei soliti remake o reboot cerca di percorrere strade differenti,e in perte ci riesce.Se nella prima parte l'idea di mostrare cosa spinge il giovanissimo Michael a diventare un mostro funziona(insomma un prequel del primo "Halloween"),la seconda ricalca senza alcuna sopresa quello che succedeva nel film di Carpenter.E la resa dei conti non finisce mai.Gran parte del cast di contorno(con molte vecchie glorie del cinema horror dei bai tempi andati)non è sfruttato a dovere.Davvero un peccato,perchè il regista(anche sceneggiatore) ha un'indiscutibile capacità nel creare atmosfere malate e mettere in scena lo splatter evitando la spettacolarizzazione gratuita.
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Rob Zombie gira col plauso di John Carpenter(che però si è rifiutato di concedere un cammeo)il rifacimento del suo omonimo film rivoluzionario del '78.A differenza dei soliti remake o reboot cerca di percorrere strade differenti,e in perte ci riesce.Se nella prima parte l'idea di mostrare cosa spinge il giovanissimo Michael a diventare un mostro funziona(insomma un prequel del primo "Halloween"),la seconda ricalca senza alcuna sopresa quello che succedeva nel film di Carpenter.E la resa dei conti non finisce mai.Gran parte del cast di contorno(con molte vecchie glorie del cinema horror dei bai tempi andati)non è sfruttato a dovere.Davvero un peccato,perchè il regista(anche sceneggiatore) ha un'indiscutibile capacità nel creare atmosfere malate e mettere in scena lo splatter evitando la spettacolarizzazione gratuita.Buon successo negli USA,non del tutto immeritato.Di certo è 10 volte migliore dei remake di "Venerdì 13" e " "Nightmare".Il director's cut,per ora disponibile solo in America,dura 121'.
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figliounico
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mercoledì 24 aprile 2024
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da vedere per il cast
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Prequel dell'omonimo capostipite di Carpenter e quint'ultimo della serie degli Halloween, il meno slasher di tutti, ma in compenso, almeno all’inizio, pieno zeppo di volgarità. I dialoghi infarciti dal turpiloquio gratuito del resto fanno parte dello stile di Rob Zombie, il regista rockettaro dell’heavy metal che a tutti i costi vuole apparire più cattivo di quello che è e si capisce anche dallo pseudonimo che si è scelto. La pellicola, altrimenti archiviabile tra i B-movie di genere horror senza pretese, è resa invece interessante e piacevole dal cast formato da ottimi professionisti, tre dei quali con un passato più che notevole alle spalle, Malcolm McDowell di Arancia meccanica, William Forsythe di C’era una volta in America e Brad Dourif di Qualcuno volò sul nido del cuculo, attori di belle speranze, da giovani, premiati dalla critica del tempo e purtroppo ridotti nel prosieguo di carriera a fare i caratteristi di lusso in film di puro intrattenimento come questo Halloween del, più che malvagio, coprolalico Zombie.
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sky73
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lunedì 16 febbraio 2009
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...ma voi...che film horror guardate?...
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Nel titolo c'è la parola "beginning"....quindi si parla di un antefatto...Chi non vuole sapere particolari sulla trama di Halloween o sul protagonista non continui a leggere, ma devo fare delle precisazioni. Micheal Myers è uno psicopatico killer che compare il giorno di halloween per uccidere chiunque si trovi sua strada come ha fatto con la sua stessa famiglia (madre e sorellina escluse).
Caratteristiche: un coltello da cucina, una maschera bianca con un viso assolutamente inespressivo, e l'assoluto silenzio (Michael non parla da più di 15 anni). Orbene, fin qui potrebbe essere considerato un pazzo come tanti ma il fatto è che Micheal è l'incarnazione dell'idea di "male" e come tale NON muore mai.
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Nel titolo c'è la parola "beginning"....quindi si parla di un antefatto...Chi non vuole sapere particolari sulla trama di Halloween o sul protagonista non continui a leggere, ma devo fare delle precisazioni. Micheal Myers è uno psicopatico killer che compare il giorno di halloween per uccidere chiunque si trovi sua strada come ha fatto con la sua stessa famiglia (madre e sorellina escluse).
Caratteristiche: un coltello da cucina, una maschera bianca con un viso assolutamente inespressivo, e l'assoluto silenzio (Michael non parla da più di 15 anni). Orbene, fin qui potrebbe essere considerato un pazzo come tanti ma il fatto è che Micheal è l'incarnazione dell'idea di "male" e come tale NON muore mai. Inarrestabile e insaziabile torna e ritorna sempre....è questo la componente "horror" della serie di halloween: l'uccisore immortale che viene a mietere vittime solo per il piacere di uccidere.....QUESTA è la bellezza della serie....L'assassino arriva, la vittima muore, tutti cercano di fermarlo......ma lui......ritornerà......Perfetto nella sua semplicità: una trama che funzionerà sempre.
....uffff...ok, ora veniamo al film in questione: mi è piaciuto su alcuni aspetti.....ma mi ha lasciato l'amaro in bocca. La storia di Mayers è stata immaginata da tutti i fans della serie e faceva parte "del" bello della trama, questo Michael da bambino è fin troppo "angelico" per come l'avevo immaginato (ma questa è una mia idea: credo che sia stata una scelta voluta).....altra cosa, una "forza" del personaggio era il fatto che, nonostante la sua corporatura normale, riuscisse a sopraffare tutti.....qui è un gigante, di sicuro effetto come "mostro" ma per me eccessivo. Ultimo: per me Michael non ha mai parlato neanche da bambino...un uccisore silente...da sempre....(altra MIA idea).
Concludendo: la mia recensione forse non è totalmente obbiettiva, e il film in questione non è poi cosi male....ma Micheal Mayers è un mito come Freddy o Jason o leatherface e questo film me lo "smonta" un pochino troppo......
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aterg88
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giovedì 10 gennaio 2008
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bella scommessa riuscita a metà
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Non ricordi più l'halloween di Carpenter, l'ho visto troppo tempo fa....ho in mente solo halloween 20 anni dopo, che comunque non regge il cnfronto con il primo...ma metto da parte i paragoni ed esprimo un mio giudizio sul film: ho trovato la parte iniziale sebbene più innovativa per certi aspetti più noiosa dal momento che il bambino ammazza senza un vero e proprio motivo, solo per pazzia.non dico che ciò non va bene in un film horror è più che normale che il protagonista sia così ma il fatto che da essere umano inspiegabilmente si trasforma in mostro rende delusi sia chi preferiva approfondire il suo personaggio (dal momento che non lo vedremo più parlare) che chi preferiva che rimanesse un alone di mistero su di lui.
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Non ricordi più l'halloween di Carpenter, l'ho visto troppo tempo fa....ho in mente solo halloween 20 anni dopo, che comunque non regge il cnfronto con il primo...ma metto da parte i paragoni ed esprimo un mio giudizio sul film: ho trovato la parte iniziale sebbene più innovativa per certi aspetti più noiosa dal momento che il bambino ammazza senza un vero e proprio motivo, solo per pazzia.non dico che ciò non va bene in un film horror è più che normale che il protagonista sia così ma il fatto che da essere umano inspiegabilmente si trasforma in mostro rende delusi sia chi preferiva approfondire il suo personaggio (dal momento che non lo vedremo più parlare) che chi preferiva che rimanesse un alone di mistero su di lui.
in ogni caso, a differenza di molti, io ho trovato la seconda parte più intrigante della prima;solo nella seconda raggiunge, infatti, un ritmo narrativo in grado di mettere in risalto le musiche molto belle e incalzanti e di, se non proprio mettere paura, almeno creare un pò d'atmosfera.
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[+] no
(di inspiegabile)
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(di anonimo897826)
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(di diego)
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alemar 70
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domenica 25 maggio 2008
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bruttissimo remake
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Quella dei remake dei film dell'orrore anni 70 si sa che è un'operazione commerciale e niente più. Il più delle volte questi rifacimenti fanno veramente cagare (pensate ad esempio ai remake di "Fog" (1980) o di "Black Christmas" (1974)), altre volte invece riescono decisamente meglio (come quelli di "Amityville Horror" (1979) o di "Non aprite quella porta" (1974)). Ebbene questo Halloween di Rob Zombie (che cazzo di nome d'arte!), rifacimento dell'omonimo capolavoro di John Carpenter, appartiene alla categoria dei remake non riusciti, di cui cioè si poteva tranquillamente fare a meno. Il tentativo di dare spessore al personaggio di Michael Myers si riduce solo ad un lungo e noioso prologo relativo alla sua infanzia.
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Quella dei remake dei film dell'orrore anni 70 si sa che è un'operazione commerciale e niente più. Il più delle volte questi rifacimenti fanno veramente cagare (pensate ad esempio ai remake di "Fog" (1980) o di "Black Christmas" (1974)), altre volte invece riescono decisamente meglio (come quelli di "Amityville Horror" (1979) o di "Non aprite quella porta" (1974)). Ebbene questo Halloween di Rob Zombie (che cazzo di nome d'arte!), rifacimento dell'omonimo capolavoro di John Carpenter, appartiene alla categoria dei remake non riusciti, di cui cioè si poteva tranquillamente fare a meno. Il tentativo di dare spessore al personaggio di Michael Myers si riduce solo ad un lungo e noioso prologo relativo alla sua infanzia. La parte centrale del film è quella che è più fedele all'originale di Carpenter ma manca totalmente di quell'atmosfera angosciante che c'era nel film originale. Il finale poi è meglio lasciarlo perdere: un vero schifo. Che dire del cast? Malcolm McDowell, seppur molto bravo, non regge il confronto col mitico dottor Loomis interpretato da Donald Pleasence. Sheri Moon invece è veramente scarsa è fa rimpiangere la bravissima Jamie Lee Curtis che interpretava il suo stesso ruolo. In definitiva un film assolutamente insufficiente.
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