luca scialo
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venerdì 5 giugno 2020
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tra amelie e jim carrey
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Dopo il discreto successo riscontrato con Se mi lasci ti cancello, storia molto originale sull'oblio dei sentimenti, Michel Gondry prova a bissare con una pellicola sempre incentrata su quel magico labirinto, ancora non del tutto esplorato dalla scienza, che è la mente umana. Il tema questa volta non è l'oblio, ma il sogno. Di fatti, rispetto alla precedente pellicola, i colori e lo stile sono più fiabeschi, ludici. Che prendono il posto di quello più cupo e melancolico. Un inno alla voglia di restare sempre bambini, risposta più fantasiosa all'inevitabile incedere nel tempo. Affrontato in modo rassegnato nell'altro film. Stephane, dopo la separazione dei genitori quando era ancora bambino, aveva deciso di lasciare Parigi per seguire il padre in Messico.
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Dopo il discreto successo riscontrato con Se mi lasci ti cancello, storia molto originale sull'oblio dei sentimenti, Michel Gondry prova a bissare con una pellicola sempre incentrata su quel magico labirinto, ancora non del tutto esplorato dalla scienza, che è la mente umana. Il tema questa volta non è l'oblio, ma il sogno. Di fatti, rispetto alla precedente pellicola, i colori e lo stile sono più fiabeschi, ludici. Che prendono il posto di quello più cupo e melancolico. Un inno alla voglia di restare sempre bambini, risposta più fantasiosa all'inevitabile incedere nel tempo. Affrontato in modo rassegnato nell'altro film. Stephane, dopo la separazione dei genitori quando era ancora bambino, aveva deciso di lasciare Parigi per seguire il padre in Messico. Ma con la sua morte, ritorna dalla madre a Parigi, la quale gli trova subito un impiego. Presentato astutamente in modo troppo enfatico, ma nella realtà si tratta di fare il creativo di una agenzia che crea calendari. Per fuggire alla monotonia della vita quotidiana, Stephane (Gael García Bernal) si perde in un suo mondo fatto di sogni e fantasia. E allo stesso modo affronta anche i respingimenti della sua vicina di casa, Stephanie (Charlotte Gainsbourg). Anch'ella molto fantasiosa e creativa, della quale è perdutamente innamorato. Il film si pone a metà tra Il fantastico mondo di Amelie, uscito nel 2001, e Se mi lasci ti cancello. Del primo ha ereditato il rifuggire dalla realtà in un modo parallelo immaginato da noi. Del secondo eredita il tema dell'amore non corrisposto, affrontato però in modo fantasioso.
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davidestanzione
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venerdì 9 luglio 2010
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e la nave gondriana va, straniante e accattivante
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A seguito del suo ingombrante, deliberatamente struggente e subitaneo capolavoro "Eternal Sunshine of the Spotless Mind" (mi rifiuto di citare il titolo italiano..), Gondry satura la propria estetica onirico-visionaria, sublima, reinventa, legittimizza i suoi stessi... stereotipi di narrazione e di ricerca visiva (il film con Jim Carrey e Kate Winslet era sperimentalein modo diverso, più al servizio di un plot romandecadente, e il tocco di Gondry risultava meno straniante ma più avviluppante in termini di commozione), confeziona un film solo lievemente sfumato di un umorismo peraltro congelato&caustico (Gondry avrà poi modo di sguinzagliare la sua vena surrealdivertissement in "Be Kind Rewind") ma, paradossalmente, realizza anche il suo manifesto poetico più autobiograficamente (perché no?) esemplificativo, un racconto di formazione malcelatamente fiabesco dalla plurale, fantasiosa e poliespressiva creatività:lo Stephane di Gael Garcìa Bernal illustra in un fantomatico dreamstudio la ideale protoricetta dei sogni, si abbondona a flashback (schizzati di oleoso rosso sangue sullo schermo) in cui rivisita un concerto di Duke Ellington "vissuto" insieme al padre, dorme nel letto della sua infanzia, ripercorre con la memoria il ricorrente incubo adolescenziale delle mani "grosse come delle case" onnipresente nei suoi rapid eye movement, si imbatte in un rasoio iperallucinato che incrementa anziché ridurre la peluria facciale del suo capo (emblema di un universo gondriano "radicalsovvertito"), volteggia nei cieli plumbei di una città cartonata e "animata" in senso classico (leggasi stopmotion), appende quadri al volo, "simula" la gestualità dello scoparsi la segretaria, discute con le vicine di monoculari e stereoscopici inventori di 3D (similprofano l'accostamento beethoveniano) e (non ultimo) finisce con l'innamorarsi della sua sua vicina di casa (Charlotte Gainsbourg), disgraziatamente non ricambiato.
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A seguito del suo ingombrante, deliberatamente struggente e subitaneo capolavoro "Eternal Sunshine of the Spotless Mind" (mi rifiuto di citare il titolo italiano..), Gondry satura la propria estetica onirico-visionaria, sublima, reinventa, legittimizza i suoi stessi... stereotipi di narrazione e di ricerca visiva (il film con Jim Carrey e Kate Winslet era sperimentalein modo diverso, più al servizio di un plot romandecadente, e il tocco di Gondry risultava meno straniante ma più avviluppante in termini di commozione), confeziona un film solo lievemente sfumato di un umorismo peraltro congelato&caustico (Gondry avrà poi modo di sguinzagliare la sua vena surrealdivertissement in "Be Kind Rewind") ma, paradossalmente, realizza anche il suo manifesto poetico più autobiograficamente (perché no?) esemplificativo, un racconto di formazione malcelatamente fiabesco dalla plurale, fantasiosa e poliespressiva creatività:lo Stephane di Gael Garcìa Bernal illustra in un fantomatico dreamstudio la ideale protoricetta dei sogni, si abbondona a flashback (schizzati di oleoso rosso sangue sullo schermo) in cui rivisita un concerto di Duke Ellington "vissuto" insieme al padre, dorme nel letto della sua infanzia, ripercorre con la memoria il ricorrente incubo adolescenziale delle mani "grosse come delle case" onnipresente nei suoi rapid eye movement, si imbatte in un rasoio iperallucinato che incrementa anziché ridurre la peluria facciale del suo capo (emblema di un universo gondriano "radicalsovvertito"), volteggia nei cieli plumbei di una città cartonata e "animata" in senso classico (leggasi stopmotion), appende quadri al volo, "simula" la gestualità dello scoparsi la segretaria, discute con le vicine di monoculari e stereoscopici inventori di 3D (similprofano l'accostamento beethoveniano) e (non ultimo) finisce con l'innamorarsi della sua sua vicina di casa (Charlotte Gainsbourg), disgraziatamente non ricambiato. L'apparenza era ben diversa, il loro rapporto sembrava molto la classica, linfatica storia d'amore avviluppante tra creativi, ma Gondry si diverte (?..o si tratta della sua stessa visione ontologica del "vivibile"??) a mescolare realtà e irrealtà, fisica ludico-creativa (acquifera) e metafisica in cellophane. Romanticismo caustico e impalpabile, che si rifugia nella surrealtà, che sbrindella i consequenziali effetti di un bidonameto rifuggendo la sofferenza, annenongandone il pallido surrogato in una beatizzazione onirica proiettata verso la reinvenzione del reale. Fuga dalla vita, fuga dalla realtà. E, alla fine, la nave gondriana va, straniante e accattivante.
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darkangel - 34anni
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venerdì 28 novembre 2008
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bocciato
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Ho retto 50 minuti. Sara' un film artistico, ma per me era inguardabile...
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filippaccio
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giovedì 9 ottobre 2008
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la fantasia al potere!
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La fantasia al potere! chi si e’ specchiato almeno una volta in questo slogan anarchico, rimarra’ estasiato dal film! se dovessi dare un voto alla prima mezz’ora probabilmente il voto giusto sarebbe dodici! il film e’ per tutti quelli che vivono tra la terra ferma e le nuvole , imbarazzati dai propri sogni che invece rivelano poesia, in un contesto in cui si sente forte il peso del concreto! morte al concreto! dedicato ai pesci fuor d’acqua e agli indiani a cui non piace stare in una riserva, incompatibili! disseminate qua e la troverete delle chicche: la macchina del tempo, il calendario, il cavallo di pezza e creazioni di ogni sorta che escono come regali da una scatola colorata .il finale e’ brusco ma compatibile con il sogno…dal quale ci vuole un po’ per risvegliarsi!
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mario ausoni
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domenica 24 febbraio 2008
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surreale, imprevedibile, come la vita...
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se avete voglia di rimadiare alla vostra aurea mediocritas, librarvi sulle rotte di un film da bere tutto d'un fiato, ecco per voi l'arte del sogno: caleidoscopio dell'incoscio, dello straordinario universo dei sogni. un film che avanza come in un dormiveglia, quando nella fase rem le immagini prendono corpo dietro i nostri occhi e diventano vita. è il film dell'amore impossibile, se non nei sogni, della comunicazione tra uomo donna sempre filtrata dalle riserve e preconcetti di entrambi. un baluginare di scene sovrapposte, incastrate, l'equilibrio del film vacilla sotto le sferzate di una fantasia sconfinata...
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holderlin
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sabato 26 gennaio 2008
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un bellissimo film!
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Un film davvero innovativo e capace di far sognare. Da vedere assolutamente per coloro che credono ancora al cinema come forma d'arte e non solo di puro intrattenimento.
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albatros
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sabato 26 gennaio 2008
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quando il bricolage diventa forma d'arte
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quando la realtà si perde nel sogno facendone un buon film che si segue dall'inizio alla fine con lo stesso stupore e la meraviglia di un bambino davanti alla vetrina di una pasticceria bravissimi gli interpreti e le trovate di bricolage stupende che dire originale surreale naif stupendo
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(di maryluu)
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secco1974
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mercoledì 14 novembre 2007
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gondry è un visionario fantastico
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un film coinvolgente e romantico in cui l'immaginazione fondendosi con la realtà crea una atmosfera idilliaca
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kanga
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martedì 30 ottobre 2007
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:-)
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Molto carino ed originale...
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vjola
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mercoledì 17 ottobre 2007
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un delicato fruscìo di emozioni.
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La carta colorata delle carammelle con cui i protagonisti creano dimensioni intangibili delle cose più comuni,avvolge questo film ,dall'inizio alla fine,di una delicatezza inimmaginabile eppure vividissima quando si proietta nella mente dello spettatore.Il regista sembra sollevarci,lasciandoci lievitare dolcemente in una sensazione di irreltà.Non si può smettere di ondeggiare in un mare di deliziosa follia.L' arte del sogno funziona incredibilmente sull'ignara cavia/spettatore che alla fine della pellicola ha sognato davvero o perlomeno sente gli effetti onirici impressi nella mente.Godetevi questo film che sembra uno di quei cioccolatini finissimi dal ripieno elaborato ma genuino il cui sapore permane nelle papille anche molte ore dopo averli gustati!
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