andrea
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lunedì 27 febbraio 2012
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trama sufficiente ma regia da 0
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Non è di certo un brutto film, ma la staticità delle riprese lo rende in certi punti snervante. E' naturale che non ci si aspetti un tipico dinamismo degli action-movie, ma qui la trama non molto dinamica viene anche peggiorata dalla regia lenta, lentissima e monotona.
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angelo umana
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giovedì 23 febbraio 2012
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non separarsi per mancanza di motivi scatenanti
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Una donna e un uomo stanno di fronte al binario del treno, lei dovrebbe partire, sono in via di separazione, dopo lunghissimi minuti i due corpi tendono l’uno all’altro e si abbracciano mentre il treno se ne va. Questo è l’”avvenimento” finale del film, la rivelazione. Lungo tutto il film di Nobuhiro Suwa, lentissimo, le riprese a camera fissa assistono a quelle che sembrano le fasi finali ma “civili”, di una coppia, dopo 15 anni insieme. I rimpianti vengono esternati soprattutto dalla donna, Valeria Bruni-Tedeschi, che si dice libera “ma non so cosa significhi … non libera, sola, da anni sono sola”, e sembra uno stato comune a tante coppie apparentemente collaudate.
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Una donna e un uomo stanno di fronte al binario del treno, lei dovrebbe partire, sono in via di separazione, dopo lunghissimi minuti i due corpi tendono l’uno all’altro e si abbracciano mentre il treno se ne va. Questo è l’”avvenimento” finale del film, la rivelazione. Lungo tutto il film di Nobuhiro Suwa, lentissimo, le riprese a camera fissa assistono a quelle che sembrano le fasi finali ma “civili”, di una coppia, dopo 15 anni insieme. I rimpianti vengono esternati soprattutto dalla donna, Valeria Bruni-Tedeschi, che si dice libera “ma non so cosa significhi … non libera, sola, da anni sono sola”, e sembra uno stato comune a tante coppie apparentemente collaudate. E’ il tempo dei rimproveri e delle accuse, sempre di lei che nel rapporto si è sentita sola: “è falso ciò che fai … sei borghese e superficiale”, di lui invece (Bruno Todeschini) sentiamo soprattutto i silenzi, il non saper reagire, ma le cose vanno così, finiscono. C’è anche l’accenno a qualche storia collaterale che potrebbe nascere, per lei e per lui, con qualcun altro.
Nei minuti che si sono fronteggiati al binario del treno devono essere passati loro davanti tutti i 15 anni, devono aver pensato che i motivi per separarsi non erano poi così scatenanti o non lo fanno anche per scarsità di prospettive diverse. Per associazione di idee torna alla mente la scena finale di “Una separazione”, pure lì i due si fronteggiano ma senza guardarsi, e le parole di due canzoni, “esser civili come pesa” (Battisti) perché la separazione è annunciata agli amici quasi senza darvi troppo peso ed accolta senza troppi drammi e “tu o un’altra è lo stesso,soli si muore, senza parole”, ma un rapporto lento sembra continuare per inerzia. Tenere le lacrime piene di contegno di Valeria, come dei lucciconi, che non vorrebbero uscire ma le rigano il volto. Film lungo, lento e la rivelazione finale non lo giustifica poi molto.
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(di giulio)
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