dusk
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sabato 7 gennaio 2006
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bello
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Un passo avanti rispetto ad Oldboy, che ho trovato decisamente troppo Tarantiniano (al punto tale che lo stesso Quentin ha dichiarato che si trattava del film "che ha sempre sognato di girare"). Park Chan-Wook riprende gli stilemi di "Sympathy for Mr Vengeance" e li rimescola, attingendo a livello scenografico dai grandi maestri del thriller (da Hitchcock, a De Palma), riuscendo a creare una formula nuova. Avvincente, mozzafiato, quasi disturbante.
Una pecca? Forse un po' troppo prolisso, ed eccessivamente farcito di eventi secondari accennati che sminuiscono il pathos del nucleo filmico centrale.
Ottima colonna sonora, e strepitosa l'attrice protagonista, nei panni di un personaggio a dir poco ambiguo, il cui fascino diafano mi ha ricordato un'altra grande Lady del cinema orientale: la "Snowblood" interpretata 30 anni fa da Mejko Kaji.
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giovedì 12 gennaio 2006
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rosso werner
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Prestigiosa riflessione sulla violenza,dove l'autore non riesce a farsi trascinare da quella FACILITA' che tanto caratterizza il cinema occidentale.
Il "professore" è sì un mostro,ma il regista riesce a trasformarlo in una vittima indifesa di una mattanza dove il personaggio dall'aspetto ed i modi più innoqui infligge un impietoso colpo di grazia.Quanta terribilità nascosta nell'apparente banalità del quotidiano,e che serpeggia nei luoghi più inaspettati!!!
La violenza più accecante sembra essere chiusa in questa gabbia a cui si aggiunge una sbarra ogni giorno.Le convenzioni imbolsiscono l'emozione,ma la malattia sembra coltivata in ogni persona.Piccole perversioni che esplodono,che ingigantiscono nel loro infinito causare altri avvenimenti.
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Prestigiosa riflessione sulla violenza,dove l'autore non riesce a farsi trascinare da quella FACILITA' che tanto caratterizza il cinema occidentale.
Il "professore" è sì un mostro,ma il regista riesce a trasformarlo in una vittima indifesa di una mattanza dove il personaggio dall'aspetto ed i modi più innoqui infligge un impietoso colpo di grazia.Quanta terribilità nascosta nell'apparente banalità del quotidiano,e che serpeggia nei luoghi più inaspettati!!!
La violenza più accecante sembra essere chiusa in questa gabbia a cui si aggiunge una sbarra ogni giorno.Le convenzioni imbolsiscono l'emozione,ma la malattia sembra coltivata in ogni persona.Piccole perversioni che esplodono,che ingigantiscono nel loro infinito causare altri avvenimenti.E l'incontrollabilità di questi,ormai esuli dall'arbitrio!Che catarsi,che senso d'inquietudine causano i film di questo regista unico e già grande.
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des_demona
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martedì 23 febbraio 2010
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l'odissea della vendetta
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E' l'odissea di Geum-Ja, giovane donna ingiustamente condannata a tredici anni di detenzione per un crimine commesso da un altro. Una volta uscita di prigione compirà la sua vendetta, ai limiti del sadismo e della crudeltà. Tuttavia, ciò che non otterrà sarà proprio il vero riscatto a tutte le sue pene: l’espiazione.
“La vendetta è un piatto che si consuma freddo”: su questo principio si basa Chan-wook Park per concludere - degnamente, è da dirsi - la sua trilogia sulla revenche. Una danza macabra di torture, spappolamenti, amputazioni, fiumi di sangue rosso: lo stesso colore dello strano ombretto di Geum-Ja, che pulsa sullo schermo fino all’ultimo istante, al drammatico girotondo finale.
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E' l'odissea di Geum-Ja, giovane donna ingiustamente condannata a tredici anni di detenzione per un crimine commesso da un altro. Una volta uscita di prigione compirà la sua vendetta, ai limiti del sadismo e della crudeltà. Tuttavia, ciò che non otterrà sarà proprio il vero riscatto a tutte le sue pene: l’espiazione.
“La vendetta è un piatto che si consuma freddo”: su questo principio si basa Chan-wook Park per concludere - degnamente, è da dirsi - la sua trilogia sulla revenche. Una danza macabra di torture, spappolamenti, amputazioni, fiumi di sangue rosso: lo stesso colore dello strano ombretto di Geum-Ja, che pulsa sullo schermo fino all’ultimo istante, al drammatico girotondo finale. Quando al rosso subentra il bianco, la neve pura che lava via ogni traccia di violenza ed efferatezza, simbolo di candore che la protagonista non ha mai neanche sfiorato e nella quale decide di annullarsi, in un disperato tentativo di salvezza. E’ così che Chan-wook Park scandaglia i più reconditi angoli dell’immoralità, mettendo lo spettatore a tu per tu con sé stesso, turbandolo a tal punto da spingerlo a simpatizzare con l’inquietante eroina: una simpatia - come fedelmente recita il titolo o riginale del film - che, in linea diretta con l’etimo del termine, diventa sinonimo di ‘compassione’. E di una tacita e sconvolgente comprensione, accompagnata dal suono, unico ed imponente, della musica di Verdi.
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enoc
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mercoledì 18 gennaio 2006
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il cerchio rosso
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Per la prima volta Park Chan-wook gioca in sottrazione e non in accumulo realizzando semplicemente, e di gran lunga, il miglior film della trilogia: un distillato quintessenziale dei capitoli precedenti ottenuto con stile algido e ferocemente trattenuto. Un film di accerchiante inesorabilità.
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tiamaster
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venerdì 24 agosto 2012
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grande finale di una trilogia straordinaria.
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Chan-Wook Park ha girato,nei primi anni del 2000,una trilogia che secondo me potrebbe benissimo essere citata come una delle migliori saghe della storia del cinema,insieme a "il padrino","guerre stellari" e "il signore degli anelli",una saga che ha trovato il suo culmine con "Oldboy",film entrato nella top 10 dei miei film preferiti.Lady vendetta è un film incisivo fin dai titoli di coda,violento e crudissimo,ma in molti punti (proprio come Oldboy) anche commovente.Le interpretazioni sono a dir poco magistrali e potenti.Ma la parte migliore è il finale:se siete deboli di cuore non guardatelo,perchè è di una violenza (e di una genialità) estrema.
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Chan-Wook Park ha girato,nei primi anni del 2000,una trilogia che secondo me potrebbe benissimo essere citata come una delle migliori saghe della storia del cinema,insieme a "il padrino","guerre stellari" e "il signore degli anelli",una saga che ha trovato il suo culmine con "Oldboy",film entrato nella top 10 dei miei film preferiti.Lady vendetta è un film incisivo fin dai titoli di coda,violento e crudissimo,ma in molti punti (proprio come Oldboy) anche commovente.Le interpretazioni sono a dir poco magistrali e potenti.Ma la parte migliore è il finale:se siete deboli di cuore non guardatelo,perchè è di una violenza (e di una genialità) estrema.Un'opera d'arte,che conclude una trilogia monumentale.Eccezionale.
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doghy88
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giovedì 11 settembre 2014
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la chiusura perfetta di una trilogia pazzesca!
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Park Chan-Wook nel suo ultimo film della "trilogia della vendetta si distacca un pò dall etichetta "thriller". Qui troviamo la vendetta dal punto di vista femminile, con meno sangue e con una rabbia più dolce e raffinata rispetto a gli altri 2 precedenti film. Meno colpi di scena ma qui siamo di fronte a un film visionario ed esteticamente stupendo...I titoli di testa sono poesia pura! L'altra grande differenza è la violenza, presente anche in Lady Vendetta, ma solo come ombra oscura che tenta di emergere continuamente ma che viene sempre nascosta agli occhi del pubblico, che può solo intuirla, e mai vederla. Elegante e forte! Da vedere!
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faber
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domenica 8 gennaio 2006
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lady venduta
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Lady Vendetta non riesce quanto Old boy. Sembra una stanca conlusione della trilogia: se nella prima parte del film la suspance, i continui flashback, il sapore della vendetta che si costruisce pazientemente nel tempo, ti lasciano incollato allo schermo, la seconda parte è piena di trovate gratuite (i filmati dei bimbi prima di morire, i bilgietti con i numeri dei conti bancari...) che sembrano voler stupire e shoccare a tutti i costi.
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