paride86
|
domenica 24 maggio 2009
|
brutto
|
|
|
|
Assolutamente iniquo: una storia banale e prevedibile in salsa pulp.
Non mi è piaciuto neanche il modo di raccontare la storia: la trama è costellata da (inutili) buchi che rendono difficile la visione di un film di per sé già lento e complesso. E tutto questo per dire cosa?
La scena finale sembra innestata da un film western, tanto è diversa nei toni e nella fotografia.
|
|
[+] lascia un commento a paride86 »
[ - ] lascia un commento a paride86 »
|
|
d'accordo? |
|
blindgazzo
|
sabato 16 maggio 2009
|
mammamia che squallore
|
|
|
|
Raramente mi è capitato di vedere film così squallidi e insensati...mi lasciano perplesso le votazioni assurde che gli sono state date...NON GUARDATELO, è una perdita di tempo!
|
|
[+] lascia un commento a blindgazzo »
[ - ] lascia un commento a blindgazzo »
|
|
d'accordo? |
|
mikelangelo
|
lunedì 4 maggio 2009
|
il freddo piatto della vendetta
|
|
|
|
Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance è il primo film della triologia firmata da uno dei più grandi registi contemporanei: Chan Wook Park. E' sicuramente il più violento dei tre, e in un certo senso anche il più sconvolgente. Sconvolgente potrebbe essere per lo spettatore sapere che non c'è un vero protagonista, e che alla fine sono tutti colpevoli. I buoni non esistono, al massimo i cattivi. In fin dei conti lo sono tutti, volontariamente e non. Tutto comincia quando Ryu, giovane sordomuto dai capelli verdi molto stile manga, decide di aiutare finalmente la sorella gravemente malata e in continua dialisi per via di un maledetto rene. Ryu non è un donatore compatibile, allora decide di affidarsi ad una associazione criminale: il suo rene più dieci milioni e avrà in cambio un rene compatibile.
[+]
Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance è il primo film della triologia firmata da uno dei più grandi registi contemporanei: Chan Wook Park. E' sicuramente il più violento dei tre, e in un certo senso anche il più sconvolgente. Sconvolgente potrebbe essere per lo spettatore sapere che non c'è un vero protagonista, e che alla fine sono tutti colpevoli. I buoni non esistono, al massimo i cattivi. In fin dei conti lo sono tutti, volontariamente e non. Tutto comincia quando Ryu, giovane sordomuto dai capelli verdi molto stile manga, decide di aiutare finalmente la sorella gravemente malata e in continua dialisi per via di un maledetto rene. Ryu non è un donatore compatibile, allora decide di affidarsi ad una associazione criminale: il suo rene più dieci milioni e avrà in cambio un rene compatibile. Intanto dall'ospedale arriva la notizia che il rene è arrivato. Adesso però mancano i soldi, spesi tutti per la precedente operazione. Ryu quindi, insieme ad un'amica dalle idee particolarmente rivoluzionarie, decide di rapire la figlia del suo capo, che nel frattempo lo ha licenziato. Il piano fallisce, e questo scatena un'impressionante spirale di violenza. Tutti sono coinvolti, tutti si trasformano in efferati giustizieri, e alla fine, se i conti torneranno in pari, non sarà grazie ad un aiuto divino, ma a quello di alcuni terroristi amici dell'amica di Ryu (in fondo, il mondo è piccolo). Se con Oldboy avevamo una drammaticità a tratti struggente e una violenza che sfiorava il lirismo, con Mr. Vendetta la violenza diventa fredda, neutra nella sua asetticità. Le luci al neon, la quasi assenza di colonna sonora, non fanno che aumentare nello spettatore quel senso di terribile spaesamento che si ha di fronte a quelle opere che colpiscono duro allo stomaco, ripetutamente e con una violenza che da fisica si trasforma in psicologica. Ma attenzione: tantabrutalità non è mai fine a se stessa. Chan Wook Park vorrebbe infatti tracciare un affresco geniale di quel che è oggi la società, accecata dal denaro, incapace di comunicare (straordinaria la scelta di un protagonista sordomuto), vendicativa a tal punto da uccidere un uomo (assolutamente ripugnante) a colpi di mazza da baseball fino a sfondargli il cranio, o più semplicemente con scosse elettriche, finchè la malcapitata non perde il controllo nervoso e comincia ad orinarsi addosso. Nichilismo potrebbe forse essere quindi la parola d'ordine? Premiato al Noir film Festival di Courmayeur. Potrebbe essere in lizza come uno dei film più violenti della storia del cinema.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mikelangelo »
[ - ] lascia un commento a mikelangelo »
|
|
d'accordo? |
|
tirzanboy
|
domenica 19 ottobre 2008
|
a spasso con park chan-wook
|
|
|
|
I percorsi che l'occhio e la mente compiono durante e dopo la proiezione di sympathy for mr. vengeance e old boy sono inversi tra loro. Se infatti ad una prima visione sympathy for mr. vengeance risulta difficile da digerire - per la crudezza delle scene, per gli ambienti angosciosi, per la colonna sonora scarna e disturbante e per la contrapposizione di stili di ripresa molto diversi tra loro-, riguardandolo si riesce a meglio apprezzare la ricchezza espressiva con la quale i codici linguistici sono utilizzati per condurre un discorso articolato seppur semplice. Old boy è invece più vicino al comune gusto estetico: la fotografia e la composizione dell'immagine sono più curate, la colonna sonora è più accattivante e dialoga bene con un montaggio dal ritmo coinvolgente, i toni sono alleggeriti da un sapiente uso dell'ironia in funzione sdrammatizzante.
[+]
I percorsi che l'occhio e la mente compiono durante e dopo la proiezione di sympathy for mr. vengeance e old boy sono inversi tra loro. Se infatti ad una prima visione sympathy for mr. vengeance risulta difficile da digerire - per la crudezza delle scene, per gli ambienti angosciosi, per la colonna sonora scarna e disturbante e per la contrapposizione di stili di ripresa molto diversi tra loro-, riguardandolo si riesce a meglio apprezzare la ricchezza espressiva con la quale i codici linguistici sono utilizzati per condurre un discorso articolato seppur semplice. Old boy è invece più vicino al comune gusto estetico: la fotografia e la composizione dell'immagine sono più curate, la colonna sonora è più accattivante e dialoga bene con un montaggio dal ritmo coinvolgente, i toni sono alleggeriti da un sapiente uso dell'ironia in funzione sdrammatizzante. Tutti questi fattori rendono grandemente godibile un film che però, ad una seconda visione, ci lascia un pò delusi, perché il gioco è ormai scoperto e rimane sulla superficie delle emozioni, senza riuscire a far vibrare in modo deciso le corde dell'anima. Credo che ciò sia dovuto ad un trattamento eccessivamente estetizzante del materiale visivo e sonoro e alla scelta di non utilizzare i dialoghi e i volti degli attori quali veicoli dei moti della psiche dei loro personaggi, come avveniva abilmente in sympathy for mr. vengeance.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tirzanboy »
[ - ] lascia un commento a tirzanboy »
|
|
d'accordo? |
|
tirzanboy
|
domenica 19 ottobre 2008
|
uomo sociale: grado 0
|
|
|
|
Spesso nelle primissime inquadrature di un film vi è racchiuso il senso profondo del film stesso, "sympathy for mr. vengeance" è una di queste opere. Il lungometraggio si apre con un confronto tra un medico e il ragazzo sordomuto. Dal contegno del dottore leggiamo compassione verso l'essere umano che gli sta di fronte e imbarazzo per l'onere di dovergli dare una brutta notizia (il rene per la sorella non si trova e l'ospedale non può ospitarla per carenza di pecunia), mista ad un senso di impotenza. Il medico è emotivamente partecipe delle sventure del ragazzo, ma nulla può fare per aiutarlo, perché sia lui che il giovane sono vittime del medesimo mostro, ovvero la grande metropoli con i suoi meccanismi disumani e disumanizzanti.
[+]
Spesso nelle primissime inquadrature di un film vi è racchiuso il senso profondo del film stesso, "sympathy for mr. vengeance" è una di queste opere. Il lungometraggio si apre con un confronto tra un medico e il ragazzo sordomuto. Dal contegno del dottore leggiamo compassione verso l'essere umano che gli sta di fronte e imbarazzo per l'onere di dovergli dare una brutta notizia (il rene per la sorella non si trova e l'ospedale non può ospitarla per carenza di pecunia), mista ad un senso di impotenza. Il medico è emotivamente partecipe delle sventure del ragazzo, ma nulla può fare per aiutarlo, perché sia lui che il giovane sono vittime del medesimo mostro, ovvero la grande metropoli con i suoi meccanismi disumani e disumanizzanti. La tesi dell'autore è quindi che la strada dello sviluppo della società post-industriale porta in un luogo in cui il calore umano è stato soffocato da processi sovrumani algidi e impersonali. Il ripiegamento dell'uomo su sé stesso gli impedisce di entrare in contatto emotivo e spirituale con il prossimo ed ottunde la capacità di comprendere le ragioni dell'altro. Questa condizione esistenziale, unita ad un forte senso di impotenza nei confronti di una realtà incontrollabile e impossibile da decifrare spinge l'uomo a rinunciare alle strutture sociali per riconquistare uno spazio d'azione in cui il singolo individuo assume al contempo i ruoli di vittima, giudice e carnefice, nel disperato tentativo di difendersi dal mondo esterno, disordinato e crudele, ottenendo però nient'altro che caos e morte. Interessante sarebbe seguire ciascun personaggio lungo il suo percorso di dolore e perdita, ma ciò impiegherebbe troppo tempo. Passo quindi a fare alcuni cenni riguardo i diversi codici su cui si costruisce il film. In esterni la fotografia ci agghiaccia con dei cieli perennemmente sovraesposti. I personaggi vivono le loro esistenze sotto una luce impietosa che rende ancora più algidi dei luoghi assolutamente anonimi e ostili o, peggio ancora, indifferenti alle umane vicende. Dominano i colori dalle tonalità fredde. Gli interni sono abitati invece da colori caldi, ma il loro calore è spento da una luce molto contrastata e desaturata, la tonalità cromatica è intensa ma non brillante. La carica vitale del colore è ingabbiata da una fotografia che le impedisce di espandersi, costringendola ad un'implosione che riflette l'implosione dell'umanità dei personaggi agenti all'interno di codesti luoghi. Impressionante l'uso di riprese di gesti o oggetti fatte con un obiettivo macro e rallentate, il cui effetto è quello di caricare il portato emozionale delle immagini ponendolo in una dimensione fuori dal tempo: ne è un esempio toccante la scena in cui il ragazzo accarezza la mano dell' esanime corpo della fidanzata in ascensore -istanti che durano un'eternità da quanto sono intensi. Le lunghe inquadrature e l'incedere lento della narrazione, che a volte quasi si ferma, non lasciano scampo allo spettatore, il quale si vede costretto a focalizzare la propria attenzione su pochi elementi visivi di vigoroso impatto emotivo. La struttura narrativa è complessa e ricca di anticipazioni e di azioni fratte.
[-]
[+] vendetta
(di rustin)
[ - ] vendetta
|
|
[+] lascia un commento a tirzanboy »
[ - ] lascia un commento a tirzanboy »
|
|
d'accordo? |
|
stefano v.
|
sabato 12 gennaio 2008
|
le vendette
|
|
|
|
Avvincente, commovente con molto sangue. Forse il titolo inganna, nel film non si capisce bene chi si stia vendicando, ma è un concatenarsi di vendette.
|
|
[+] lascia un commento a stefano v. »
[ - ] lascia un commento a stefano v. »
|
|
d'accordo? |
|
michaelpol
|
domenica 4 marzo 2007
|
l'inizio di un mito
|
|
|
|
Temi simili, eppure film agli antipodi. Di OldBoy questa pellicola ha ben poco. In Mr. Vendetta è il silenzio ha farla da padrone. L’intero film è tremendamente ermetico nel raccontare le vicende. Nessuna sequenza spettacolare, nessun virtuosismo di ripresa, dialoghi ridotti all’osso. Ciò che conta realmente è la violenza, sentimento furibondo che accieca la mente e il nostro agire. Il male però non può portare alcun beneficio. E’ un circolo, provochi dolore a qualcuno e le tue stesse azioni ti si ritorceranno contro. Non si può scappare di fronte all’ineluttabilità del destino.
|
|
[+] lascia un commento a michaelpol »
[ - ] lascia un commento a michaelpol »
|
|
d'accordo? |
|
tritacarne
|
domenica 1 ottobre 2006
|
il primo capitolo della trilogia sulla vendetta
|
|
|
|
un film che rispecchia proprio la sofferenza ed il desiderio di vendetta,poteva essere strutturato solamente in questo modo,un capolavoro di una lentezza ossessiva dalle atmosfere fredde e inquietanti,molto diverso da old boy,ti inghiotte e ti soffoca, che dire di più, un film che sicuramente non tutti riusciranno ad apprezzare,park chan wook non poteva fare meglio
|
|
[+] lascia un commento a tritacarne »
[ - ] lascia un commento a tritacarne »
|
|
d'accordo? |
|
teto
|
giovedì 10 agosto 2006
|
solo un preambolo ad old boy
|
|
|
|
Non credo che questo film sia da quattro stelle.
Il ritmo è quello di Old Boy, ma il valore del film è imparagonabile. Pare più un esperimento per approdare al sucessivo capitolo, di valore infinitamente superiore a quello di "Mr Vendetta".
A differenza che in Old Boy troppa violenza non pare trovare alcuna logica, onestamente il finale è quasi inesistente. Non l'ho trovato catartico.
Interessante la fotografia.
Purtroppo i coreani sono tutti uguali tra loro, e qualche volta ho fatto fatica a distinguere dei personaggi.
Resta un buon film, da vedere per gli amanti del cinema di Park Chan-Wook.
|
|
[+] lascia un commento a teto »
[ - ] lascia un commento a teto »
|
|
d'accordo? |
|
justo
|
lunedì 19 giugno 2006
|
assassini innocenti
|
|
|
|
Si tratta del primo capitolo di una trilogia della vendetta, che prosegue con lo splendido Old Boy e termina con Lady Vendetta.Qui si parla,almeno all'inizio,della società coreana e del calvario della popolazione media.Nessuno all'inizio del film è colpevole:ci sembrano,pur diversi tra loro,tutti personaggi positivi.Sarà il caso e l'equivoco a trasformarli in assassini vendicatori.Sta qui il fascino del film di Park,quello di rinunciare allo schema buoni-cattivi e di non salvare nessuno.Dopo la prima ora inizia l'inarrestabile catena di morte che dura fino ai titoli di coda.Se paragonato a Old Boy,il film è più lento e forse meno emozionante,ma comunque lascia il segno.Per questo meriterebbe maggior fama,mentre per ora in Italia è stato visto solo da chi come me ha amato old boy e si è inc
[+]
Si tratta del primo capitolo di una trilogia della vendetta, che prosegue con lo splendido Old Boy e termina con Lady Vendetta.Qui si parla,almeno all'inizio,della società coreana e del calvario della popolazione media.Nessuno all'inizio del film è colpevole:ci sembrano,pur diversi tra loro,tutti personaggi positivi.Sarà il caso e l'equivoco a trasformarli in assassini vendicatori.Sta qui il fascino del film di Park,quello di rinunciare allo schema buoni-cattivi e di non salvare nessuno.Dopo la prima ora inizia l'inarrestabile catena di morte che dura fino ai titoli di coda.Se paragonato a Old Boy,il film è più lento e forse meno emozionante,ma comunque lascia il segno.Per questo meriterebbe maggior fama,mentre per ora in Italia è stato visto solo da chi come me ha amato old boy e si è incuriosito della filmografia di park chan wook
[-]
|
|
[+] lascia un commento a justo »
[ - ] lascia un commento a justo »
|
|
d'accordo? |
|
|