laurence316
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sabato 15 luglio 2017
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horror inusuale che scava nelle psicologie dei...
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...personaggi
Dopo l'exploit di The Ring (e del suo discreto sequel Ring 2), Nakata prosegue, su sceneggiatura di Yoshihiro Nakamura e Ken’ichi Suzuki basata ancora una volta su di un romanzo di Koji Suzuki (l'autore di Ring), la sua poetica di generare suspense ed inquietudine attraverso gli oggetti e le azioni più quotidiane, ambientando il tutto in un contesto terrificante eppure apparentemente ordinario. E, seppur nel quadro di una ghost story alquanto tradizionale e non troppo innovativa nella prima parte, nel suo accumulo di segni e suggestioni, riesce, al momento di tirare le somme, a toccare vertici emotivi non usuali per il genere, ad essere spaventoso senza alcun ricorso ai più bassi espedienti e a scavare nelle psicologie dei personaggi con grande abilità ed intensità.
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...personaggi
Dopo l'exploit di The Ring (e del suo discreto sequel Ring 2), Nakata prosegue, su sceneggiatura di Yoshihiro Nakamura e Ken’ichi Suzuki basata ancora una volta su di un romanzo di Koji Suzuki (l'autore di Ring), la sua poetica di generare suspense ed inquietudine attraverso gli oggetti e le azioni più quotidiane, ambientando il tutto in un contesto terrificante eppure apparentemente ordinario. E, seppur nel quadro di una ghost story alquanto tradizionale e non troppo innovativa nella prima parte, nel suo accumulo di segni e suggestioni, riesce, al momento di tirare le somme, a toccare vertici emotivi non usuali per il genere, ad essere spaventoso senza alcun ricorso ai più bassi espedienti e a scavare nelle psicologie dei personaggi con grande abilità ed intensità. Non solo un esercizio di stile, dunque, seppur di ottimo livello, ma anche un film di grande ricchezza e profondità, non troppo scontato nel suo finale per nulla consolatorio. Il titolo originale significa letteralmente: “Dal fondo di acqua scura”, più semplicemente Dark Water, nel titolo internazionale.Horr
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piero80
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sabato 18 novembre 2017
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capolavoro assoluto
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Questo Dark Water rappresenta l'eccellenza, l'esempio di come ogni film horror andrebbe fatto. Io sono un esperto, guardo film horrors da quando avevo 8 anni, non sono per nulla impressionabile.
Il fantasma in Dark Water è lento, la sua immagine che emerge lentamente fa rabbrividire, il suono accennato e gutturale scatena un orrore derivante dalla psiche, dalla ragione, sono i contenuti ad imprimere sostanza alla paura che si prova.
Prendiamo The Ring, altro horror giapponese: il fantasma esce lentamente dalla TV e fa paura comunque per cio' che la maledizione nel VHS rappresenta. E' un processo mentale, non istintivo. Sono pochissimi gli horrors che fanno paura per i contenuti, come questi due.
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Questo Dark Water rappresenta l'eccellenza, l'esempio di come ogni film horror andrebbe fatto. Io sono un esperto, guardo film horrors da quando avevo 8 anni, non sono per nulla impressionabile.
Il fantasma in Dark Water è lento, la sua immagine che emerge lentamente fa rabbrividire, il suono accennato e gutturale scatena un orrore derivante dalla psiche, dalla ragione, sono i contenuti ad imprimere sostanza alla paura che si prova.
Prendiamo The Ring, altro horror giapponese: il fantasma esce lentamente dalla TV e fa paura comunque per cio' che la maledizione nel VHS rappresenta. E' un processo mentale, non istintivo. Sono pochissimi gli horrors che fanno paura per i contenuti, come questi due.
Il 90% degli horrors americani usano mezzucci da quattro soldi. Non scatenano paura, ma semplicemente spaventi: un fantasma che spunta all'improvviso è uno spavento, funzionerebbe anche se un tuo collega ti saltasse fuori all'improvviso. Il trucchetto dello sbalzo di volume all'improvviso funziona anche se un tuo amico fa BUH! alle spalle, ma si fa leva su un riflesso istintivo. Non è merito della trama, dei contenuti, di cio' che rappresenta. Funziona anche con un TIR che spunta all'improvviso da un incrocio.
Questo film rappresenta un evento rarissimo, riesce nell'impresa di creare un horror genuino, ed è giusto riconoscergliene il merito.
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fluturnenia
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lunedì 8 giugno 2009
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il solito sermone anti remake
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la messa in scena del dramma familiare scialbamente raccontata nel film originale nn regge il confronto con la caratterizzazione al contrario ben orchestrata nel remake. La stessa interpretazione dei protagonisti e delle figure di secondo ,cm l'agente immobiliare con tt i suoi stratagemmi di vendita, sn di gran lunga superiori nel secondo e totalmente assenti in questo j-movie a bassissimo costo. Claustrofobico e angusto il remake decisamente asettico e anestetizzante il film di Nakata, fatto di una narrazione + spiccia e funzionale alla vicenda paranormale anche se incapace di creare tensione e curiosità. L'attenzione ai dettagli è decisamente assente.
Spiccio e senza'anima l'originale, denso ma troppo dilatato il remake.
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la messa in scena del dramma familiare scialbamente raccontata nel film originale nn regge il confronto con la caratterizzazione al contrario ben orchestrata nel remake. La stessa interpretazione dei protagonisti e delle figure di secondo ,cm l'agente immobiliare con tt i suoi stratagemmi di vendita, sn di gran lunga superiori nel secondo e totalmente assenti in questo j-movie a bassissimo costo. Claustrofobico e angusto il remake decisamente asettico e anestetizzante il film di Nakata, fatto di una narrazione + spiccia e funzionale alla vicenda paranormale anche se incapace di creare tensione e curiosità. L'attenzione ai dettagli è decisamente assente.
Spiccio e senza'anima l'originale, denso ma troppo dilatato il remake. L'unica vera perla è la trovata della padrona che parla col suo cane (esilarante!). Mai titolo meno azzeccato: Dark water??? Ma se l'acqua è di un giallo sconfortante, nn oso dire cosa sembri. La versione occidentale nn è il massimo ma di sicuro migliora e di molto questo film davvero privo di pathos. Quando smetterete di essere paranoici e remakefobici?
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(di il cinefilo)
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