metalsoldier
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sabato 19 novembre 2011
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é grottesco
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Assurdo, grottesco, perverso, anche divertente, ma un po' troppo "free". E' bene saperlo dall'inizio altrimenti si resta interdetti, come me che all'inizio credevo fosse la storia di un povero burattinaio che sognava di essere ricco e famoso. La trama è spassosa e sembra essere un sogno strano... Gli attori tutti bravi, penso che si siano divertiti loro più del pubblico.
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giuseppeponticello
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mercoledì 17 agosto 2011
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tutti pazzi per john malkovich
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Avete 15 minuti per essere qualcun'altro, non importa cosa farete o penserete in quei 15 minuti ma ciò che vi assicurano è che non sarete voi stessi. Un opportunità che forse nessun si lascerebbe sfuggire, ma se quei 15 minuti capitano nel momento sbagliato ecco che la vostra esistenza si ridurrà ad un inutile visione della vita di qualcun'altro; forse è questa la morale della pellicola, il suo significato, oppure come tanti film non ha una morale, ma sicuramente una logica. Definire questa pellicola un capolavoro è troppo, ma definirlo geniale è forse troppo poco: magnifica sceneggiatura, ritma al punto giusto da una regia originale, interpreti all'altezza e piccoli elementi ironici ed originali.
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Avete 15 minuti per essere qualcun'altro, non importa cosa farete o penserete in quei 15 minuti ma ciò che vi assicurano è che non sarete voi stessi. Un opportunità che forse nessun si lascerebbe sfuggire, ma se quei 15 minuti capitano nel momento sbagliato ecco che la vostra esistenza si ridurrà ad un inutile visione della vita di qualcun'altro; forse è questa la morale della pellicola, il suo significato, oppure come tanti film non ha una morale, ma sicuramente una logica. Definire questa pellicola un capolavoro è troppo, ma definirlo geniale è forse troppo poco: magnifica sceneggiatura, ritma al punto giusto da una regia originale, interpreti all'altezza e piccoli elementi ironici ed originali. A chi verrebbe in mente il piano sette e mezzo, i soffitti bassi per archivisti di bassa costituzione, e il traghetto per la vita eterna? solo una mente geniale può partorire idee del genere, e solo un regista eccelso può metterne in un film senza che queste suonino ridicole. Chiamatela commedia del sub-incoscio ma Spike Jonze realizza con questa sceneggiatura un gioiello del cinema, incorniciando il tutto con personaggio burleschi e scene incantevoli (le diverse scene dei burattini sono incantevoli). Sorprendente Cameron Diaz, sdoganata dalla sua chioma bionda decolla meravigliosamente nei panni della moglie un pò svampita e dalla idee strambe. Finito il film un pò tutti vorremmo essere John Malkovich, un pò tutti vorremmo traghettare nella vita di qualcun'altro almeno per 15 minuti, un pò tutti ( o almeno io) vorremmo rivedere la pellicola.
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giorpost
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sabato 27 marzo 2010
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storia originale con un irresistibile malkovich
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Lo sceneggiatore di culto Charlie Kaufman fa il suo esordio con una commedia, ben diretta da Spike Jonze, assolutamente bizzarra e priva di un' apparente logica. Ma solo apparentemente, appunto. La storia ci propone il nevrotico marionettista senza lavoro Craig Schwartz, interpretato con bravura da John Cusack il quale, stanco delle pressioni della mogliettina amante degli animali (Cameron Diaz), ne trova uno all'interno dell' edificio Mertin Flemmer come archivista, essendo molto abile con le mani. E quì cominciano le stranezze di questa pellicola, come il "settimo piano e mezzo", raggiungibile solo con l' ascensore (e per di più bloccato), la segretaria semi sorda e il titolare della società, tale Dr.
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Lo sceneggiatore di culto Charlie Kaufman fa il suo esordio con una commedia, ben diretta da Spike Jonze, assolutamente bizzarra e priva di un' apparente logica. Ma solo apparentemente, appunto. La storia ci propone il nevrotico marionettista senza lavoro Craig Schwartz, interpretato con bravura da John Cusack il quale, stanco delle pressioni della mogliettina amante degli animali (Cameron Diaz), ne trova uno all'interno dell' edificio Mertin Flemmer come archivista, essendo molto abile con le mani. E quì cominciano le stranezze di questa pellicola, come il "settimo piano e mezzo", raggiungibile solo con l' ascensore (e per di più bloccato), la segretaria semi sorda e il titolare della società, tale Dr. Lester, erotomane e libidinoso fino all' osso.
Il colpo ad effetto del film è la scoperta di un tunnel, ubicato dietro una scaffalatura, dal quale si può penetrare nientemeno che nel cervello dell' attore John Malkovich.
La storia a questo punto vede il coinvolgimento di tutti i protagonisti, con un ingarbugliarsi di relazioni, sentimenti e rapporti di sesso che trovano sbocco nell' attrazione lesbo tra la collega di Craig Maxine (sexy e brava la mora Katherine Keener) e la sua stessa moglie. Il povero Malkovich si trova suo malgrado prigioniero di una banda di svitati, tassisti che non conoscono neanche uno dei suoi splendidi film, un amico poco incline ad aiutarlo credendolo semplicemente "fatto" (Charlie Sheen, quello vero) rispetto a quanto gli accade e, per di più, costretto a lasciare il Cinema per una carriera da marionettista...
Il film diverte, ci sono alcune scene davvero simpatiche, la più trash e al contempo quella cult è senza dubbio quando Malkovich stesso entra nel tunnel catapultandosi nel proprio subconscio dove tutti hanno il suo medesimo aspetto (donne e bambini compresi) e la lingua ha un solo vocabolo: Malkovich. Dal mio punto di vista si è voluto, forse, parlare dei diritti delle coppie gay in un modo tutto particolare, una sorta di "pacs" in stile Hollywood con "adozione" finale. La bambina che nasce dal grembo di Maxine, infatti, è stata si concepita con Malkovich ma quando questi era "controllato" da Lotte (la Diaz, appunto). Che si volesse trattare dell' argomento inseminazione?
Certo è fantastico sapere che ci sono persone nello spettacolo che fanno il possibile per diffondere una certa cultura della tolleranza e della parità dei diritti, in questo caso però si è dovuto fare un vertiginoso preambolo all' insegna di tunnel fantastici, tetti bassi, persone un pò matte e datori di lavoro sesso-dipendenti: forse un pò troppo. Nulla di tutto questo scalfisce, comunque, la bravura del grande John Malkovich, generoso ad aver accettato questo copione, e niente aggiunge o toglie al dibattito sulla sessualità degli individui. Ognuno si goda la sua.
Voto al film: 6+. Voto a Malkovich: 8.
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haiku_yukan
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sabato 22 novembre 2008
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non entusiasma
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Impressioni davvero contrastanti, lascia un film che per molti è un capolavoro, ma che io trovo "STRETTO". Stretto perchè non esplode, non esprime al meglio le possibilità di un'idea originaria invece molto buona. Intrappolato come un "modo di dire" che risulta, per quanto vero, magari per qualkuno evocativo, alla fin fine banale raccolto su se stesso, senza sbocchi....una semplice suggestione, che si ripete simile a se stessa per quasi due ore "RIPETITIVO". Rimango deluso, forse a causa delle mie più alte aspettative, forse semplicemente per il dispiacere di aver riconosciuto una buona idea in una forma "INCOMPIUTA"
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giordano
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lunedì 3 marzo 2008
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film out of limits
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in due parole
eclettico
geniale
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martina
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venerdì 7 settembre 2007
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da 1 a 10:piano 7 1/2
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Un film bellissimo, assurdo e coinvolgente allo stesso tempo...che fa risaltare l'immensa bravura di John Malkovich non solo nel suo ruolo ma nelle più interpretazioni che gli vengono attribuite...una grande Cameron Diaz per un personaggio che lei è riuscita a far emergere e "colorare".
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travis
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sabato 16 dicembre 2006
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un film prezioso uguale solo a se stesso
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Un film per chi è curioso di esplorare una storia raccontata oltrepassando sistematicamente i più abusati e prevedibili schemi narrativi.
Primo film diretto da Jonze e sceneggiato da Charlie Kaufman, per spessore ed ironia è sicuramente sopra la media di molte e sopravalutate produzioni americane.
"Pregno" di contenuti, tra cui prevalgono: l'irrequietezza delle proprie scelte, la difficoltà nell'accettare se stessi e il conseguente fallimento delle proprie decisioni dettate da un istinto che non cerca il miglioramento nella quotidianità delle proprie azioni ma che addirittura tende a privilegiare l'annientamento della propria persona fino alla possibilità, chiaramente estrema, di migliorarsi solo essendo qualcun altro.
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Un film per chi è curioso di esplorare una storia raccontata oltrepassando sistematicamente i più abusati e prevedibili schemi narrativi.
Primo film diretto da Jonze e sceneggiato da Charlie Kaufman, per spessore ed ironia è sicuramente sopra la media di molte e sopravalutate produzioni americane.
"Pregno" di contenuti, tra cui prevalgono: l'irrequietezza delle proprie scelte, la difficoltà nell'accettare se stessi e il conseguente fallimento delle proprie decisioni dettate da un istinto che non cerca il miglioramento nella quotidianità delle proprie azioni ma che addirittura tende a privilegiare l'annientamento della propria persona fino alla possibilità, chiaramente estrema, di migliorarsi solo essendo qualcun altro.
La sceneggiatura assolutamente originale è la vera protagonista del film, la regia eccellente e mai invadente riesce a seguirla perfettamente "a distanza" senza mai tentare di sostituirsi ad essa.
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[+] mo' che vogliamo dicere
(di u' burinazzo)
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