carloalberto
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domenica 19 settembre 2021
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la normalità del male
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Singer, traendo spunto da una novella di Stephen King, realizza un thriller drammatico che non può non avere, almeno come debito verso l’autore del testo, qualche venatura horror e, tuttavia, mette tra parentesi quest’aspetto del racconto, relegandolo in una sola sequenza splatter, e si concentra sull’analisi psicologica del rapporto tra il vecchio nazista e lo studente adolescente. E’ una relazione in apparenza amicale che si instaura quasi per gioco e per una morbosa reciproca curiosità, ma che, in un crescendo di tensione, presto finisce per diventare una sfida all’ultimo sangue, una diabolica partita a scacchi, che ha come posta la stessa vita dei due protagonisti.
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Singer, traendo spunto da una novella di Stephen King, realizza un thriller drammatico che non può non avere, almeno come debito verso l’autore del testo, qualche venatura horror e, tuttavia, mette tra parentesi quest’aspetto del racconto, relegandolo in una sola sequenza splatter, e si concentra sull’analisi psicologica del rapporto tra il vecchio nazista e lo studente adolescente. E’ una relazione in apparenza amicale che si instaura quasi per gioco e per una morbosa reciproca curiosità, ma che, in un crescendo di tensione, presto finisce per diventare una sfida all’ultimo sangue, una diabolica partita a scacchi, che ha come posta la stessa vita dei due protagonisti. Singer fa di più ed elimina le parti della storia di King, che caratterizzano il personaggio, interpretato in modo magistrale da Ian McKellen, come un serial killer di senzatetto e stravolge il finale, che nel film non ha nulla di truculento e tragico, come nel romanzo, bensì è diretto a rendere più sottilmente la trasformazione interiore del ragazzo in un mostro dalle sembianze di un brillante giovanotto che si affaccia al mondo degli adulti pronto ad intraprendere la carriera universitaria. L’esito risulta, quindi, molto più inquietante di quanto avrebbe voluto essere lo stesso King, mostrandoci, alla maniera di Polanski, come il male assoluto, in questo caso ispirato dalla seducente figura di un criminale nazista sterminatore di ebrei, si nasconda tra le pieghe della normalità, assumendo ora l’aspetto di un distinto e tranquillo vecchietto, ora quello di un giovane di buona famiglia gentile ed educato, che ognuno si potrebbe ritrovare, un giorno, ad avere come collega di lavoro o come vicino di casa.
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jonnylogan
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domenica 8 agosto 2021
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schutzstaffel
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Todd, un sedicenne appassionato di storia contemporanea, riconosce in un signore anziano l’ex ufficiale nazista, scomparso alla fine della guerra, Kurt Dussander. Una volta smascherato e sotto le continue pressioni del sedicenne, che minaccia di denunciarlo alla polizia, Arthur, questo il nuovo nome di Dussander, incomincia a narrare al ragazzo le atrocità della guerra. In breve tempo i due iniziano a frequentarsi fino a quando i loro ruoli si ribalteranno in maniera repentina.
Nel 1998 Bryan Singer, in epoca pre X-Men, ma subito dopo aver diretto I soliti sospetti, inno alla dissimulazione e fra i migliori thriller di sempre, mise mano a un breve racconto di Stephen King tratto dalla fortunata raccolta Stagioni Diverse, in cui il re dell’horror preferì dare sfogo alle sue più ancestrali paure senza ricorrere all’impiego di mostruosità di vario genere.
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Todd, un sedicenne appassionato di storia contemporanea, riconosce in un signore anziano l’ex ufficiale nazista, scomparso alla fine della guerra, Kurt Dussander. Una volta smascherato e sotto le continue pressioni del sedicenne, che minaccia di denunciarlo alla polizia, Arthur, questo il nuovo nome di Dussander, incomincia a narrare al ragazzo le atrocità della guerra. In breve tempo i due iniziano a frequentarsi fino a quando i loro ruoli si ribalteranno in maniera repentina.
Nel 1998 Bryan Singer, in epoca pre X-Men, ma subito dopo aver diretto I soliti sospetti, inno alla dissimulazione e fra i migliori thriller di sempre, mise mano a un breve racconto di Stephen King tratto dalla fortunata raccolta Stagioni Diverse, in cui il re dell’horror preferì dare sfogo alle sue più ancestrali paure senza ricorrere all’impiego di mostruosità di vario genere. Ian McKellan, nel ruolo dell’anziano ex ufficiale, trascina la narrazione e il suo antagonista, Brad Renfro, in un gorgo fatto di un’identità celata e frequentazioni nascoste. Di narrazioni fatte di camere a gas e divise indossate nel corso di scene in cui è nuovamente bellomarciare schioccando gli stivali. Renfro, divenuto celebre grazie alla sua interpretazione in Sleepers, e scomparso poi successivamente in una brutta vicenda piena di droga, ascolta inizialmente estasiato le narrazioni di un nuovo “amico” sui generis e con virgolette d’obbligo, fino a trovarsi da ricattatore a ricattato, ma non del tutto inerme fino a far sorgere spontanea la domanda in chi assiste alla pellicola ovvero se vi sia una predisposizione naturale al sadismo o se vi si possa essere indirizzati in presenza di cattivi maestri. Pellicola sempre in bilico fra il thriller e il dramma e da vedere se si desidera ammirare uno Stephen King differente dal solito ma senza che si abbia la pretesa di dare una chiave di lettura storica o revisionista di una tragedia contemporanea.
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jonnylogan
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domenica 8 agosto 2021
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schutzstaffel
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Todd, un sedicenne appassionato di storia contemporanea, riconosce in un signore anziano l’ex ufficiale nazista, scomparso alla fine della guerra, Kurt Dussander. Una volta smascherato e sotto le continue pressioni del sedicenne, che minaccia di denunciarlo alla polizia, Arthur, questo il nuovo nome di Dussander, incomincia a narrare al ragazzo le atrocità della guerra. In breve tempo i due iniziano a frequentarsi fino a quando i loro ruoli si ribalteranno in maniera repentina.
Nel 1998 Bryan Singer, in epoca pre X-Men, ma subito dopo aver diretto I soliti sospetti, inno alla dissimulazione e fra i migliori thriller di sempre, mise mano a un breve racconto di Stephen King tratto dalla fortunata raccolta Stagioni Diverse, in cui il re dell’horror preferì dare sfogo alle sue più ancestrali paure senza ricorrere all’impiego di mostruosità di vario genere.
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Todd, un sedicenne appassionato di storia contemporanea, riconosce in un signore anziano l’ex ufficiale nazista, scomparso alla fine della guerra, Kurt Dussander. Una volta smascherato e sotto le continue pressioni del sedicenne, che minaccia di denunciarlo alla polizia, Arthur, questo il nuovo nome di Dussander, incomincia a narrare al ragazzo le atrocità della guerra. In breve tempo i due iniziano a frequentarsi fino a quando i loro ruoli si ribalteranno in maniera repentina.
Nel 1998 Bryan Singer, in epoca pre X-Men, ma subito dopo aver diretto I soliti sospetti, inno alla dissimulazione e fra i migliori thriller di sempre, mise mano a un breve racconto di Stephen King tratto dalla fortunata raccolta Stagioni Diverse, in cui il re dell’horror preferì dare sfogo alle sue più ancestrali paure senza ricorrere all’impiego di mostruosità di vario genere. Ian McKellan, nel ruolo dell’anziano ex ufficiale, trascina la narrazione e il suo antagonista, Brad Renfro, in un gorgo fatto di un’identità celata e frequentazioni nascoste. Di narrazioni fatte di camere a gas e divise indossate nel corso di scene in cui è nuovamente bellomarciare schioccando gli stivali. Renfro, divenuto celebre grazie alla sua interpretazione in Sleepers, e scomparso poi successivamente in una brutta vicenda piena di droga, ascolta inizialmente estasiato le narrazioni di un nuovo “amico” sui generis e con virgolette d’obbligo, fino a trovarsi da ricattatore a ricattato, ma non del tutto inerme fino a far sorgere spontanea la domanda in chi assiste alla pellicola ovvero se vi sia una predisposizione naturale al sadismo o se vi si possa essere indirizzati in presenza di cattivi maestri. Pellicola sempre in bilico fra il thriller e il dramma e da vedere se si desidera ammirare uno Stephen King differente dal solito ma senza che si abbia la pretesa di dare una chiave di lettura storica o revisionista di una tragedia contemporanea.
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toty bottalla
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sabato 7 maggio 2016
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la "storia" trattata a fumetti!
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Un giovane studente trattando l'argomento della seconda guerra mondiale viene attratto dai racconti di torture e altri orrori, guarda caso, riconosce in un autobus un ex nazista che vive in America sotto falso nome ed invece di cercare ragazze, amici e godersi la vita, lo ricatta...Una storia raccontata con superficialità che sa di fumetto nero sbiadito come la prova di Renfro che definire mediocre è come usare un eufemismo, certamente meglio McKellen costretto a muoversi in una sceneggiatura incerta e la contaminazione maligna di Todd ha poco a che fare con i racconti raccapriccianti di Kurt dai quali non può percepire la vera essenza dell'orrore infernale realmente vissuto da milioni di innocenti, lui, con la sua vita dorata, Singer gioca bene la fase thriller del racconto e così, aspettiamo curiosi i titoli di coda.
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Un giovane studente trattando l'argomento della seconda guerra mondiale viene attratto dai racconti di torture e altri orrori, guarda caso, riconosce in un autobus un ex nazista che vive in America sotto falso nome ed invece di cercare ragazze, amici e godersi la vita, lo ricatta...Una storia raccontata con superficialità che sa di fumetto nero sbiadito come la prova di Renfro che definire mediocre è come usare un eufemismo, certamente meglio McKellen costretto a muoversi in una sceneggiatura incerta e la contaminazione maligna di Todd ha poco a che fare con i racconti raccapriccianti di Kurt dai quali non può percepire la vera essenza dell'orrore infernale realmente vissuto da milioni di innocenti, lui, con la sua vita dorata, Singer gioca bene la fase thriller del racconto e così, aspettiamo curiosi i titoli di coda. Saluti.
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enrichetto61
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venerdì 24 aprile 2015
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inguardabile
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Film decisamente mediocre, con ragazzini che sanno tutto e addirittura mettono in difficoltà un ex militare del Terzo Reich, che a sua volta si diverte a mettere il gatto nel forno. Peggio di così c'è solo Disneyland.
La qualità dell'interpretazione del ragazzino è a dir poco imbarazzante, quella del vecchio è semplicemnte incredibile: una ex SS avrebbe semplicemente fatto fuori il ragazzino dopo dieci secondi e il gatto semmai l'avrebbe gasato.
Se la gente deve imparare la storia guardando questo film (per giunta mal interpretato e peggio sceneggiato) e se dobbiamo ricordare chi è morto per questi avvenimenti, allora è meglio cambiare canale.
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ugothebig
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giovedì 20 novembre 2014
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buon film, ma trama sviluppabile
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È impossibile per l'uomo entrare in contatto con il male uscendone immutato: inevitabilmente si cambia, e qualche volta si cambia decisamente in peggio.
Questo è il significato che io interpreto in questo buon film: un bravo ragazzo americano, un modello per la società si trova per la sua stessa bravura a scoprire il male e a finire in una spirale sempre più oscura.
Il film è buono, ammetto di non avere letto il libro che so avere risvolti di storia diversi e spero in certi casi migliori.
Questo perché la trama non è molto coerente, credo che Hitchcock avrebbe fatto volentieri un seguito sfruttando le falle lasciate aperte da un finale che non soddisfa.
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È impossibile per l'uomo entrare in contatto con il male uscendone immutato: inevitabilmente si cambia, e qualche volta si cambia decisamente in peggio.
Questo è il significato che io interpreto in questo buon film: un bravo ragazzo americano, un modello per la società si trova per la sua stessa bravura a scoprire il male e a finire in una spirale sempre più oscura.
Il film è buono, ammetto di non avere letto il libro che so avere risvolti di storia diversi e spero in certi casi migliori.
Questo perché la trama non è molto coerente, credo che Hitchcock avrebbe fatto volentieri un seguito sfruttando le falle lasciate aperte da un finale che non soddisfa.
Intanto c'è una casa dove la polizia ha rinvenuto un cadavere, l'ora del decesso e la scena del crimine potrebbero essere sufficienti a incastrare il ragazzo.
Ma soprattutto c'è una lettera sparita nel nulla, scritta in un incomprensibile tedesco ma con un mittente che avrebbe dovuto essere bello chiaro a chiunque. O perlomeno una sommaria descrizione della lettera avrebbe aiutato gli inquirenti nella ricerca. E soprattutto che bisogno aveva un signore di cui si può verificare la capacità di lettura, di qualcuno che leggesse per lui? E poi consideriamo il fatto che proprio davanti ai poliziotti il signore in questione indossa un bel paio di occhiali da lettura...a che scopo li possiede?
Probabilmente l'intento non era quello di costruire un thriller e dopo tutto la polizia può essere incompetente anche in America. Anche per questo credo che il film sia riuscito tutto sommato bene, sono curioso di leggere la versione di King.
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forackone
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lunedì 27 gennaio 2014
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occasione persa
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Premetto che sono un grandissimo fan di King, e dunque forse non sono proprio imparziale nel recensire questa pellicola.
Todd è un classico 'bravo ragazzo': studente modello, attivo nel sociale, di buona famiglia. Ma è proprio la sua diligenza a condurlo in un devastante vortice: svolgendo una ricerca sul genocidio degli ebrei per la scuola infatti, il ragazzo riconosce su un autobus un ex comandante delle SS, e spinto dalla curiosità si reca a casa sua e lo minaccia di consegnarlo alla giustizia, a cui Dussander era sfuggito per più di 30 anni, se questo non racconterà al ragazzo tutti i particolari dei lager, "quelli che sono troppo macabri per essere scritti nei libri".
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Premetto che sono un grandissimo fan di King, e dunque forse non sono proprio imparziale nel recensire questa pellicola.
Todd è un classico 'bravo ragazzo': studente modello, attivo nel sociale, di buona famiglia. Ma è proprio la sua diligenza a condurlo in un devastante vortice: svolgendo una ricerca sul genocidio degli ebrei per la scuola infatti, il ragazzo riconosce su un autobus un ex comandante delle SS, e spinto dalla curiosità si reca a casa sua e lo minaccia di consegnarlo alla giustizia, a cui Dussander era sfuggito per più di 30 anni, se questo non racconterà al ragazzo tutti i particolari dei lager, "quelli che sono troppo macabri per essere scritti nei libri". Inizia così una relazione morbosa tra i due, che ripercorrono insieme i drammi di quegli anni da un punto di vista raramente esaminato di questo caso, ossia quello 'del cattivo', rivelandone anche il lato un po' più umano, scandito dagli incubi e dalla malinconia del generale tedesco. Pian piano gli animi di entrambi saranno corrotti da quei racconti, arrivando così ad un finale abbastanza sconvolgente, in tutti i sensi.
Il film regge benissimo per i primi 40/45 minuti, seguendo molto rigorosamente la trama del racconto di King, poi si perde, e il film crolla; tutto ciò che di entusiasmante e positivo (in senso strettamente cinematografico) aveva fatto nel primo tempo, lo distrugge con accartocciamenti della trama assolutamente inspiegabili. La trama infatti si diversifica abbastanza da quella del libro, per poi ritornare a riprendere alcuni dialoghi ed alcune scene esattamente uguali, ma che arrivano a questo punto in contesti e in situazioni abbastanza diverse, per giungere infine ad un finale che NON SOLO NON È QUELLO DEL LIBRO, MA È PRATICAMENTE OPPOSTO.
Peccato perche il racconto [Un ragazzo sveglio, contenuto nella raccolta Stagioni Diverse, che contiene anche il racconto che ha ispirato il film Le Ali Della Liberta] meriterebbe veramente una trasposizione cinematografica fedele, e questo film illude lo spettatore per meta film, solo per poi rifilargli un finale riscritto che modifica il senso finale della storia.
Deludente.
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paride86
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lunedì 9 dicembre 2013
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molto bello
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Una coppia di ottimi attori per un film che mette a fuoco la morbosità e l'attrazione che il male ha sullo spirito umano, specialmente in un'età delicata come l'adolescenza.
Da vedere.
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giacomo j.k.
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lunedì 5 aprile 2010
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piatto, irrispettoso, inutile
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Todd è un ragazzo appassionato della storia della Seconda guerra mondiale. Quando per caso viene a scoprire che il suo vicino di casa è un ex nazista che ha lavorato nei lager, sotto ricatto lo costringe a raccontargli la sua storia. Finché il racconto dell’ex SS non risveglierà vecchi demoni assopiti nella coscienza del vecchio e nuovi atteggiamenti maniacali da parte del giovane Todd, e la situazione sfuggirà a entrambi di mano...
Una pellicola irrispettosamente inutile, nella quale un montaggio scadente non valorizza nemmeno l’abilità narrativa di King, forse unico punto di forza del racconto da cui è tratta. Il film, abbandonato a se stesso, non può che reggersi sul puro raccapriccio e una tensione senza scopo – con improbabili effetti visivi “in negativo”.
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Todd è un ragazzo appassionato della storia della Seconda guerra mondiale. Quando per caso viene a scoprire che il suo vicino di casa è un ex nazista che ha lavorato nei lager, sotto ricatto lo costringe a raccontargli la sua storia. Finché il racconto dell’ex SS non risveglierà vecchi demoni assopiti nella coscienza del vecchio e nuovi atteggiamenti maniacali da parte del giovane Todd, e la situazione sfuggirà a entrambi di mano...
Una pellicola irrispettosamente inutile, nella quale un montaggio scadente non valorizza nemmeno l’abilità narrativa di King, forse unico punto di forza del racconto da cui è tratta. Il film, abbandonato a se stesso, non può che reggersi sul puro raccapriccio e una tensione senza scopo – con improbabili effetti visivi “in negativo”. Un film che vorrebbe – sulla scia del soggetto – indagare l’origine della pazzia e della follia omicida semplicemente non può ridursi a questo appiattimento (estremizzando, non c’è poi da meravigliarsi che il giovane attore protagonista si sia suicidato).
L’unico risultato – negativamente parlando – notevole raggiunto dalla pellicola di Singer è la banalizzazione di ciò che banale non è e non deve diventare: il ricordo della shoah. I miei complimenti.
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luca scialò
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venerdì 1 gennaio 2010
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lo spirito nazista torna alla luce
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Appassionandosi agli studi scolastici sulla Shoah, Todd riesce a risalire ad un ex gerarca nazista ormai in incognito, che nasconde il suo crudele passato in America. Minacciando l'anziano tedesco di rivelare la sua identità segreta, Todd si fa raccontare le sue malefatte di quando era gerarca. I due finiranno per entrare in osmosi, come se l'ex nazista Kurt Dussander fosse riuscito a trasmettere al ragazzo lo spirito diabolico del nazismo.
Molto originali alcuni passaggi, in una trasposizione cinematografica di un racconto di King riuscita in pieno.
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