Sulle colline di Tama che sovrastano Tokyo, un folto gruppo di tanuki inizia una battaglia per contrastare il progetto umano d'urbanizzazione che prevede l'occupazione a fini residenziali di tremila ettari. "Monti raschiati, rilievi livellati, le risai e i campi ricoperti, i casolari d'un tempo demoliti alterando completamente il profilo montuoso delle colline di Tama" e quindi l'habitat naturale dei tanuki.
I tanuki, nella cultura giapponese, sono una sorta di reinterpretazione mitologica in chiave antropomorfa del cane procione, animale presente in Giappone.
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Sulle colline di Tama che sovrastano Tokyo, un folto gruppo di tanuki inizia una battaglia per contrastare il progetto umano d'urbanizzazione che prevede l'occupazione a fini residenziali di tremila ettari. "Monti raschiati, rilievi livellati, le risai e i campi ricoperti, i casolari d'un tempo demoliti alterando completamente il profilo montuoso delle colline di Tama" e quindi l'habitat naturale dei tanuki.
I tanuki, nella cultura giapponese, sono una sorta di reinterpretazione mitologica in chiave antropomorfa del cane procione, animale presente in Giappone. Peculiarità dei tanuki sono il carattere allegro, festaiolo nonché l'antica arte del trasformismo. "Il trasformarsi è la suprema meraviglia del creato in cui al culmine della concentrazione dello spirito vengono riordinate in un solo istante tutte le cellule e tutti i tessuti del corpo". In cosa possono trasformarsi i tanuki? In tutto. In una pentola, in un pallone, in un essere umano. In qualsiasi cosa.
Per contrastare lo sviluppo urbano, i tanuki si dedicheranno da prima all'osservazione degli umani e poi all'attuazione dell'arte del trasformismo come strumento di contrattacco, "buggerando gli uomini".
Il film, oltre che diretto è anche sceneggiato dallo stesso Takahata, ispirato da un soggetto di Miyazaki che si rifà a sua volta al racconto Le stelle gemelle di Kenji Miyazawa. Quasi "superfluo" parlare del messaggio ecologista, del rispetto delle tradizioni, di un intento anche anti-capitalista nonché anti-consumistico (nel bel mezzo dei progetti di lotta armata ad un certo punto i tanuki cedono al hamburger McDonald's trasformando la loro riunione in una festa scanzonata). Per quel che mi riguarda, avendo ben donde apprezzato il film e quella sua commistione tra il folle e il serio - i tanuki contemplano l'uccisione degli umani -, resta comunque in me una forma insoddisfatta. Insoddisfatta del film? No, insoddisfatta di me. Del mio non sapere nulla della cultura giapponese. Già, perché questo film è profondamente giapponese e non solo perché è un film giapponese.
Un mero esempio: i testicoli dei tanuki, detti anche perle d'oro. In bella mostra, oggetti di mutazioni strabilianti. Ve lo immaginate un cartone animato Disney ove fan bella mostra di sé scroti pelosi? Ma non vi è alcun riferimento sessuale nei testicoli dei tanuki, malizia questa invece presente nella cultura occidentale. Moltissimi elementi, ne sono certo, presenti nel lungometraggio non sono minimamente registrabili dall'uomo della strada occidentale. E questo è un vero peccato nonché una delle ragioni che possono rendere questo film "pesante" o comunque non facilmente assimilabile. Un'altra motivazione è l'assenza di un vero e proprio protagonista; certo, c'è Shoukichi e la sua storia d'amore con Okiyo, meravigliosi i loro momenti insieme, ma perlopiù è la comunità dei tanuki a formare un corpo unico, in tutti i sensi.
Ad ogni modo, a parte questo mio limite culturale il film mi è piaciuto assai. Takahata (Una tomba per le lucciole, Omohide poro poro), è che te lo dico a fa', è un regista colto e poetico. Potrebbe essere una controparte aristotelica del platonismo di Miyazaki e il fatto che loro siano stati i fondatori dello Studio Ghibli rende la loro amicizia un qualcosa che viaggia sulla medesima linea melodica di quei connubi artistici perfetti.
n.dr. Alcuni personaggi dell'universo Ghibli compaiono fugacemente nel film, tra cui l'ombrellato Totoro.
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