hathi
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martedì 9 ottobre 2012
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non sara' rivalutato
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Caratteri disegnati rozzamente ma paesaggi nebbiosi interessanti, così come i cavalli dai poderosi quarti posteriori, inquadratura privilegiata del regista. Eloise instancabile cavallerizza e spadaccina. Altro di lei non vi sarebbe da dire, salvo che ha interessanti piccoli seni appesi al punto giusto, visti in una brevissima sequenza buia. Se volete odiare per sempre i quattro moschettieri, guardate questo film. Battute insipide, prevedibili, contrasto giovani-vecchi risaputo sin dall'epoca delle atellane, battutacce anticlericali da osteria di quart'ordine ed irrisione di sacramenti cattolici, molto alla moda conformista d'oggi. Un pochino si salva, con meritorio ma sprecato sforzo, il cattivaccio di turno.
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Caratteri disegnati rozzamente ma paesaggi nebbiosi interessanti, così come i cavalli dai poderosi quarti posteriori, inquadratura privilegiata del regista. Eloise instancabile cavallerizza e spadaccina. Altro di lei non vi sarebbe da dire, salvo che ha interessanti piccoli seni appesi al punto giusto, visti in una brevissima sequenza buia. Se volete odiare per sempre i quattro moschettieri, guardate questo film. Battute insipide, prevedibili, contrasto giovani-vecchi risaputo sin dall'epoca delle atellane, battutacce anticlericali da osteria di quart'ordine ed irrisione di sacramenti cattolici, molto alla moda conformista d'oggi. Un pochino si salva, con meritorio ma sprecato sforzo, il cattivaccio di turno. Temo che il film non sarà mai rivalutato. Ad murenas!
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gianni lucini
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mercoledì 3 ottobre 2012
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personaggi al posto giusto, mai esagerati
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Il buon Bertrand Tavernier confeziona un film delizioso e divertente con i personaggi al posto giusto, mai esagerati neppure quando gioca con i loro difetti e una grande eleganza d'insieme. E pensare che inizialmente il regista doveva essere il maestro Riccardo Freda, classe 1909, co-autore del soggetto che nel 1950 aveva già scritto e portato sugli schermi Il figlio di D'Artagnan. Freda però si gioca la possibilità di stare sul set dopo l'ennesimo litigio con Sophie Marceau concluso con il classico quando punta i piedi «o lei o me...». I produttori scelgono lei e alla regia viene chiamato Tavernier, grande estimatore di Freda cui aveva dedicato il suo film Quarto comandamento.
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Il buon Bertrand Tavernier confeziona un film delizioso e divertente con i personaggi al posto giusto, mai esagerati neppure quando gioca con i loro difetti e una grande eleganza d'insieme. E pensare che inizialmente il regista doveva essere il maestro Riccardo Freda, classe 1909, co-autore del soggetto che nel 1950 aveva già scritto e portato sugli schermi Il figlio di D'Artagnan. Freda però si gioca la possibilità di stare sul set dopo l'ennesimo litigio con Sophie Marceau concluso con il classico quando punta i piedi «o lei o me...». I produttori scelgono lei e alla regia viene chiamato Tavernier, grande estimatore di Freda cui aveva dedicato il suo film Quarto comandamento. Il regista francese gioca con la storia che ripropone i moschettieri invecchiati del romanzo "Il Visconte di Bragelonne". Come sempre riesce a cavare il meglio dagli attori tra i quali spicca Sophie Marceu che salta, duella, cavalca, seduce e combatte senza perdere in malizia. A volergli trovare un difetto a tutti i costi va detto che forse il film è un po' lungo e nella parte centrale si ripete un po', ma sono decisamente difetti minori. Ottiene anche due nomination ai César: per Claude Rich e per le musiche di Philippe Sarde.
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