paco
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poetico e "pazzo"
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Leggero, poetico, irregolare, come definire questa alchimia? Il film, dopo un lungo cappello introduttivo, comincia veramente quando Jack e Zack incontrano il nostro vulcanico istrionico Roberto, in cella, da lì inizia quella reazione, quello strano equilibrio che è il film; mille peripezie in quel mondo a parte che sono i tre protagonisti, fino a che l'amore di uno dei tre per una donna (una specie di fata) e il dis-amore tra gli altri due non fa finire la magia. Il film finisce, poeticamente, ad un bivio, al quale i due "superstiti" scelgono di andare ciascuno per la propria strada.
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rosario velardi
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sabato 10 marzo 2012
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l'america di jarmusch
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Jarmusch è sempre stato un portavoce di una certà americanità,ha sempre esplorato territori fatti di degrado con personaggi che amano vivere on the border,ne viene fuori un'America stradaiola e pittoresca.
Down by law è interpretato da attori che quello stile di vita è il loro,Tom Waits non ha bisogno di presentazioni,il suo percorso musicale è costellato da tanti capolavori di blues martoriato,intriso di malinconia,di etilicità,per lui interpretare quel ruolo credo sia alquanto spontaneo,John Lurie,mente di quei Lounge Lizards che hanno esplorato territori musicali al limite dell'ascoltabilità,la cosiddetta no wave newyorkese,anche lui vive in quel contesto.
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Jarmusch è sempre stato un portavoce di una certà americanità,ha sempre esplorato territori fatti di degrado con personaggi che amano vivere on the border,ne viene fuori un'America stradaiola e pittoresca.
Down by law è interpretato da attori che quello stile di vita è il loro,Tom Waits non ha bisogno di presentazioni,il suo percorso musicale è costellato da tanti capolavori di blues martoriato,intriso di malinconia,di etilicità,per lui interpretare quel ruolo credo sia alquanto spontaneo,John Lurie,mente di quei Lounge Lizards che hanno esplorato territori musicali al limite dell'ascoltabilità,la cosiddetta no wave newyorkese,anche lui vive in quel contesto.
Poi arriva il nostro Benigni,al suo esordio internazionale,il film da cupo e tetro si trasforma in demenziale,ma quella demenzialità che Roberto ha sempre saputo rendere godibile e mai banale,incredibile il suo inglese,conferisce al film quell'ulteriore senso di comicità senza mai comunque uscire dall'ambientazione.I tre sono finiti in carcere per diverse vicissitudini,riescono ad evadere imbattendosi in varie peripezie,Roberto riesce anche a catturare un coniglio per sfamarsi,indimenticabile la sua faccia soddisfatta.Alla fine riesce anche a trovare un amore,la solita fatina interpretata dalla Braschi,gli altri due non vanno per niente d'accordo così di fronte a un bivio uno dei due dirà all'altro " which way you go,I go the other way" ultima frase che chiude il film.
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nick castle
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lunedì 8 giugno 2009
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pellicola di jarmush per antonomasia!
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Jim Jarmush non relega i tre attori(che per altro gigoneggiano e improvvisano alla grande) a una storia limitata e fine a se stessa, ma traccia dei luoghi e dei caratteri più importanti della storia in se. Uno dei non tantissimi esempi in cui la narrazzione della storia ha il sopravvento sulla storia, e se al'inizio il film sembra essere un po' allo sbando, nella seconda parte, ovvero dalle scene in prigione in poi, il film prende ben altra piega, e questa volta il montaggio non aiuta la narrazione, anzi la ostacola, il cambio di inquadratura non serve, tutto è chiaro come la luce del sole, anche se i protagonsiti parlano con le spalle alla cinepresa. Fotografia superba di Robby Muller. Benigni almeno una testa sopra gli altri.
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aldo marchioni
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lunedì 19 gennaio 2015
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il nulla, as usual
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Come sempre, Jim Jarmusch non mi comunica nulla. Nessuna emozione, nessun sentimento, nessuna riflessione, nessun pensiero. Niente.
Dovrebbe, nelle intenzioni, essere un film divertente, brillante, almeno in parte: sono arrivato fina alla "famosa" schena del gelato (I scream, you scream ...), che, avevo letto, è esilarante. Non mi sono esilarato nemmeno un po', e qui ho abbandoanto questo inutile film.
Benigni non sembra nemmeno lui: è vero che era agli inizi della sua carriera, ma me lo ricordo, in quel periodo, incontenibile. Par riuscire a spegnere perfino la verve di Benigni ci voleva un Jim Jarmusch, colui che riesce a far sembrare brutta perfino Roma (vedi il quarto episodio di Night on Earth), ed i monti Appalachi in autunno (vedi Broken Flowers).
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Come sempre, Jim Jarmusch non mi comunica nulla. Nessuna emozione, nessun sentimento, nessuna riflessione, nessun pensiero. Niente.
Dovrebbe, nelle intenzioni, essere un film divertente, brillante, almeno in parte: sono arrivato fina alla "famosa" schena del gelato (I scream, you scream ...), che, avevo letto, è esilarante. Non mi sono esilarato nemmeno un po', e qui ho abbandoanto questo inutile film.
Benigni non sembra nemmeno lui: è vero che era agli inizi della sua carriera, ma me lo ricordo, in quel periodo, incontenibile. Par riuscire a spegnere perfino la verve di Benigni ci voleva un Jim Jarmusch, colui che riesce a far sembrare brutta perfino Roma (vedi il quarto episodio di Night on Earth), ed i monti Appalachi in autunno (vedi Broken Flowers).
Veramente inutile film: che sia stato fatto, o non sia stato fatto, nulla cambia. Che Jim Jarmush esista o non esista, nulla cambia per il cinema, non sono mai riuscito, personalmente, a trovare alcuna significativa influenza di Jim Jarmusch su altri film o registi.
Il peggior regista che io abbia mai incontrato. No peggiore: inutile.
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