Daltanious

La storia di Daltanious si può senz'altro definire la più originale della saga infinita dei robot spaziali che, a cavallo della fine degli anni 70 e gli inizi degli anni 80, ha inebriato lo spirito e il cuore degli adolescenti. Al contrario delle altre storie , piuttosto ripetitive nella trama ,in questo caso l'invasione degli spaziali ( in questo caso i terribili Akron") passa in secondo piano lasciando spazio ad altre situazioni veramente innovative quali il "processo di clonazione" ma soprattutto vengono messi in forte risalto i sentimenti. A ben pensarci il protagonista della serie Daltanious non è l'invincibile robot, e nemmeno il suo pilota Kento bensi Kloppen, il supremo comandante degli Akron. la sua figura risulta essere assai significativa in quanto il personaggio si sdoppia, dal feroce condottiero, spietato e cinico, si passa ad un alter ego caratterizzato da sentimenti profondamente umani e da una generosita addirittura commovente e strappalacrime nel momento in cui "sacrifica la propria vita" donando il suo cuore sano al padre di Kento. Anche dal punto di vista iconografico la trasformazione di Kloppen risulta assai significativa: nella prima parte della serie, egli indossa una maschera che lo rappresenta quasi come un alieno senz'anima, mentre nel momento in cui avviene la "conversione" dello stesso kloppen egli assume delle sembianze umane tanto che la sua figura pare quasi diventare estremamente fragile. Un ultimo accenno sul già citato processo di clonazione: è un volo verso...il futuro visto che tale tematica non era mai stata citata in alcun altro serial di robot spaziali. In questo caso la "clonazione" serviva per salvare il prestigio di un impero e i così detti "biodroidi" ( esseri artificiali) venivano utilizzati per "rimpaiazzare" il sovrano nei momenti opportuni. Insomma una chiara denuncia che mette in risalto che , a volte anche gli umani risultano essere assai crudeli, a volte il loro cinismo supera persino quello degli spaziali sempre maledettamente spietati alla conquista della terra. Daniel Pisani