Sarebbe stata una modesta ricostruzione di un fatto di cronaca nera di vent’anni prima questo film del 1973 di Claude Bernard-Aubert, quasi un anonimo docufilm girato in stile televisivo, se non fosse per la presenza straordinaria di Jean Gabin, nella parte del vecchio Gaston Dominici, che lo trasforma in un potente noir drammatico e ne rende ancora piacevole ed interessante la visione a distanza di mezzo secolo. Il plot prende spunto da un delitto inspiegabile e senza movente, proprio per questo a tutt’oggi irrisolto, di una famiglia di turisti inglese, i Drummond, una coppia di cinquantenni con la figlia di dieci anni, che si fermò imprudentemente a campeggiare nella notte tra i 4 e il 5 agosto vicino Lurs, un paesino di campagna dell’Alta Provenza, ai margini della proprietà dei Dominici, un casale circondato da un terreno incolto dove il patriarca Gaston portava a pascolare le sue caprette.
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Sarebbe stata una modesta ricostruzione di un fatto di cronaca nera di vent’anni prima questo film del 1973 di Claude Bernard-Aubert, quasi un anonimo docufilm girato in stile televisivo, se non fosse per la presenza straordinaria di Jean Gabin, nella parte del vecchio Gaston Dominici, che lo trasforma in un potente noir drammatico e ne rende ancora piacevole ed interessante la visione a distanza di mezzo secolo. Il plot prende spunto da un delitto inspiegabile e senza movente, proprio per questo a tutt’oggi irrisolto, di una famiglia di turisti inglese, i Drummond, una coppia di cinquantenni con la figlia di dieci anni, che si fermò imprudentemente a campeggiare nella notte tra i 4 e il 5 agosto vicino Lurs, un paesino di campagna dell’Alta Provenza, ai margini della proprietà dei Dominici, un casale circondato da un terreno incolto dove il patriarca Gaston portava a pascolare le sue caprette. La dolcezza del paesaggio bucolico contrasta con la durezza dei volti dei paesani, gente che aveva sofferto durante la guerra e conservava nascoste le armi che aveva usato contro i tedeschi qualche anno prima, forse per un’improbabile rivolta sociale. Nel finale il film di Aubert si trasforma in uno scialbo legal thriller senza mordente ed ancora una volta è la zampata istrionica del vecchio leone indomito di Gabin che salva capra e cavoli, è il caso di dire, con una delle sue ultime magistrali prove attoriali.
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