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veltlinertyrol
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lunedì 8 dicembre 2008
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in ricordo di gian maria volontè
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pur con qualche lacuna riflette in modo corretto (anche se vagamente didascalico)le atmosfere dei primi anni 70, con il fermento libertario della galassia movimentista alla ricerca della identità tra autonomia operaia e nascenti gruppi fautori della lotta armata. Superbo Volontè (pleonastico) affiancato da ottimi interpreti.Un film decisamente sottovalutato dalla critica del tempo e mai abbastanza rivalutato oggigiorno.
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populista
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lunedì 27 ottobre 2008
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il capolavoro di goffredo fofi
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"Sbatti il mostro in prima pagina" è un capolavoro immortale, non ci sono dubbi, e si potrebbe star qui ore a elencare i pregi indiscutibili del film: la virulenza inesorabile, il manicheismo, il didascalismo, il populismo, l'estremismo furioso, la faziosità, l'ideologismo... Ma una cosa questo film ha che nessun film politico italiano era mai riuscito a non avere: non è demagogico. La demagogia è stato il grande difetto del cinema politico, non le sono sfuggiti Petri, Pirro, Rosi, Solinas, Pontecorvo, Maselli... "Sbatti il mostro in prima pagina" riesce ad essere politico, è assolutamene privo di alcuna demagogia. Eccezionale, e ineguagliato.
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anonimo
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mercoledì 24 settembre 2008
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"lotta continua"
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"Sbatti il mostro in prima pagina" di Marco Bellocchio-Goffredo Fofi è il film-manifesto di "Lotta Continua".
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jay
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martedì 9 settembre 2008
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bellocchio, per un po', come resnais...
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Peccato che Bellocchio non abbia lavorato con Goffredo Fofi come Alain Resnais ha lavorato con Semprun: sarebbero nati immortali capolavori di cinema italiano, all'insegna delle straordinarie teorie fofiane del libro "Il cinema italiano: servi e padroni", capolavoro della critica e miglior libro di Fofi. Bellocchio ha preferito Massimo Fagioli a Fofi, e abbiamo visto con che risultato. Peccato. O forse Fofi non ha voluto, fiutando il rischio di diventare un Guru, e allora ha fatto bene.
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anonimo
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giovedì 4 settembre 2008
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il più grande capolavoro del cinema italiano
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"Sbatti il mostro in prima pagina" è il film italiano più bello mai realizzato. Un capolavoro immortale. La sua straordinaria grandezza è talmente incommensurabile, che mi è impossibile scriverne.
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anonimo
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giovedì 28 agosto 2008
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da fritz lang a bellocchio
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"Sbatti il mostro in prima pagina" è stato "L'alibi era perfetto" italiano. È stato il film italiano più vicino alla poetica di Lang (il Lang americano). Sicuramente, se Goffredo Fofi avesse fatto il regista, sarebbe stato il Fritz Lang italiano, il più grande allievo della poetica langhiana. Lo stesso non si può dire affatto per Bellocchio: "Sbatti il mostro in prima pagina" è stato il suo ultimo film bello.
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anonimo
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giovedì 28 agosto 2008
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tratto da "l'alibi era perfetto" di fritz lang
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Bellocchio e Fofi traggono il soggetto e la sceneggiatura di "Sbatti il mostro in prima pagina" da "L'alibi era perfetto", piccolo e veloce film americano (misconosciuto e bellissimo) di Fritz Lang, italianizzandolo e riattualizzandolo: nasce un capolavoro che tiene testa senza difficoltà al film di Lang!
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anonimo
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sabato 12 luglio 2008
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sbatti il mostro in prima pagina
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"Sbatti il mostro in prima pagina" è evidentemente ispirato al capolavoro di Fritz Lang "L'alibi era perfetto". Ed è bello quanto quello!
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josh
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venerdì 30 maggio 2008
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informazione (in minuscolo)
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Un film interessante quello di bellocchio anche rivisitato in chiave odierna!!Un lungometragggio critico sulla strategia della tensione politica degli anni 70 , sulla strumentalizzazione dell'informazione e sul lavaggio del cervello di massa compiuto dai media(cosa che oggi avviene ancora e con efficacia maggiore grazie alla tv!).
Un film però che si lascia anche vedere come un classico giallo con una storia di sufficiente spessore e che rispetta i ritmi filmici del genere!
Se da una parte questa scelta alleggerisce la visione del film da un'altra ne sminuisce leggermente la credibilità con interventi troppo marcati sulla vicenda in particolare del personaggio di volontè (direttore capo de "il giornale" p.
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Un film interessante quello di bellocchio anche rivisitato in chiave odierna!!Un lungometragggio critico sulla strategia della tensione politica degli anni 70 , sulla strumentalizzazione dell'informazione e sul lavaggio del cervello di massa compiuto dai media(cosa che oggi avviene ancora e con efficacia maggiore grazie alla tv!).
Un film però che si lascia anche vedere come un classico giallo con una storia di sufficiente spessore e che rispetta i ritmi filmici del genere!
Se da una parte questa scelta alleggerisce la visione del film da un'altra ne sminuisce leggermente la credibilità con interventi troppo marcati sulla vicenda in particolare del personaggio di volontè (direttore capo de "il giornale" p.s. che ho appreso poi essere un nome fittizio all'epoca visto che l'ononimo esistente uscì anni dopo)!
L'interpretazione di Gian Maria è come ormai ci aveva abituati il grandissimo attore al di sopra della media ed è un valore aggiunto al film con la sua erre moscia l'acento milanese e l'espressione superiore e piena di sè;da antologia la scena del discorso con la moglie..
Ottime anche le prove di Laura Betti, nella parte della donna anziana sfruttata dal discreto Corrado Solari nel ruolo del presunto assassino Mario Boni e, quella di John Steiner nella parte dell'Ing. Montelli (Bellissimo e attualissimo il suo monologo nella parte finale del film!)Sufficiente invece la prova di Fabio Garriba che impersona l'inesperto giornalista roveda alla caccia della VERA VERITA'!!
Per concludere voglio citare altre tre scene da antologoia:
1 Volontè corregge con Garriba un suo articolo sostituendo alcuni vocaboli nel titolo e cambiandone di conseguenza completamente il senso.
2 Volontè al telefono sempre con Garriba mandato ad una conferenza con l'articolo già pronto per andare in stampa inventato dal nulla.
3 Sempre Volontè a colloquio nella sede del giornale con la Betti che, facendo finta di leggere su un foglio bianco inventa la confessione di Mario Boni, amante della donna, in modo di ottenere la sua testimonianza!
Il film si chiude poi con l'immagine del naviglio che trasporta dei detriti, immagine molto metaforica!
Il giudizio finale su questo film quindi non può che essere molto positivo nonostante i difetti dovuti alla scelta del regista di non calcare troppo la mano ne sulla parte romanzesca e gialla ne su quella politico sociale della vicenda!!
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