L’atmosfera cupa con una presenza inquietante del fango che sembra corrompere ogni cosa ricorda molto il Diango di Sergio Corbucci, così come l’abito e l’indole del protagonista principale. Del resto la fotografia di quel film era proprio di Enzo Barboni, il regista di questo. Nato da un soggetto di Franco Rossetti, che mette mano anche alla sceneggiatura, è il primo western diretto da E B Clucher, al secolo Enzo Barboni, il futuro papà di Trinità. Decadente, malinconico e coinvolgente racconta la pur non originale storia di una vendetta con un taglio fortemente drammatico, ricco di colpi di scena e un buon ritmo. Interessante è anche l’elaborazione dei sottili legami psicologici dei protagonisti principali, tutt’altro che banali.
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L’atmosfera cupa con una presenza inquietante del fango che sembra corrompere ogni cosa ricorda molto il Diango di Sergio Corbucci, così come l’abito e l’indole del protagonista principale. Del resto la fotografia di quel film era proprio di Enzo Barboni, il regista di questo. Nato da un soggetto di Franco Rossetti, che mette mano anche alla sceneggiatura, è il primo western diretto da E B Clucher, al secolo Enzo Barboni, il futuro papà di Trinità. Decadente, malinconico e coinvolgente racconta la pur non originale storia di una vendetta con un taglio fortemente drammatico, ricco di colpi di scena e un buon ritmo. Interessante è anche l’elaborazione dei sottili legami psicologici dei protagonisti principali, tutt’altro che banali. Originariamente doveva essere diretto da Ferdinando Baldi, che però sembra pretendesse di avere nel cast Annabella Incontrera. Di fronte al dictat la produzione decise di sostituirlo con Barboni. Interessanti le musiche di Riz Ortolani spesso utilizzate in contrasto con le scene accompagnate come accade, per esempio, con l’allegro motivo che chiude il massacro finale.
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