gianni lucini
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domenica 13 maggio 2012
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uno dei migliori western "terzomondisti"
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Il film di Giulio Petroni, che narra l’epopea di Jesus Maria Moran detto Tepepa, è considerato ancora oggi uno dei migliori western all’italiana “terzomondisti”. All’epoca segna il trionfo di Tomas Milian e il suo ingresso tra le icone del genere. Tutto sembra perfetto a partire da uno strabordante Orson Welles perfettamente a suo agio nella parte del crudelmente ineffabile colonnello Cascorro. Algido e spietato è John Steiner, impegnato per la prima volta in un film italiano dopo il grande successo della sua partecipazione a “Marat Sade” di Peter Brook. La sceneggiatura, firmata a quattro mani dal solito Franco Solinas e dal cantautore Ivan Della Mea regge bene lo scorrere degli anni nonostante qualche ingenuità figlia dell’epoca in cui è stato girato (il sessantotto).
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Il film di Giulio Petroni, che narra l’epopea di Jesus Maria Moran detto Tepepa, è considerato ancora oggi uno dei migliori western all’italiana “terzomondisti”. All’epoca segna il trionfo di Tomas Milian e il suo ingresso tra le icone del genere. Tutto sembra perfetto a partire da uno strabordante Orson Welles perfettamente a suo agio nella parte del crudelmente ineffabile colonnello Cascorro. Algido e spietato è John Steiner, impegnato per la prima volta in un film italiano dopo il grande successo della sua partecipazione a “Marat Sade” di Peter Brook. La sceneggiatura, firmata a quattro mani dal solito Franco Solinas e dal cantautore Ivan Della Mea regge bene lo scorrere degli anni nonostante qualche ingenuità figlia dell’epoca in cui è stato girato (il sessantotto). Tra i momenti più delicati e drammatici del film c’è il monologo di Tepepa sulla “rivoluzione tradita” con una straordinaria elaborazione della delusione del popolo che si sente usato, la comprensione che la rivoluzione è un processo che non può mai avere un temine e la consapevolezza che il potere finisce sempre per corrompere chi lo pratica. Geniale anche la scelta della colonna sonora che parte in modo quasi sommesso per salire poi d’intensità con il procedere della narrazione.
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renato c.
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martedì 27 dicembre 2016
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film erroneamente poco considerato
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Il film è considerato tra gli "spaghetti western" anche se più che un western è un film sulla rivoluzione messicana, che vuol dare anche un messaggio ideologico! Già Damiano Damiani qualche anno prima aveva fatto un film del genere "Quien sabe?" interpretato da Gian Maria Volontè; questo è un po' più leggero però non si limita minimamente all'azione fine a se stessa ma fa vedere la lotta psicologica tra Tepepa, per il quale la rivoluzione viene al primo posto e durante la quale ogni debolezza d'istinto carnale va perdonata, ed il medico inglese che vuole uccidere Tepepa per vendicare la fidanzata che, dopo essere stata violentata da quest'ultimo si era suicidata! Il medico ha dei ripensamenti vedendo quanto il rivoluzionario sia ben voluto e sia utile alla causa! Un ottimo esempio lo da Paquito che, quando Tepepa gli uccide il padre perchè lo aveva tradito per denaro, dopo un primo momento di smarrimento, lo perdona e continua a seguirlo.
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Il film è considerato tra gli "spaghetti western" anche se più che un western è un film sulla rivoluzione messicana, che vuol dare anche un messaggio ideologico! Già Damiano Damiani qualche anno prima aveva fatto un film del genere "Quien sabe?" interpretato da Gian Maria Volontè; questo è un po' più leggero però non si limita minimamente all'azione fine a se stessa ma fa vedere la lotta psicologica tra Tepepa, per il quale la rivoluzione viene al primo posto e durante la quale ogni debolezza d'istinto carnale va perdonata, ed il medico inglese che vuole uccidere Tepepa per vendicare la fidanzata che, dopo essere stata violentata da quest'ultimo si era suicidata! Il medico ha dei ripensamenti vedendo quanto il rivoluzionario sia ben voluto e sia utile alla causa! Un ottimo esempio lo da Paquito che, quando Tepepa gli uccide il padre perchè lo aveva tradito per denaro, dopo un primo momento di smarrimento, lo perdona e continua a seguirlo. Il film fa anche vedere l'ipocrisia che spesso si celava nei capi rivoluzionari, che usavano il popolo come massa di manovra, per poi, una volta arrivati al potere si comportano esattamente come i predecessori! Quando Tepepa viene ferito il medico è combattuto tra il salvarlo o lascirlo morire e quando Tepepa gli dice che un medico "deve salvare" lo opera estraendogli la pallottola! Purtroppo Tepepa fa l'errore, mentre lo operava, di dirgli che non valeva la pena di far morire lui, utilissimo alla rivoluzione, "por una señorita!" Il medico, preso da un raptus, gli affonda un bisturi nel cuore, uccidendolo! Paquito, che sarà l'unico a sospettare che l'abbia ucciso a bella posta, nel momento in cui da solo sta per partire, lo uccide con un colpo di pistola! Dalle scene finali, poi si vede che sarà lui il succassore di Tepepa! Film che si segue bene, senza momenti di noia, e ottimi gli interpreti da Tomas Milian al perfido Orson Welles fina a John Steiner, molto adatto nella parte del medico. Bellissima la colonna sonora di Ennio Morricone che ci intrattiene durante tutto il film! Da riscoprire!
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dandy
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mercoledì 23 marzo 2011
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yo te maaaaatoooo carrasco!!!!
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Western insolito colmo di umori sessantottini e anticolonialisti.Petroni non è Leone.In una trama dai risvolti scontati(il motivo del desiderio di vendetta del dottore è lampante)lesina un pò troppo sull'azione e le sparatorie(pochissime)non evitando grezzure.Ma il film rimane comunque uno dei migliori prodotti di genere,con connotazioni politiche e un senso epico e malinconico non comune.Milian(che recita in inglese e si doppia da se)gigioneggia e si trova come sempre a suo agio nel ruolo del campesino-rivoluzionario generoso e costretto alla violenza(anche se uno scheletro nell'armadio non gli manca,e sarà la sua rovina)e crea uno dei suoi personaggi migliori.
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Western insolito colmo di umori sessantottini e anticolonialisti.Petroni non è Leone.In una trama dai risvolti scontati(il motivo del desiderio di vendetta del dottore è lampante)lesina un pò troppo sull'azione e le sparatorie(pochissime)non evitando grezzure.Ma il film rimane comunque uno dei migliori prodotti di genere,con connotazioni politiche e un senso epico e malinconico non comune.Milian(che recita in inglese e si doppia da se)gigioneggia e si trova come sempre a suo agio nel ruolo del campesino-rivoluzionario generoso e costretto alla violenza(anche se uno scheletro nell'armadio non gli manca,e sarà la sua rovina)e crea uno dei suoi personaggi migliori.Welles dal canto suo sta in disparte,suda,giganteggia e inspira la consapevolezza tragica di chi fa il suo dovere pur essendo consapevole di avere torto.Finale pessimista e a suo modo "aperto".Musiche di Ennio Morricone.Esiste un'inqualificabile versione ridotta a 97'.Da evitare con cura.
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