luca scialò
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giovedì 10 novembre 2011
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inno alla letteratura, contro il potere della tv
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Montag fa parte della squadra Fahrenheit 451, preposta a dare fuoco ai libri poiché aprono la mente della popolazione, appiattita dalla Tv. La sua vita scorre senza emozioni, finché non conosce Clarissa, la sua vicina di casa che invece ama leggere e lo spinge all'amore per i libri. Così a poco a poco cerca di contrastare quel regime culturale che schiaccia la libertà di pensiero.
Truffaut traspone un romanzo di Ray Bradbury, Gli anni della Fenice (1953). Non vi riesce però del tutto. Il film appare freddo, a volte scoordinato, difficile da seguire. Alcune sequenze rasentano il ridicolo, tant'è che sono approssimate. Resta comunque un inno alla lettura, al potere dei libri contro l'appiattimento culturale della Tv.
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weach
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domenica 28 agosto 2011
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fra poesia ,sogno e voglia di libertà
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Fahrenheit 451
di Francois Trufaut
anno di produzione 1966
tratto dal romanzo di Bradbury
fu film immediatamente stroncato dalla critica in occasione della sua prima presentazione alla mostra cinematografica di Venezia ;poi ,a partire dal 1971 ,si generò una corrente di pensiero inversa e quindi favorevole verso la trasposizione cinematografica di Truffaut.
Ma chi aveva ragione? La critica spietata del 1966 o quella successiva?
Sicuramente la recensione successiva, a mio modo di vedere, per alcuni motivi evidenti: il coraggio di una trasposizione cinematografica difficile da rappresentare,la personale lettura di Truffaut del romanzo di Bradbury, la fotografia immensa di Nicholas Roeg,; una evidente liricità trasognata,il tocco di una regia elegante che, a tratti, utilizza inquadrature da film muto .
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Fahrenheit 451
di Francois Trufaut
anno di produzione 1966
tratto dal romanzo di Bradbury
fu film immediatamente stroncato dalla critica in occasione della sua prima presentazione alla mostra cinematografica di Venezia ;poi ,a partire dal 1971 ,si generò una corrente di pensiero inversa e quindi favorevole verso la trasposizione cinematografica di Truffaut.
Ma chi aveva ragione? La critica spietata del 1966 o quella successiva?
Sicuramente la recensione successiva, a mio modo di vedere, per alcuni motivi evidenti: il coraggio di una trasposizione cinematografica difficile da rappresentare,la personale lettura di Truffaut del romanzo di Bradbury, la fotografia immensa di Nicholas Roeg,; una evidente liricità trasognata,il tocco di una regia elegante che, a tratti, utilizza inquadrature da film muto .
Il tema trattato dal film è chiara rappresenta e denuncia contro una ipotetica società futura pervadente,tipo "grande fratello",dove l'uomo scompare e diviene centrale "una società alveare ": i rigurgiti dell'essere vengono narcotizzati a favore di un potere assoluto che nega il diritta al pensiero.
Il film in esame in qualche modo si rispecchia con altre filmografie , che , seppur con tagli diversi ,affrontano la tematica di un potere assoluto che nega il diritto di essere: vedi L'uomo che fuggì dal futuro" di George; La fuga di Logan; Orwell 1984;Brazil ; anche the Island;ancora V per vendetta; ancora L'esercito delle 12 scimmie ; includerei infine , forse il più rappresentativo quello di Stanley Kubrick ,Arancia meccanica.
Le citate filmografie vengono alimentate dalla perfetta consapevolezza del dramma dell’ uomo ,che in continuo conflitto con se stesso, in realtà obbedisce a forze cosmiche primordiali, complementari,contrapposte , con autorevolezza descritte dalla scuola Taoista quella dell’yin e dello yung , forze presenti in tutto l’universo conosciuto , sia nell’infinitamente piccolo che nell’ infinitamente grande, due forze unite e sperate nello stesso tempo da una forza che le neutralizza ;le similitudini sono evidenti con le moderne conoscenze sulla struttura delle forze che operano all’interno atomo.
Su di un piano spirituale queste due forze , sopra descritte,sono viste come soma e psiche oppure paura ed amore ;o ancora voglia di armonizzare e distruggere ,capacità di condividere o separare!
Fahrenheit 451 è sicuramente da vedere anche perché offre a chi lo assorbe e percepisce un finale aperto di critica ma anche di possibilità di "redenzione " da questi regimi formalmente democratici ma sostanzialmente degenerati, con un controllo potente sia sui consumi di massa che sull' informazione.
Senza esitazione vale quattro stelle d'oro ,;è film da conservare nelle migliori cineteche di chi vuol pensare e cogliere la liricità di una vita piena e libera dai condizionamenti.
Buona visone
weach illuminati
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viola klimt
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domenica 22 maggio 2011
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"la vita non è come nei romanzi..."
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Il libro desiderato,esaltato,citato e poi demonizzato diventa la dimensione prospettica privilegiata per fare di Fahrenheit 451 un pellicola "metaletteraria" in cui la letteratura è strumento e materiale della trama. Tuttavia, Francois Truffaut estremizza i contenuti del romanzo fantascientifico di Ray Bradbury( a cui il film si ispira) creando una tensione fra una fantastica dimensione futuristica dai tratti pallidi e scarni e una dimensione intellettuale ( più interiorizzata) eccessivamente ridodante, virtuosistica, quasi "dovuta". Montag si vanta della virtuosa interpretazione e di Oskar Werner(alla sua seconda partecipazione in un film di Truffaut dopo il ruolo di Jules in "Jules e Jim") ma è un personaggio chiaramente intrappolato in un stato embrionale, depotenziato.
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Il libro desiderato,esaltato,citato e poi demonizzato diventa la dimensione prospettica privilegiata per fare di Fahrenheit 451 un pellicola "metaletteraria" in cui la letteratura è strumento e materiale della trama. Tuttavia, Francois Truffaut estremizza i contenuti del romanzo fantascientifico di Ray Bradbury( a cui il film si ispira) creando una tensione fra una fantastica dimensione futuristica dai tratti pallidi e scarni e una dimensione intellettuale ( più interiorizzata) eccessivamente ridodante, virtuosistica, quasi "dovuta". Montag si vanta della virtuosa interpretazione e di Oskar Werner(alla sua seconda partecipazione in un film di Truffaut dopo il ruolo di Jules in "Jules e Jim") ma è un personaggio chiaramente intrappolato in un stato embrionale, depotenziato. Il ruolo chiave del film sembra essere quello di Clarisse a cui Julie Christie dà una tocco di attualità e rinnovato romanticismo.
L'intento del romanzo di Bradbury era di esorcizzare l'incubo di una società votata al fittizio,all'estremo indesiderabile,all'antiutopico. Una società antidemocratica, consumisticamente violenta, materialista.
Ma la pellicola non restituisce giustizia alla pagina scritta,si ha quasi l'impressione di un "copia e incolla" dei dialoghi , un macchinoso tentativo di estetizzare là dove invece era necessario estremizzare. Truffaut cerca di ispirarsi a quell'universo del cinema di Hitchcok chiamato suspense ma il suo esperimento fallisce. E la scollatura più evidente è quella tra l'attualità della trama e la pruriginosità delle scene .
C'è malinconia, la malinconia dell' essere cosi lontani dal Truffaut de "I quattrocento colpi"e di "Jules e Jim".
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(di valerio solari )
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rongiu
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venerdì 14 gennaio 2011
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biblioteche di tutto il mondo, unitevi!
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Il genio di Francois Truffaut è stato ingiustamente e tante volte malmenato. La scarsa attenzione, dedicata dal regista francese, alla Realpolitik resta senz’altro l’accusa più rilevante. Ma, Truffaut non è certo tipo da perdersi d’animo; insacca ed attende. Ama la letteratura tanto quanto il teatro; la passione per i libri, trasmessagli dalla nonna, ne fanno un divoratore. L’occasione per rifarsi, gli viene data dal romanzo, fantascientifico-distopico, dello scrittore statunitense Ray Bradbury \Fahrenheit 451/ e nel 1966 esce da lui diretto, l’omonimo film. Anche questo film è meravigliosamente impregnato di orme che conducono a fatti e vicende relative alla sua vita; l’infanzia in particolare.
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Il genio di Francois Truffaut è stato ingiustamente e tante volte malmenato. La scarsa attenzione, dedicata dal regista francese, alla Realpolitik resta senz’altro l’accusa più rilevante. Ma, Truffaut non è certo tipo da perdersi d’animo; insacca ed attende. Ama la letteratura tanto quanto il teatro; la passione per i libri, trasmessagli dalla nonna, ne fanno un divoratore. L’occasione per rifarsi, gli viene data dal romanzo, fantascientifico-distopico, dello scrittore statunitense Ray Bradbury \Fahrenheit 451/ e nel 1966 esce da lui diretto, l’omonimo film. Anche questo film è meravigliosamente impregnato di orme che conducono a fatti e vicende relative alla sua vita; l’infanzia in particolare. In Fahrenheit 451 l’annullamento fisico dei libri, offre importanti spunti di meditazione. Se lelettere filosofiche di Seneca vogliono essere uno strumento di crescita morale, altrettanto lo sono i fotogrammi di Truffaut.
Il titolo fa riferimento alla temperatura necessaria all’autocombustione della carta. Il protagonista è Montag \ Oskar Werner /, il perfetto pompiere. Compito principale di Montag e della sua silente squadra, è quello di scovare e bruciare dai “nidi” più impensati e bui i libri. Montag è sposato con Linda \ Julie Christie / videodipendente e perfetta cittadina. Un dì, dopo aver assistito al martirio di una donna per la sua BIBLIOTECA, per un pompiere massimo trofeo, tiene un tomo per sé. Inizia a leggere…
Truffaut, per questo suo primo film a colori si è avvalso della collaborazione del premio Oscar Bernard Hermann \migliore colonna sonora 1942/ per il film “L’oro del demonio”.
Good Click !
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fearthereaper
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sabato 3 aprile 2010
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veramente scadente, 10 volte meglio il libro
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non posso fare una valutazione analitica perchè il film l'ho visto molto tempo fa, però non mi sono scordato l'impressione che mi ha dato e stò leggendo proprio adesso il libro, che dire c'è una grande differenza... ad esempio se guardando il film alla fine ti chiedi: "una distopia basata esclusivamente sul divieto di leggere? che assurdità!" se leggi il libro capisci che la distopia non si basa su quello ma su tutte le sue conseguenze che lì vengono mostrate e spiegate...
ma poi sostanzialmente, poco poco più dinamico no? lo so che i classici sono tutti così però, se seguivano il libro veniva fuori ben altro.
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dario 86
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lunedì 25 agosto 2008
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perche' poco riuscito?
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non sono un critico ma a me sembra un film che non merita questo giudizio.
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john
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giovedì 21 agosto 2008
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visionario e profetico
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Capolavoro tratto da un capolavoro. Geniale e coinvolgente ritratto di una società che se da una parte esaspera lo stato e la produttività, dall'altro ipertrofizza l'individuo fino a destrutturarlo. Conivolgente tragedia collettiva, ma con un finale pieno di speranza. E poesia...
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giano_m
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giovedì 7 agosto 2008
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angosciante
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film pienamente riuscito: anche se la trama può non essere identica (ma non è questo il compito del cinema), credo che sia stato ben riprodotto lo spirito del libro
Una bella frecciatina agli architetti, con l'Unité d'habitation di Le Corbusier (o qualcosa che gli assomiglia molto) sfondo della scena iniziale
mi sarebbe piaciuto sentire un "commento musicale" di Morricone, sullo stile delle musiche più angoscianti (tipo quella della "Classe operaia")
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doctorcit
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mercoledì 9 luglio 2008
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quando la fantasia supera la realta'
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la distruzione dei libri è sempre una sconfitta
del genere umano
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(di andrea)
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k
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giovedì 12 giugno 2008
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vero meglio libro!!!
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...è un film molto bello...MA...il libro è diverso...non so spiegare, forse succede con tutti i film visti dopo aver letto un libro, forse con questo succede un po' di più...se potete leggete il libro, lo amerete...il film romanza una storia d'amore che nel libro aveva una parvenza di amore etereo senza mai dimostrarsi...
viene cmq da un grande libro e racconta una grande storia, pur modificandone punti interessanti...
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