elgatoloco
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mercoledì 4 novembre 2020
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comunque efficace, tra mélo e altro(drmmatico-sent
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Tra ill mélo,il drammatico, il sentimentale, questo"Foxfire"(Joseph Pevney, dal romanzo omonimo di Anya Selon, sceneggiato da Ketti Frings, 1955-troppo esplicito il titolo italiano "Orgoglio di razza")dove una ragazza ricchissima ma in cerca di"nuovo"sposa un ingegnere minerario, meticcio(sang-me^lé o come volete definirlo, tutte definizioni denigratorie di una condizione umana comunque nobile e arricchente)di origni materne Apache. Difficoltà ma poi, tra varie traversie e disastri in qualhce modo superati(una gravidanza forse perduta della donna, all'epoca il codice di censura USA era terribile, un incidente in miniera del marito), amor vincit omnia e la coppia si trova anche un bel gruzzolo, dato che la miniera o meglio la parte anteriore della stessa nasconde un giacimento d'oro, vecchio sogno di"El Dorado"reqlizzato.
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Tra ill mélo,il drammatico, il sentimentale, questo"Foxfire"(Joseph Pevney, dal romanzo omonimo di Anya Selon, sceneggiato da Ketti Frings, 1955-troppo esplicito il titolo italiano "Orgoglio di razza")dove una ragazza ricchissima ma in cerca di"nuovo"sposa un ingegnere minerario, meticcio(sang-me^lé o come volete definirlo, tutte definizioni denigratorie di una condizione umana comunque nobile e arricchente)di origni materne Apache. Difficoltà ma poi, tra varie traversie e disastri in qualhce modo superati(una gravidanza forse perduta della donna, all'epoca il codice di censura USA era terribile, un incidente in miniera del marito), amor vincit omnia e la coppia si trova anche un bel gruzzolo, dato che la miniera o meglio la parte anteriore della stessa nasconde un giacimento d'oro, vecchio sogno di"El Dorado"reqlizzato... dove lo happy end non poteva né doveva mancare, anche in cista del fatto che a metà anni 1950. A determinare le ragioni del film e quasi certamente del romanzo(che non conosco, però, anche perché non molto diffuso e difficilmente reperibile, a quanto sembra)c'è però anche un fatto storico, ossia la "Relocation"de 1953, ossia iltrasferimento, con la legge 280 del Congresso USA , della giurisdizione sulla maggior parte delle aree tribali ai governi statal di molti States, anche per convincere gli"Indios"a trasferirsi nelle aree urbane , promettendo lavoro e alloggio.Una disposizione legislativa ambigua che, fingendo di superare completamente ogni forma di discriminazione razziale, nel contempo, fa in modo(gli imperialisti bianchi sono diabolicamente furbi...)che molti"WHasps"si impossessino di terre "indiane"pagandole anahc a prezzi scandalosamente basse. Nel dramma si vede anche, bisogna dire in forma positiva, la madre orgogliosa dell'ingegnere nonché le leggende che la stessa racconta, ma il"message"(non in the battle)rimane improntato a una sorta di"concordismo buonista"che elude di riflettere e far riflettere sulle grandi colpe dlela"white civilisation"... Jane Russell è brava e bella(in seguito la sua vita sarebbe stata un inferno, come noto dalla sua biografia), Jeff Chandler è bravo anch'egli, con qualche"tirata"forse sopra le righe per i nostri gusti, ma all'epoca il mélo aveva determinate esigenze"cogenti", Dan Dureaya, nella parte del medico presenta una caratterizzazione valida, altri comprimati sono senz'altro all'attezza. Complessivamente dunque un film decisamente interessante anche, come ho cercato di mostrare, per motivazioni storico-antropologiche-sociologiche che certamente all'epoca sfuggivano, per motivi di"contemporaneità"agli spettatori sia americani sia"strangers"non avvertiti... Con elmento che sembrano calati, appunto, da un drammone sociale e da alre considerazioni di vario tipo, il film è certamente uno specchio di situazioni, di preoccupazioni e anche di aspirazioni, in parte all'epoca e forse anche oggi, quando il fim "passa"in TV incomprese e ancora non abbastanza comprese. Non proprio del tutto adeguata, ma certamente"funzionale"seguendo le singole sequenze, il sound track di Frank Skinner. El Gato
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