Film crepuscolare, nel senso cromatico del termine, ove si instaura una predominanza di toni scuri.
Timothy Gibbs, volto buio e incavato, rende bene lo smarrimento, la disperazione, la perdizione inesorabile di uno scrittore di grande successo colpito all'improvviso da uno dei lutti più gravi: la morte della moglie e della figlia in un rogo appiccato da un suo fan squilibrato.
Bousman si confronta con gli eterni temi della religione, della salvezza e della fede; ma, spesso non riesce nel suo intento e, in più parti, ne deriva un pastiche confusionario e troppo pretenzioso.
Solo il finale più o meno chiarificatorio conferisce un senso compiuto alla trama sfilacciata e ben poco lineare.
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Film crepuscolare, nel senso cromatico del termine, ove si instaura una predominanza di toni scuri.
Timothy Gibbs, volto buio e incavato, rende bene lo smarrimento, la disperazione, la perdizione inesorabile di uno scrittore di grande successo colpito all'improvviso da uno dei lutti più gravi: la morte della moglie e della figlia in un rogo appiccato da un suo fan squilibrato.
Bousman si confronta con gli eterni temi della religione, della salvezza e della fede; ma, spesso non riesce nel suo intento e, in più parti, ne deriva un pastiche confusionario e troppo pretenzioso.
Solo il finale più o meno chiarificatorio conferisce un senso compiuto alla trama sfilacciata e ben poco lineare.
Abbastanza noiosa la narrazione, non si salva nemmeno con la serie di flashback rivelatori che vengono messi (in un finale che più confusionario non si può) a casaccio dal regista per spiegare Chi, o meglio Cosa, è destinato ab origine a diventare il presbitero immobilizzato sulla sedia a rotelle.
Sterile esercizio di stile in salsa pseudohorror. Brividi ammortizzati e filtrati. Effetti speciali poveri e scadenti.
Prodotto lontano anni luce dalla tensione splatter caratteristica della serie di Saw l'Enigmista, serie che Bousman ben conosce per essere stato il regista di tre capitoli della saga.
Ripetere una combinazione di numeri all'infinito, visti dal protagonista ovunque, fino al parossismo, anzichè rendere interessante la vicenda, la diluisce e ne dilata inutilmente i tempi, banalizzandola.
Onestamente, sconsigliato.
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