Nouvelle Vague

Un film di Richard Linklater. Con Zoey Deutch, Alix Bénézech, Paolo Luka Noé, Nicolas Dozol.
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Commedia, - Francia 2025. - Bim Distribuzione MYMONETRO Nouvelle Vague * * * 1/2 - valutazione media: 3,97 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Non solo per cinefili basta amare la vita

di Alberto Crespi La Repubblica

Sembra un finto documentario alla Zelig , in inglese un "mockumentary" ("mock" significa "prendere in giro"). In realtà è molto di più: Nouvelle Vague , nuovo film dell'americano Richard Linklater, è nell'ordine: una lettera d'amore al cinema; un viaggio nel tempo; un inno alla creatività; un tour de force stilistico che da un lato ricrea i film della Nouvelle Vague francese a cominciare dallo splendido bianco e nero firmato da David Chambille, dall'altro partorisce un racconto deliziosamente classico e popolare che bypassa le rivoluzionarie effrazioni linguistiche dell'originale. Sì, perché Nouvelle Vague è la storia di come Jean-Luc Godard ha realizzato Fino all'ultimo respiro , un film che nel 1960 ha rivoluzionato la grammatica del cinema. Esiste un cinema pre-Godard e uno post-Godard, e Nouvelle Vague li contiene entrambi. Già nel 2017 era passato a Cannes un film in cui il cineasta ginevrino era interpretato da un attore, Louis Garrel: Il mio Godard di Michel Hazanavicius. Era molto brutto: voleva essere dissacrante ed era solo maligno. Questo film di Linklater invece è proprio bello. Anticipiamo la domanda: è un film cinefilo? Molto. E sapere tutto o quasi di Fino all'ultimo respiro , di come venne girato in venti giorni e con pochissimi soldi, aiuta. Ma non è un film "per iniziati". Linklater è molto sportivo: introduce i personaggi mettendoli in posa, come in una foto d'epoca, con il loro nome a mo' di didascalia. Ma quasi subito si esce dalla cinefilia e si vola in una piega della storia - a cavallo fra gli anni 50 e 60 - in cui la vita sembrava leggera e tutto era possibile. Il Godard del film (Guillaume Marbeck) è un trentenne geniale e arrogante, che sputa citazioni colte a ogni piè sospinto. Ma tutti gli vanno dietro, anche il produttore tirchio Georges de Beauregard, anche la segretaria di edizione Suzon Faye che, abituata al cinema industriale, lo ammonisce di continuo che sta girando scene impossibili da montare; anche la diva americana Jean Seberg (Zoey Deutch, splendida) che fa le bizze ma pian piano scoprirà un mondo lontanissimo dalla Hollywood in cui è vissuta. E perché accade ciò? Perché il mondo è giovane, così come il cinema. Perché il giovane Belmondo (Aubry Dullin) è un trascinatore. Perché, come diceva Bogart in Casablanca , avremo sempre Parigi, ricreata in bianco e nero in modo addirittura commovente. Perché le regole esistono ma vanno riscritte. Perché tutto è nuovo e libero, come le strade di Roma quando Rossellini (che compare a una festa e si intasca i tramezzini) girava Roma città aperta . Andate a vedere Nouvelle Vague quando uscirà in Italia. Non serve essere esperti di Godard. Basta amare la vita.
Da La Repubblica, 18 maggio 2025


di Alberto Crespi, 18 maggio 2025

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