Dexter: Original Sin

Il Dexterverse s'impreziosisce di due nuove parabole narrative. La prima è questa serie, che affonda le radici nell'ingresso nel mondo del lavoro di un giovane Dexter Morgan. La seconda il ritorno sulle scene di Michael C. Hall, qui presente come sempre come voce narrante, per un ulteriore sequel e ancora nel ruolo che lo ha reso universalmente popolare dopo che pensavamo ci avesse lasciato orfani con la messa in onda dell'ultimo episodio di Dexter: New Blood (id.; 2021-2022).

Per l'occasione, a prendere il posto di Hall, con tanto di coltelli e desiderio di sangue mai represso, l'attore irlandese Patrick Gibson, già nel cast di The OA (id.; 2016-2019), la cui interpretazione sa ricalcare silenzi, sguardi e riflessioni del Dexter originale. Ad affiancare Gibson nel suo ingresso nel mondo del lavoro, un Harry Morgan per una volta in carne e ossa, non più immaginato con le sembianze eteree di James Remar, ma con quelle molto concrete di Christian Slater, che dopo Mr. Robot (id.; 2015-2019) si cimenta nuovamente in un ruolo paterno, impersonando un tutore della legge vedovo, con problemi cardiaci e un passato da dimenticare che affonda le proprie radici nel primo incontro con il figlio adottivo e in una vecchia storia di droga.

Il duplice piano temporale (anni '70 vs. anni '90) nel quale si dipana il ritorno sul piccolo schermo dell'anatomopatologo più particolare di sempre, è capace di spingere lo spettatore a non prediligere una delle due narrazioni. L'una con un giovane Harry alle prese con i primi vagiti della figlia Debra. Con una moglie ancora viva e presente e un'informatrice da spingere fra le braccia del cartello del Narcotraffico di Miami. La seconda con la fine del college e l'ingresso nel mondo del lavoro e della polizia di Miami del giovane Morgan. La coesistenza famigliare con la sorella Debra, eccellente anche la prova di Molly Brown, ancora alle prese con le lezioni scolastiche e uno stile di vita tutt'altro che irreprensibile. E l'inizio dell'applicazione del 'codice' necessario per incanalare il passeggero oscuro che accompagna Dexter fin dall'infanzia.

Lo showrunner Clyde Phillips, autore di New Blood e fra gli autori delle prime quattro stagioni della serie capostipite, riesce a confezionare una nuova serie nella quale le due linee temporali rappresentano l'una per l'altra, il serbatoio dal quale attingere fatti e informazioni necessarie per auto alimentarsi partendo dall'esplorazione del passato famigliare e professionale di Harry, fino all'infanzia di Dexter. Permettendo a chi vede di iniziare a conoscere meglio anche i trascorsi dei membri della polizia che appariranno successivamente nella serie originale.

Si può storcere la bocca per un prodotto che forse non sa aggiungere molto alla parabola narrativa di un personaggio il cui excursus si poteva ritenere ampiamente esaurito con le precedenti otto stagioni, più una. Ma di certo questi dieci nuovi episodi riescono ancora a catturare con suspense l'attenzione degli spettatori, aprendo la via anche a una possibile nuova stagione, a causa di un finale non definitivo.

Piacerà, e molto, a chi aveva già apprezzato la serie originale e magari non era del tutto rimasto soddisfatto per la conclusione offerta da New Blood, pur non aggiungendo molti colpi di scena a quello che già sapevamo su mister Morgan e famiglia.