Il film è indubbiamente molto gradevole e ben fatto, ma a mio avviso offre allo spettatore una lettura dell'opera di Raffaello alquanto parziale e discutibile. In particolare esalta tutta la sua produzione dedicata alla "donna" vista come madre, amante, dea, anche donna di potere e presenta Raffaello come pittore massimo del cinquecento per quanto riguarda la rappresentazione della donna in contrasto con Michelangelo sommo pittore dell'uomo. In tal modo vengono a mio avviso sviliti entrambi gli artisti: Raffaello ha rivoluzionato non solo il modo di dipingere la donna, ma l'essere umano: con lui nasce il ritratto, sia maschile sia femminile, inteso con raffigurazione di una persona particolare (non idealizzata) e con una profondissima lettura psicologica. Raffaello non ama solo le donne, ma anche i suoi amici (Baldassarre Castiglione, Pietro Aretino) e ha un legame profondo con i suoi mecenati (Giulio II e soprattutto Leone X) che immortala in tele che influiranno profondamente su Velasquez. Inoltre Raffaello è il più grande del duo secolo per quanto riguarda l'affresco: nel ciclo delle Stanze Vaticane la figura femminile non riveste certo
un ruolo di primo piano, mentre prevale l'attenzione all'equilibrio fra architettura e uomo, quest'ultimo rappresentato in composizioni complesse (ispirate da Leonardo) e via via sempre più dinamiche. La ricerca continua porta Raffaello a sperimentare nuovi colori e nuove tecniche pittoriche che influenzeranno sia il seicento di Caravaggio sia i secoli successivi.
Insomma Raffaello è stato molto di più che un grande pittore di donne! E lo dico in quanto donna e assolutamente catturata da questo artista sublime.
Una ultima osservazione negativa riguarda la scelta della voce narrante: quella di Valeria Golino è senza dubbio una voce affascinante, come attrice, ms non come narratrice ed ed è un vero pugno nelle orecchie. Con tutte le bravi attrici e doppiatrici con voci limpide e importanti, perché scegliere proprio la Golino?
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