A spasso con Willy

Illustre dottoressa,
ho letto la Sua recensione, tecnicamente ineccepibile, sul film in questione.
Se avessi dovuto esaminare il prodotto cinematografico considerando le singole componenti del lungometraggio, non avrei saputo descriverlo in modo migliore; mi permetterei tuttavia di suggerirle un punto di osservazione differente rispetto a quello che Lei ha considerato.
Quello di un genitore.
La più grande paura, tanto per una madre quanto per un padre, è sicuramente quella di "perdere", nell'accezione più ampia del termine, il proprio figlio, finanche idealmente...di mancare tappe di crescita che sono comunemente considerate importanti. Il piccolo protagonista del film, nelle mille difficoltà incontrate nel viaggio senza i genitori, cresce, impara, resiste, diventa un piccolo uomo. Questo dottoressa, mi creda, agli occhi di un padre, ha un effetto dirompente, al punto che mi sono trovato, alla fine del film, ad asciugarmi qualche lacrima. Se è quindi vero il brocado "è la somma che fa il totale", mi permetta di dirle che a mio modestissimo parere la Sua precisissima e tecnicamente ineccepibile recensione rimane agli occhi di un genitore senza quel pizzico di sentimento che ritengo sia necessario per valutare un film per bimbi (anche perché, per quanto irrilevante possa sembrare, Il film ha emozionato me, i miei figli e gli amici con cui ho condiviso la visione).
Vivissime cordialità.

Massimiliano