albert
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venerdì 10 gennaio 2025
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coccole
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Il film narra l'ultima settimana di terza media di Kayla Day. La si vede all'inizio registrare un video su youtube, per dare consigli su come accrescere l'autostima e su quale sia il comportamento da tenersi quando si è in mezzo agli altri. Il video, come altri che pubblica, non avrà un gran successo, ma soprattutto lei è la prima a non riuscire a metterli in pratica, risultando timida e impacciata, tanto da vincere il premio per la ragazza più silenziosa dell'ultimo anno di medie. Alla sua opera prima in qualità di regista e sceneggiatore, Bo Burnham, attore comico, riesce a dirigere il film in modo effervescente e delicato, rimanendo sempre molto vicino alla realtà adolescienziale.
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Il film narra l'ultima settimana di terza media di Kayla Day. La si vede all'inizio registrare un video su youtube, per dare consigli su come accrescere l'autostima e su quale sia il comportamento da tenersi quando si è in mezzo agli altri. Il video, come altri che pubblica, non avrà un gran successo, ma soprattutto lei è la prima a non riuscire a metterli in pratica, risultando timida e impacciata, tanto da vincere il premio per la ragazza più silenziosa dell'ultimo anno di medie. Alla sua opera prima in qualità di regista e sceneggiatore, Bo Burnham, attore comico, riesce a dirigere il film in modo effervescente e delicato, rimanendo sempre molto vicino alla realtà adolescienziale. La colonna sonora è sempre in sintonia con le situazioni che di volta in volta si presentano. Ottima anche la scelta di Emily Robinson che fa risultare credibile il personaggio di Kayla, con le sue dicotomie. Burnham ci presenta questo mondo adolescenziale come troppo vincolato da stereotipi, soprattutto lessicali, che lo rende poco spontaneo e artefatto. Sarà proprio un ragazzo d'aspetto poco attraente, ma dall'atteggiamento di chi non si fa condizionare dai social, che Kayla si troverà meglio. L'aspetto meno riuscito del film risulta il rapporto col padre, che vuole essere tanto protettivo da risultare ossessivo, per poi trovare una giusta chiave di lettura per rapportarsi con la figlia. Il padre è di una bontà e di una pazienza poco realistiche, tanto che ne risulta l'immagine di un uomo troppo perfetto per essere vero. Film molto grazioso
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lunedì 15 ottobre 2018
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teenagers nell'era dal giudizio facile
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L'adolescenza è il periodo più critico per la maggior parte delle persone, sicuramente il più importante, cruciale per determinare il proprio futuro perciò si tramuta nella fase più difficile e apparentemente lunga da superare. Queste affermazioni si fanno sempre più sentite e veritiere con il susseguirsi delle generazioni le quali devono affrontare sempre più difficoltà, ostacoli, sfide e soprattutto una realtà sempre più fredda, sistematica, selettiva e cinica.
La realtà quotidiana immersa nella società virtuale, e quindi ormai quella più reale, la quale i "nuovi" adolescenti si ritrovano a dover superare risulta sempre più complessa da comprendere per le generazioni più mature, anche solo di pochi anni, questo perché il cambiamento è sempre più veloce, forsennato nel trasformare il modo di vivere dei giovani.
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L'adolescenza è il periodo più critico per la maggior parte delle persone, sicuramente il più importante, cruciale per determinare il proprio futuro perciò si tramuta nella fase più difficile e apparentemente lunga da superare. Queste affermazioni si fanno sempre più sentite e veritiere con il susseguirsi delle generazioni le quali devono affrontare sempre più difficoltà, ostacoli, sfide e soprattutto una realtà sempre più fredda, sistematica, selettiva e cinica.
La realtà quotidiana immersa nella società virtuale, e quindi ormai quella più reale, la quale i "nuovi" adolescenti si ritrovano a dover superare risulta sempre più complessa da comprendere per le generazioni più mature, anche solo di pochi anni, questo perché il cambiamento è sempre più veloce, forsennato nel trasformare il modo di vivere dei giovani. Progresso, sviluppo, decadenza, lo si può chiamare in molti modi, lo si può vedere da diversi punti di vista e soprattutto lo si può giudicare in maniere totalmente contrastanti, fatto sta che il cambiamento c'è, avviene continuamente e sta a noi decidere se abbracciarlo, assorbirlo, diventare parte di esso ed accettarlo o rifiutarlo categoricamente, distaccarsene ed allontanarsi, non esiste un approccio giusto e uno sbagliato ne uno più semplice e uno più difficile ma è vero che più il tempo avanza e più diventa cruciale e complicato essere un adolescente.
A raccontare tutto questo ci pensa un grandissimo comico, nato come tale proprio in un'era progressista, rivoluzionaria nella tecnologia della comunicazione soprattutto grazie all'avvento di YouTube, piattaforma nella quale pubblicava i suoi primi lavori e che gli ha permesso di essere dove è ora. Perciò, per quanto più adulto, poche persone potevano trattare questo tema in maniera onesta come è riuscito a fare lui con questo più che ottimo "Eighth Grade".
Bo Burnham, infatti, oltre ad aver dimostrato il suo grande talento davanti alla macchina da presa, qui ha dimostrato di essere anche un grande regista che è riuscito ad affrescare l'attuale new generation con sincerità, onestà, umiltà, sensibilità e rispetto senza però sbilanciarsi mai troppo sul giudizio, qualora positivo o negativo, su di essa, lasciando allo spettatore il compito di farsi un'idea propria anche se il vero obiettivo sarebbe quello di semplicemente riuscire a comprendere ed empatizzare. Ed è qui che Burnham eccede, con il suo tatto riesce a far immergere il pubblico all'interno del film, della storia e nei personaggi; non solo si prova empatia per la protagonista, interpretata magistralmente dal talento emergente di Elsie Fisher, ma anche per tutti gli altri personaggi decisamente diversi da lei. Per questo si riesce ad arrivare a capire i vari punti di vista della vicenda.
Ciò porta dentro di noi una quantità di emozioni diverse davvero unica, si prova tristezza, pena, gioia, delusione, rabbia, disprezzo, comprensione, compassione, disagio e molto di più in maniera più o meno esplicita.
Molto del film si coglie dopo averlo finito, alcune inquadrature rimangono impresse come scolpite dentro di noi, alcuni dialoghi assumono un significato molto più forte e incisivo una volta finito il tutto.
Non è un film perfetto, soprattutto nella forma e nel ritmo ma riesce in ogni caso a toccare tantissimi aspetti di questo enorme e delicato argomento e il modo in cui lo fa è davvero la sua grande peculiarità. Insomma lento, pesante ma difficile da dimenticare perché anche molto emozionante.
Voto: 8,5/10
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