Matteo Marelli
Film TV
Secondo Ivelise Perniola l'Olocausto rappresenta «la presenza di un'assenza», quella dei sei milioni di ebrei assassinati, «e l'assenza in quanto tale non può lasciare immagini». L'interrogarsi attorno alla rappresentabilità dell'orrore e la scelta di confinarlo al di fuori dalla zona di visibilità dell'immagine (che non vuol dire negarne l'esistenza ma evitare, per una questione morale, qualsiasi operazione di spettacolarizzazione dell'inimmaginabile) è ciò che mette in dialogo film tra loro diversissimi per scelte registiche: Shoah di Claude Lanzmann con L'immagine mancante di Rithy Panh (che racconta di un altro genocidio, quello compiuto in Cambogia dal regime comunista di Pol Pot) e Il figlio di Saul di László Nemes. [...]
di Matteo Marelli, articolo completo (1670 caratteri spazi inclusi) su Film TV N. 5 del 29 gennaio 2019