Castaway On the Moon

Questo film è fantastico, perla della cinematografia sudcoreana. Gioca sulla linea sottile ed impercettibile che divide l'irrealtà, il sogno, l'assurdo, la possibilità, il drammatico, il sentimentalismo ed il comico, tutto insieme in una miscela che raramente risulta equilibrata e "squisita" agli occhi dello spettatore. Un film che incanta e che ti trascina, degno delle pellicole europee ed americane. Sulla base di una storia assurda (un uomo, tentando il suicidio, finisce per ritrovarsi su un isola "deserta" a pochi metri da un'enorme città e, non sapendo nuotare e senza riuscire a trovare risposta ai suoi appelli d'aiuto, dopo aver scartato l'ipotesi del suicido decide di sopravvivere in maniera rudimentale e primitiva), viene resa possibile grazie al particolare intreccio che lo "sfortunato" protagonista ha con una donna (con problemi "esistenziali") che non conosce e che lo "spia" con una macchina fotografica dopo essersi accorta di lui casualmente mentre praticava la sua passione (fotografare la luna). Dopo una prima parte, che racconta la storia del naufrago, e dopo una seconda, che racconta invece la vita di questa "sognatrice", la storia si unifica meravigliosamente e silenziosamente, dando vita ad un film che, seppur non ai livelli del ben più incantevole e straordinario Into the Wild, merita d'essere visto. Voto: 8,5/10.