Il vento del perdono |
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Un film di Lasse Hallström.
Con Jennifer Lopez, Robert Redford, Morgan Freeman, Josh Lucas, Damian Lewis.
continua»
Titolo originale An Unfinished Life.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 107 min.
- USA 2005.
uscita venerdì 18 novembre 2005.
MYMONETRO
Il vento del perdono ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Un inno all'amicizia, quella introvabile.
di Paolo CiarpagliniFeedback: |
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mercoledì 11 aprile 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo una recensione come quella di Rossella, è ben difficile aggiungere qualcosa. Credo lo si possa fare soltanto in due modi: o dissentendo, e quindi scrivendo una 'propria' opinione, oppure, ed è questo che io farò, guardando il film e commentandolo da un più semplice e diretto punto di vista, quello dello spettatore. Va detto, che seppur approvi pienamente l'analisi inappuntabile di Rossella trapela dalle sue parole, o un'antipatia a 'pelle' per Jennifer, (fermo restando la verità espressa, sul suo dubbio talento recitativo), oppure, il non comprendere volutamente, e con una punta di cinismo, il fatto che nel mondo dello spettacolo oggi vi è ben di peggio. Cara Rossella, dovrai pur riconoscere a questa 'ragazza' nata e cresciuta nel 'Bronks!', di essere una vera forza della natura. Ottima ballerina-show-girl, cantante 'passabile', attrice non eccelsa, ma assolutamente passabile, aiutata in tutto ciò da una bellezza lontanissima dalla volgarità e che, mozza il fiato. Il fatto catastrofico se vogliamo, è che in questo film non si ritrova accanto a partner 'qualunque', ma a due fra i più grandi attori che il cinema americano ha l'onore di annoverare, (nonostante, il risaputo e giusto rifiuto dello star-sistem da parte di Redford). A giudicare dagli incassi USA, molti devono soffrire come te di una sorta di Lopez-fobia, poichè, è incredibile come un film così bello abbia visto al botteghino i soli 'parenti e amici dei protagonisti', o poco più. La pellicola è un grande, lodevole, struggento inno all'amicizia, (quella che esiste solo idealisticamente, tanto per intendersi), ed un documento di sconvolgente bellezza che grida, come probabilmente Redford ha voluto, lasciate in pace la natura!. Ed io mi unisco a lui, in questo mondo assurdo, sbandato, persosi nei valori, ottusamente inconsapevole dell'essere incanalato in un vicolo senza ritorno, io dico bravo Redford!. La storia, i temi che il film tocca sono svariati, e tutti degni di una attenzione massima. Quello che a mio avviso ne viene fuori, è uno struggente affresco di una natura che volge verso un'ultimo rantolo se la mano fratricida dell'uomo, non troverà una ragione per arrestarsi. Poichè è immenso l'attrito, improponibile la comparazione che il film restituisce allo spettatore: parlo come prima detto, dei tanti, troppi valori dissoltisi nell'aria, nei tempi, surclassati dalla demenzialità e l'effimeratezza della società odierna. L'orso risulta infine, il più grande messaggio del film. Come Freeman dice: 'siamo noi che ci siamo intromessi, volevamo portargli via ciò che era suo'. La delicatissima problematica della violenza in famiglia viene completamente volatilizzata, davanti a tutto il resto. Redford, un autentico, savio, raro idealista e grande interprete. Freeman un colosso incomparabile, che purtroppo spesso lavora in pellicole neppure lontanamente pensabili per tanto talento. Paesaggi indimenticabili, che sembrano quasi, abituati come siamo a ben altre visioni, irreali, tanta è la loro prorompente bellezza.
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