Come due coccodrilli |
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Un film di Giacomo Campiotti.
Con Giancarlo Giannini, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Sandrine Dumas.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 96 min.
- Italia, Francia 1994.
- Cinecittà Luce
uscita venerdì 31 marzo 1995.
MYMONETRO
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La fiaba della nostra vita
di Marco VineisFeedback: |
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martedì 30 maggio 2006 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non si puo' parlare certamente di un film d'azione, neppure di una commedia o di una fiction! E' una semplice storia che spiega delicatamente i piccoli dettagli della vita. Il film e' una combinazione di avvenimenti ed un sussegguirsi di comportamenti tipici di quegli anni del Nord d'Italia. Una descrizione perfetta dell' ambiente e dei modelli comportamentali, dettati da valori come la fierezza, l'orgoglio e la compostezza ben rappresentati da Giannini nella figura dell' imprenditore tutto d'un pezzo e ben acquisiti dal figlio Gabriele che sapeva rispettare i limiti impostigli dalla famiglia, ma che sapeva anche farsi valere nel momenti piu' opportuni. E' una fiaba che lascia ampio spazio all'immaginazione: Parigi, il mondo dell'arte, la Francia, erano per noi italiani un modello intellettuale che lambiva i confini del Nord d'Italia, facendoci sempre sognare e credere al benessere; e questo e' senz'altro l'elemento fondamentale nella seconda parte del film dove Bentivoglio da il massimo di se e riesce a rappresentare perfettamente la figura dell' uomo intellettuale, forte e sicuro, come era suo padre. E' un film per fratelli: la storia trasuda d'amore puro e genuino che Gabriele ha per suo fratello Martino. La fuga di Gabriele e' uno slancio rabbioso verso la liberta' alla ricerca del proprio spazio. Liberato da tutti gli stereotipi del luogo, indipendente e libero, Gabriele si deve confrontare con il mondo esterno e non e' difficile capire che lui, ce la fara'. E' qui che l'immaginazione prende il sopravvento e diventa sogno. Lo spettatore e' costretto ad immedesimarsi nella vita di Gabriele e sogna l'avventura e la fiaba della sua vita. Ed e' proprio la fuga da tutto che da ossigeno e forza a Gabriele per ritornare a cercare il fratello, perche' la vendetta da lui cospirata non e' altro che una giustificazione per ritornare alla ricerca del suo amato fratello. La fine del film e' pura emozione. Il traghetto che si allontana nel lago e le urla al cielo sono un'immagine sensazionale e colma di sentimento. Personalmente non amo il cinema, lo trovo ormai noioso e poco interessante, stracolmo di cose scontate. Ho notato che per far presa sul pubblico, anche noi europei abbiamo iniziato a fare film di alto livello di stupidita', che non ci rappresenta per niente. Questo film entra nel cuore e nella mente, insegna a tutti noi di non dimenticare lo stile italiano, che e' una risorsa importante per poterci confrontare intellettualmente con il resto del mondo. Ringrazio l'autore di tutto questo.
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