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Athos Magnani torna a Tara, paese della bassa emiliana dove ha vissuto il suo omonimo padre, per ricostruirne la storia e la morte. Suo padre è stato un partigiano antifascista, ucciso dai fascisti durante uno spettacolo a teatro. Progettava, insieme ad altri tre amici, di fare un attentato al Duce proprio durante quello spettacolo. Ma l'ordigno fu scoperto e Mussolini dovette annullare la sua visita. Per questo motivo, è diventato un eroe del paese, con tanto di busto commemorativo. Ma Athos figlio trova intorno a sè molto astio. Scoprendo che quel mito che ruota intorno al padre è solo stato montato ad arte.
Se il successivo Il conformista, è un'opera apertamente anti-fascista e anti-borghese, questa pellicola denota maggiori dubbi e incertezze sull'anti-fascismo e i miti creati talvolta a regola d'arte per consegnare eroi ai posteri. Bertolucci ci fa così riflettere sull'autenticità della storia, sull'attendibilità di chi la scrive. Il treno in ritardo che dovrebbe riportarlo verso casa è anche una metafora della fine del Fascimo.
Affascinante la fotografia e il colore ancien di Vittorio Storaro. Omaggio a Ligabue nei titoli di apertura, ma anche allo stile di Magrette da parte di quest'ultimo. Lo sfondo offerto dalla caratteristica Sabbioneta fa il resto.
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