Bandidos |
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Un film di Massimo Dallamano.
Con Enrico Maria Salerno, Cris Huerta, Venantino Venantini, Terry Jenkins, Maria Martin.
continua»
Western,
durata 91 min.
- Italia 1968.
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La forza della vendettadi Gianni LuciniFeedback: 29144 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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martedì 13 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
È l’idea della vendetta la forza che muove l’intera storia raccontata da Bandidos. Per il film che segna il suo debutto alla regia Massimo Dallamano, direttore della fotografia di Sergio Leone con il nome di Jack Dalmas, cambia pseudonimo, diventa Max Dillman e sceglie di lavorare su un antieroe tormentato dal desiderio di una vendetta apparentemente impossibile. Richard Martin è lontano anni luce dal cinismo disincantato dei personaggi di Leone. In lui il disincanto non esiste e il cinismo è soltanto un atteggiamento esteriore. L’intera sua esistenza ha un solo obiettivo: vendicarsi di un uomo che lo ha privato per sempre dell’uso delle mani e, come si scoprirà alla fine del film, ha tradito e rinnegato un antico rapporto di complicità e amicizia. Non c’è tradimento dei codici di genere e neppure una loro forzatura sostanziale nel film di Dallamano quanto un lavoro sulla definizione dei personaggi che finisce per introdurre interessanti elementi di novità nella struttura narrativa. Il più rilevante riguarda proprio l’antieroe, che deve convivere con due tormenti interiori: il desiderio di vendetta (già presente in molti film del genere, a partire dal Django di Corbucci) e la consapevolezza di non poterlo soddisfare in proprio. A complicare la sua vita arriva anche un personaggio come Philip Raymond o Ricky Shot, come viene chiamato per tutto il film, che finisce per deluderlo anteponendo i propri interessi personali al compito per il quale è stato preparato. La vendetta, sembra dirci il regista, è un tormento personale e non può essere trasferita. A confermarlo c’è l’epilogo con la morte dell’antieroe che non chiude la spirale ma trasferisce il tormento della vendetta al suo giovane allievo. Quest’ultimo, infatti, quando uccide finalmente Billy, non lo fa per compiere la vendetta del suo maestro ma per vendicare il suo assassinio. Il film è uscito nella sale anche con il titolo Crepa tu... che vivo io
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