dandy
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giovedì 21 gennaio 2016
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di una bellezza straziante.
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Definito da molti il ballet più famoso di tutti i tempi,probabilmente a ragione.Racconto popolare,melodramma e sperimentazione si incontrano dando il vita ad una memorabile quanto crudele storia sull'arte come spietata domiatrice dei tre protagonisti(dove il rapporto tra Lermontov e Vicky sfiora il sadomasochismo)e obbiettivo che incarna sia la vita che la disfatta della stessa.Il destino dell'artista tormentato si contrappone a quello del personaggio che interpreta,destinato alla disfatta.L'irreale e immaginifica sequenza del ballo è pura arte visiva,sicuramente uno dei pochissimi casi in cui è stata data forma alla gioia incontenibile di chi danza in perfetta armonia e sicurezza,nonostante la paura possa fare capolino.
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Definito da molti il ballet più famoso di tutti i tempi,probabilmente a ragione.Racconto popolare,melodramma e sperimentazione si incontrano dando il vita ad una memorabile quanto crudele storia sull'arte come spietata domiatrice dei tre protagonisti(dove il rapporto tra Lermontov e Vicky sfiora il sadomasochismo)e obbiettivo che incarna sia la vita che la disfatta della stessa.Il destino dell'artista tormentato si contrappone a quello del personaggio che interpreta,destinato alla disfatta.L'irreale e immaginifica sequenza del ballo è pura arte visiva,sicuramente uno dei pochissimi casi in cui è stata data forma alla gioia incontenibile di chi danza in perfetta armonia e sicurezza,nonostante la paura possa fare capolino.Una sequenza che non potrà mai invecchiare,inestimabile lezione sullo splendore ottenuto con la semplicità unita alla creatività che nessuna overdose di effetti digitali da centinaia di milioni di dollari potrà mai eguagliare.Memorabile anche il confronto finale,quasi un "triello" emozionale.Un capolavoro all'altezza della propria fama,che ha entusiasmato il pubblico(vincendo l'Oscar per le musiche,i costumi e le scenografie) e molti futuri registi famosi(Scorsese,Coppola,De Palma)ed è stato più volte imitato("Un americano a Parigi").Difficile dire quale sia il migliore tra questo film e il successivo "I Racconti di Hoffman",di certo il secondo è più maestoso.La sceneggiatura di Pressburger si ispirava ad una favola di Hans Christian Andersen,e fu scritta nel'39 su richiesta di Alex Korda,che in seguito abbandonò il progetto.Il regista allora comprò i diritti nel dopoguerra e con Michael Powell allestì una compagnia di danza ingaggiando la stella del balletto britannico Moira Shearer.
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carloalberto
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giovedì 25 novembre 2021
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per gli amanti del balletto classico
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E’ un melodramma sentimentale, ispirato all’omonima fiaba di Andersen, messo in scena dal duo registico Powell-Pressburger, e caratterizzato filmicamente da un cromatismo esasperato e da notevoli, per l’epoca, effetti speciali, che, con sovrapposizioni di immagini e dissolvenze varie, giunge all’apoteosi scenica quando il mare irrompe nel teatro fino ad invadere il proscenio, mentre la protagonista è trascinata in un ballo frenetico dalle demoniache scarpette rosse.
Per chi non ama il balletto classico il film risulterà noioso, in quanto un terzo della sua durata è dedicato alle rappresentazioni coreografica della compagnia di danza, che sembra voler scimmiottare quella famosa in tutta Europa agli inizi del novecento dei Balletti russi di Djagilev.
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E’ un melodramma sentimentale, ispirato all’omonima fiaba di Andersen, messo in scena dal duo registico Powell-Pressburger, e caratterizzato filmicamente da un cromatismo esasperato e da notevoli, per l’epoca, effetti speciali, che, con sovrapposizioni di immagini e dissolvenze varie, giunge all’apoteosi scenica quando il mare irrompe nel teatro fino ad invadere il proscenio, mentre la protagonista è trascinata in un ballo frenetico dalle demoniache scarpette rosse.
Per chi non ama il balletto classico il film risulterà noioso, in quanto un terzo della sua durata è dedicato alle rappresentazioni coreografica della compagnia di danza, che sembra voler scimmiottare quella famosa in tutta Europa agli inizi del novecento dei Balletti russi di Djagilev. Infatti, l’impresario ed il primo ballerino hanno nomi russi, Lermontov e Boleslawsky. Peraltro, gli attori che interpretano i ballerini sono tutti danzatori di professione. Segue con spoiler.
Il plot, incentrato sul dilemma tra vivere per l’arte o vivere d’arte, è poco interessante per il grande pubblico a meno che non sia tradotto nel più prosaico e condivisibile dubbio se sia meglio lavorare per vivere o vivere per lavorare, qualsiasi sia la professione svolta. La scelta finale della protagonista è la non scelta, ovvero il sottrarsi al terribile dilemma mediante suicidio.
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pinkyblack
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martedì 16 febbraio 2010
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memorabile più per il restauro,
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il film è espressione di un esaltante colorismo, davvero memore dei restauri pittorici più arditi e al limite dell'etica-
La storia è un classico melodramma e sulla volontà degli autori di creare una manifestazione di arte, completa e totale, mi sembra oggi si possano imputare evidenti anacronismi storicizzati.
Le scenografie del balletto giostrate fra richiami a deserti daliniani, paesaggi di un primo macro cubismo, con reminescienze cezaniane, isolamenti o dissolvenze in odore di surrealismo, si mescolano con le ambientazioni teatrali che per il protagonismo degli orchestrali e dei ballerini in abiti d'epoca richiamano sia suggestioni ottocentesche romantiche sia, soprattutto per le ardite inquadrature dei musicisti, squarci fuori "quadro" di degas e di seurat.
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il film è espressione di un esaltante colorismo, davvero memore dei restauri pittorici più arditi e al limite dell'etica-
La storia è un classico melodramma e sulla volontà degli autori di creare una manifestazione di arte, completa e totale, mi sembra oggi si possano imputare evidenti anacronismi storicizzati.
Le scenografie del balletto giostrate fra richiami a deserti daliniani, paesaggi di un primo macro cubismo, con reminescienze cezaniane, isolamenti o dissolvenze in odore di surrealismo, si mescolano con le ambientazioni teatrali che per il protagonismo degli orchestrali e dei ballerini in abiti d'epoca richiamano sia suggestioni ottocentesche romantiche sia, soprattutto per le ardite inquadrature dei musicisti, squarci fuori "quadro" di degas e di seurat.
I giochi di dissolvenze appaiono oggi ingenui e la pretesa di farne una carta d'identità dell'arte appare datata anche in relazione all'epoca , un 1948 che già da un decennio dichiarava la morte dell'arte e dell'aura di un'espressione artistica votata alla pura contemplazione.,
concludendo un classico in tecnicolor, apprezzabile forse più per l'intervento di recupero della materia filmica che per altro
pinkyblack
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[+] il restauro?...ha solo reso nuova dignità al film.
(di 04855847)
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