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Ancora una volta un film francese che mi è piaciuto moltissimo. Philippe Garrel ha diretto un piccolo capolavoro e il bianco e nero lo rende ancora più grande dandogli un tocco di estrema eleganza. Attori molto bravi e Louis Garrel in particolare che si dimostra all'altezza del suo ruolo, a volte superficiale e distaccato ma che si scopre invece fragile, sensibile e romantico a modo suo. Un film girato quasi eclusivamente tra quattro fredde pareti che si intrecciano benissimo con le complicate storie passionali dei protagonisti e in un esterno altrettanto chiuso nelle stradine che conducono gli interpreti ai loro soffocanti appartamenti e al luogo di lavoro, il teatro. Philippe Garrel comunque non chiude i personaggi nelle loro storie d'amore soltanto ma li rende consapevoli della loro intricata e complicata situazione, li fa dialogare, e con sincerità fa vivere le loro storie così nella maniera più naturale possibile. Importante il ruolo della bambina che già così piccola sembra accogliere con disinvoltura e senza traumi gli amori nascenti o finiti del padre... o forse abituata ormai alla vita precaria anche della madre, accetta le varie situazioni naturalmente. Personalmente non riuscirei a vivere situazioni così, mi sentirei soffocare e non vivrei serenamente una storia d'amore in questa maniera, ma Garrel ha fatto vedere altre facce diverse di amori, passioni ed il suo film resta è da vedere assolutamente.
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