Le avventure di Robinson Crusoe

Potrebbe essere l'ennesimo film sul plurifamoso marinaio Robinson Crusoe ma non è così. Questo per merito del regista George Miller che non si limita ai bei paesaggi esotici o alle peripezie più o meno avventurose dello sfortunato Crusoe ma cerca di approfondire lo scontro tra civiltà opposte e le incomprensioni inevitabili che esso comporta senza alcun compiacente svolazzo pseudo pietistico. Merito anche di Pierce Brosnan che dona tragico spessore al protagonista e alle sue vicende non riducendolo ad un folle guerriero scimiottante gli ultimi samurai. E' un film sull'amicizia fra uomini diversi e incompatibili; un film sull'incontro-scontro Uomo-Natura e sull'importanza di quest'ultima per colui che si ritiene il campione della civiltà quando essa cessa di essere un elemento di pura coreografia e assume le sembianze della vita pulsante. Robinson è costretto a fuggire dalla civiltà per evitare la vendetta dei parenti dell'amico Patrick ucciso in duello perchè ossessionato dall'amore per l'amata Mary. Sarà sempre l'amicizia a riportarlo nella civiltà al termine di un percorso di sofferenza e di dolore non certo solo fisico. Il fedele cane Skipper prima e l'indigeno Venerdì, le cui morti indurranno in lui un dolore che non potrà più essere rimarginato facilmente, saranno per Robinson altrettanti momenti di crescita spirituale. Robinson tornerà alla sua Mary riconoscendo il suo reale posto nel mondo e accanto a lei, forse, saprà apprezzare di più i veri beni della vita.