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Influenzati da una lezione del singolare professor Googwin, Cathy, Derrick e Travis si danno a uno sperimentale lavoro di gruppo sulla relazione tra notizia e pettegolezzo. E, per condurre in porto la sperimentazione, mettono in giro la voce che Naomi, bella e ricca, nonchè schiva matricola del college, sia andata a letto con Beau. Il pettegolezzo prende il volo, si accresce di bocca in bocca sino ad assumere i connotati della calunnia. E Beau, accusato di stupro, rischia la condanna. Si apre un divario nei protagonisti, e soprattutto nell'affascinante Cathy: meglio l'amara verità o una pericolosa bugia? Derrick (che dell'ispettore ha solo il nome) sembra pensarla diversamente: "sono solo parole" è la sua cinica e beffarda conclusione. E Travis, artista inquieto e tormentato, è diviso tra il rimorso della prima e la faciloneria del secondo. Inquietante apologo sulla sottile linea di demarcazione tra inverosimiglianza e realtà, Gossip avvolge lo spettatore intelligente, quello che non sa fermarsi alle apparenze, in un folle gioco fatto esso stesso di apparenze e verità, arrivando quasi a confondere i due livelli conoscitivi, sino al finale, ancora una volta inverosimile, e perciò discutibile. Ne risulta un film controverso, che divide, perchè la sua stessa dinamica è doppia e scissa e costringe il critico a scegliere, tra l'una o l'altra prospettiva. Gossip è una partita truccata, un folle gioco di cui si devono accettare o rifiutare in blocco tutte le regole. E al di là di qualsiasi considerazione polemica, è un travolgente baratro che trascina dalla prima all'ultima sequenza. Il resto, sono solo parole.
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