renato c.
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mercoledì 18 maggio 2011
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l' albertone anni '60
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Buon film divertente e significativo del simpatico Alberto Sordi, che si riferisce ad un fatto realmente accaduto anche se il film è come sempre annunziato che qualunque riferimento a persone ed a fatti realmente accaduti è puramente casuale! Nel 1959 un vigile si era permesse di multare per un sorpasso il questore di Roma il quale se ne è molto risentito, e come accade nel film l'inflessibilità morale del vigile è stata smontata da scoperte poco edificanti sulla sua famiglia, in particolar modo sulla sorella che faceva la prostituta a Milano. Quando il film è uscito aveva suscitato infatti polemiche, tant'è vero che ne hanno spostato l'uscita dopo le elezioni amministrative del 1960.
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Buon film divertente e significativo del simpatico Alberto Sordi, che si riferisce ad un fatto realmente accaduto anche se il film è come sempre annunziato che qualunque riferimento a persone ed a fatti realmente accaduti è puramente casuale! Nel 1959 un vigile si era permesse di multare per un sorpasso il questore di Roma il quale se ne è molto risentito, e come accade nel film l'inflessibilità morale del vigile è stata smontata da scoperte poco edificanti sulla sua famiglia, in particolar modo sulla sorella che faceva la prostituta a Milano. Quando il film è uscito aveva suscitato infatti polemiche, tant'è vero che ne hanno spostato l'uscita dopo le elezioni amministrative del 1960. L'Albertone fa benissimo la sua parte come pure Vittorio De Sica nella parte del subdolo sindaco corrotto e corruttore. Da tenere presente che nel film Otello Celletti non era inflessibile per sua natura ma si era atteggiato a tale dopo gli aspri rimproveri ricevuti per non avere fatto la multa a Sylva Koscina che viaggiava senza patente e senza libretto di circolazione, e soprattutto dopo che questa lo aveva spifferato al Musichiere davati a 18 milioni di telespettatori. Celletti aveva preso poi l'infrazione del sindaco addirittura come una specie di esame per verificare se con il sindaco il vigile si sarebbe dimostrato inflessibile, e mal glie ne incolse! Il resto va come era accaduto nella realtà: minacce per gli scheletri nell'armadio nella famiglia del vigile, compromessi vari fino al reitegro di Sordi nel corpo dei vigili dal quale era stato licenziato!
Il finale non è come scrive il Farinotti che narra che quando il vigile permette a De Sica di correre come un pazzo, questo si va si a impastare e pare che ne muoia mentre nel film sopravvive. Compromessi di un tempo in un film dell'inizio anni '60 in cui ripetevano spesso che i tempi erano cambiati! Ma adesso, dpo 50 anni sono cambiati? Mah! Ai posteri l'ardua sentenza!
Un particolare: nel film appare Mario Riva, presentatore de "il Musichiere" a pochi mesi dalla sua scomparsa; rico rdo quando da ragazzo ho visto il film al cinema in sala c'è stata commozione!
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filippo catani
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martedì 8 gennaio 2013
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la legge è uguale per tutti
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Finita la II Guerra Mondiale uno scapestrato uomo di mezza età non vuole andare a lavorare se non in un posto e cioè nella polizia municipale. Il giovane figlio, dopo esser riuscito a salvare il figlio di un assessore, riesce a fargli ottenere il posto. L'uomo però, assolutamente fuori posto e non in grado di interpretare il codice, ne combinerà di tutti i colori finendo anche al centro di uno scandalo politico.
Una commedia divertente e che fa riflettere come spesso è accaduto nella cinematografia di Sordi. Il film infatti non solo indaga sulle difficoltà di reinserimento degli uomini che avevano partecipato alla guerra ma anche su certi scandali che allora come oggi potevano scuotere la politica.
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Finita la II Guerra Mondiale uno scapestrato uomo di mezza età non vuole andare a lavorare se non in un posto e cioè nella polizia municipale. Il giovane figlio, dopo esser riuscito a salvare il figlio di un assessore, riesce a fargli ottenere il posto. L'uomo però, assolutamente fuori posto e non in grado di interpretare il codice, ne combinerà di tutti i colori finendo anche al centro di uno scandalo politico.
Una commedia divertente e che fa riflettere come spesso è accaduto nella cinematografia di Sordi. Il film infatti non solo indaga sulle difficoltà di reinserimento degli uomini che avevano partecipato alla guerra ma anche su certi scandali che allora come oggi potevano scuotere la politica. Ed è così che il sindaco supercattolico De Sica finirà per essere scoperto dall'incauto vigile mentre si reca in casa di una donna che non è certo sua moglie. E per cercare di farlo tacere si ricorrerà all'arma del ricatto. Splendida anche la parte con il capo dell'Unione Monarchica che fa il verso ai comizi monarchici ed è splendido nella sua orazione in tribuale in favore del vigile. Un film divertente e ben confezionato con due mostri sacri come Sordi e De Sica che sa unire riflessione e leggerezza come oggi accde raramente.
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elgatoloco
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giovedì 2 giugno 2016
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great italian cinema
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Questo"IL vigile"di Luigi Zampa, che aveva avuto anche qualche problema con la censura, probabilmente più per questioni di"moralità pubblica"che di"moralità sessuale"(all'epoca, comunque, l'Italia era un paese codino, a quanto sembra...)è uno dei grandi film non solo di Alberto Sordi, ormai anche autore "nascosto"("celato", non esplicitato)delle sue gag e dei suoi sketch, non ancora come sceneggiatore e regista dei suoi film, ma di tutto il cinema italiano, che smaschera, in forma comica ma decisa, l'ipocrisia e la scarsa eticità(che con la morale personale non ha nulla a che vedere, situandosi in una dimensione ben più elevata)pubblica di funzionari, politici e semplici cittadini, abituati al più gregario conformismo.
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Questo"IL vigile"di Luigi Zampa, che aveva avuto anche qualche problema con la censura, probabilmente più per questioni di"moralità pubblica"che di"moralità sessuale"(all'epoca, comunque, l'Italia era un paese codino, a quanto sembra...)è uno dei grandi film non solo di Alberto Sordi, ormai anche autore "nascosto"("celato", non esplicitato)delle sue gag e dei suoi sketch, non ancora come sceneggiatore e regista dei suoi film, ma di tutto il cinema italiano, che smaschera, in forma comica ma decisa, l'ipocrisia e la scarsa eticità(che con la morale personale non ha nulla a che vedere, situandosi in una dimensione ben più elevata)pubblica di funzionari, politici e semplici cittadini, abituati al più gregario conformismo. Sordi vigile opportunitsta prima sembra voler fare il super-moralizzatore colpendo il sindaco, poi s'adatta e per"quieto vivere"ritratta tutto quanto dichiarato. Sembra una dichiarazione di sconfitta della politica nel senso più nobile del termine e rivela, prima e direi meglio di "Mani pulite"(che è di più di 30 anni dopo), gli"scheletri nell'armadio"di tanti. Parterre de rois attoriale, con lo stesso Sordi(the great), lo straordinario De Sica(VIttoria, òa va sans dire), Mario Riva, Lia Zoppelli, Mario Scaccia, il grande attore teatrale... E Zampa, in un grande film in bianco e nero, come il coevo felliniano"La dolce vita"... El Gato
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iltrequartista
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venerdì 30 giugno 2017
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otello celletti
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Maestosa interpretazione di Sordi che alterna ,con bravura ,viltà e coraggio a seconda delle necessità della trama.
Il vigile Otello rappresenta al meglio l'italiano medio,capace allo stesso tempo di fare una multa al sindaco e di dimenticarsi delle regole quando incontra la diva del momento( la bella e brava sylva Koscina),di chiedere il lavoro comunale e poi candidarsi con il volto della vittima del sistema.
La semplicità e l'ignoranza dei tempi che furono (ma in fondo non siamo tanto lontani dai fatti di oggi)vengono rappresentate con efficacia disarmante.
È una pellicola che resiste allo scorrere del tempo e consiglierei sopratutto ai più giovani di dargli un'occhiata.
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Maestosa interpretazione di Sordi che alterna ,con bravura ,viltà e coraggio a seconda delle necessità della trama.
Il vigile Otello rappresenta al meglio l'italiano medio,capace allo stesso tempo di fare una multa al sindaco e di dimenticarsi delle regole quando incontra la diva del momento( la bella e brava sylva Koscina),di chiedere il lavoro comunale e poi candidarsi con il volto della vittima del sistema.
La semplicità e l'ignoranza dei tempi che furono (ma in fondo non siamo tanto lontani dai fatti di oggi)vengono rappresentate con efficacia disarmante.
È una pellicola che resiste allo scorrere del tempo e consiglierei sopratutto ai più giovani di dargli un'occhiata.
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great steven
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martedì 8 ottobre 2013
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sordi interpreta un incorruttibile vigile urbano.
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IL VIGILE (IT, 1981) di LUIGI ZAMPA con ALBERTO SORDI – VITTORIO DE SICA – MARA BERNI – MARISA MERLINI – NANDO BRUNO – SYLVA KOSCINA – MARIO RIVA – CARLO PISACANE – FRANCO DI TROCCHIO § Ispirato a un fatto di cronaca veramente accaduto. Otello Celletti, un povero ex soldato disoccupato, fa pressioni e insistenze sul sindaco di Viterbo affinché questi gli affidi un lavoro di vigile motociclista. Ottiene il posto, ma per un condono all’attrice Sylva Koscina (sé stessa) che viaggiava senza patente, viene brutalmente redarguito e, peggio ancora, destituito quando fa una multa al sindaco in persona per mostrargli la sua imparzialità.
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IL VIGILE (IT, 1981) di LUIGI ZAMPA con ALBERTO SORDI – VITTORIO DE SICA – MARA BERNI – MARISA MERLINI – NANDO BRUNO – SYLVA KOSCINA – MARIO RIVA – CARLO PISACANE – FRANCO DI TROCCHIO § Ispirato a un fatto di cronaca veramente accaduto. Otello Celletti, un povero ex soldato disoccupato, fa pressioni e insistenze sul sindaco di Viterbo affinché questi gli affidi un lavoro di vigile motociclista. Ottiene il posto, ma per un condono all’attrice Sylva Koscina (sé stessa) che viaggiava senza patente, viene brutalmente redarguito e, peggio ancora, destituito quando fa una multa al sindaco in persona per mostrargli la sua imparzialità. La vicenda cadrà in risvolti politici e finirà in tribunale. Una commedia all’italiana in piena regola, ottima per collaudare di nuovo con felici esiti il Sordi mattatore degli anni ’60, e anche il bianco e nero si addice molto bene dove il colore avrebbe invece sciupato i canoni di un genere sicuramente valido. Un grosso difetto che però si può riscontrare è il messaggio incorporato nella struttura: il film poteva lavorare su un discorso sull’inefficacia delle istituzioni potenzialmente eccellente, e invece la commedia prima lo introduce, lo sviluppa per un po’ e poi lascia che si gonfi, debordi e straripi dai confini, perdendo un significato che avrebbe potuto funzionare alla grande. Tant’è vero che il sottofinale, in cui ha luogo il processo giudiziario, è una delusione: Celletti capisce contro chi s’è messo e si rende conto che con certa gente è meglio chiudere un occhio e preferibilmente entrambi, dandola vinta al pomposo e irritabile sindaco (un De Sica piuttosto bravo con un bell’equilibrio). A completare il cast si aggiungono la Merlini come l’ansiosa moglie casalinga di Sordi, M. Berni nel ruolo della maliziosa donnicciola amante di De Sica e il caratterista N. Bruno (nato alla fine del XIX secolo!) nei panni del cognato camionista. Scritto da Rodolfo Sonego e Ugo Guerra.
Commedia; giudizio personale: 7 (discreto)
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lucascialo
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domenica 16 settembre 2018
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ritratto di un'italia che non cambia mai
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Otello Celletti è uno sfaticato, che ottiene un posto da scaricatore dal Sindaco come premio per il figlio che ha salvato la vita al figlio di un assessore. Tuttavia, egli ambisce al posto di Vigile, che riesce ad ottenere insistendo col Primo cittadino fino a nausearlo. Tuttavia, la sua solerzia lo porta a scontrarsi col Sindaco, innescando una serie di spiacevoli conseguenze. Vorrebbe mantenere la fermezza, ma il potere politico finisce per coinvolgere pure i familiari. Ognuno con i propri scheletri nell'armadio.
Luigi Zampa, nella sua proverbiale cinematografia impegnata, con venature satiriche, ci regala una piacevole commedia che ben raffigura la nostra Italia.
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Otello Celletti è uno sfaticato, che ottiene un posto da scaricatore dal Sindaco come premio per il figlio che ha salvato la vita al figlio di un assessore. Tuttavia, egli ambisce al posto di Vigile, che riesce ad ottenere insistendo col Primo cittadino fino a nausearlo. Tuttavia, la sua solerzia lo porta a scontrarsi col Sindaco, innescando una serie di spiacevoli conseguenze. Vorrebbe mantenere la fermezza, ma il potere politico finisce per coinvolgere pure i familiari. Ognuno con i propri scheletri nell'armadio.
Luigi Zampa, nella sua proverbiale cinematografia impegnata, con venature satiriche, ci regala una piacevole commedia che ben raffigura la nostra Italia. I suoi meccanismi contorti ben oliati che ancora oggi si muovono sontuosi, pur essendo passati 60 anni. Due grandi interpreti del cinema italiano traspongono da un lato l'italiano medio con i suoi difetti, le sue ambizioni e le sue illusioni (Alberto Sordi) e dall'altro il politico che abusa dei suoi poteri (Vittorio De Sica). Il primo col suo tipico fare grottesco, il secondo con la sua inconfondibile classe.
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movieman
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giovedì 18 giugno 2020
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il fascino della divisa e la voce dell''innocenza
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Di Alberto Sordi si è detto e si continua a dire di tutto, ma uno dei concetti più ribaditi è quello secondo il quale l’attore incarnò sempre l’italiano medio in tutte le sue sfaccettature. Il ragionamento non è sbagliato, visto che tutta la carriera di questo grandissimo attore seguì l’evolversi di tutta la Storia d’Italia del secondo 900. Tuttavia, volendo, la “visione” può essere anche ampliata: i personaggi di Sordi, se vengono isolati dai rispettivi contesti narrativi, non rappresentano soltanto l’italiano medio, ma l’essere umano nella sua globalità. Sono personaggi senza tempo che possiamo trovare sotto qualunque cielo : questa è la vera grandezza dell’arte interpretativa di Sordi.
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Di Alberto Sordi si è detto e si continua a dire di tutto, ma uno dei concetti più ribaditi è quello secondo il quale l’attore incarnò sempre l’italiano medio in tutte le sue sfaccettature. Il ragionamento non è sbagliato, visto che tutta la carriera di questo grandissimo attore seguì l’evolversi di tutta la Storia d’Italia del secondo 900. Tuttavia, volendo, la “visione” può essere anche ampliata: i personaggi di Sordi, se vengono isolati dai rispettivi contesti narrativi, non rappresentano soltanto l’italiano medio, ma l’essere umano nella sua globalità. Sono personaggi senza tempo che possiamo trovare sotto qualunque cielo : questa è la vera grandezza dell’arte interpretativa di Sordi.
Non fa eccezione il protagonista de “Il vigile”. Qui assistiamo alla storia, ispirata ad un fatto di cronaca realmente accaduto, di un disoccupato di una provincia laziale, Otello Celletti, che un giorno ottiene il lavoro di vigile urbano e motorizzato. Otello è allergico al lavoro ma, su insistenza della compagna e del figlio (che ha un ruolo non indifferente nello svolgimento degli eventi), decide di accettare. Il novello pubblico ufficiale, una volta indossata la divisa, comincia a subire il fascino del potere e, dopo un errore dovuto all’incontro inaspettato con l’attrice Sylva Koscina (che interpretò sé stessa) e che gli fa rischiare il licenziamento, Otello cerca di rimediare diventando più solerte, arrivando addirittura ad inseguire il sindaco (con l’intenzione di multarlo per eccesso di velocità) fin dentro la casa dell’amante di quest’ultimo, verbalizzando il tutto e rischiando di far scoppiare uno scandalo.
Questo film, uscito nel 1961, ha i suoi difetti: ha una prima parte energica e spassosa (l’apice lo raggiunge proprio nella scena in cui Otello entra nella casa dell’amante del sindaco), nella quale l’ambiente e i personaggi che animano la vita quotidiana del protagonista vengono delineati benissimo e in maniera pregnante, mentre la seconda metà, quella in cui l’ironia amara e la satira sociale prendono il sopravvento, è leggermente più lenta e forse non affonda il coltello come dovrebbe fare. Inoltre, la regia di Luigi Zampa non va oltre i limiti di un buon artigianato. Però ha anche dei pregi da non sottovalutare e la risata diventa ugualmente un ghigno amaro quando la vicenda si trasforma in una storia sul fascino del potere e della divisa e Sordi, in maniera impercettibile, trasforma il suo personaggio, all’inizio sostanzialmente simpatico (nonostante le sue debolezze) e non privo di umanità e di onestà, in una figura a tratti perfino sinistra e, infine, meschina: è la maschera dell’opportunista. Lo affianca un ottimo cast, nel quale risaltano Vittorio De Sica nel ruolo del sindaco ed il piccolo (all’epoca) Franco Di Trocchio in quello del figlio del vigile: il primo, bravo attore e grandissimo regista del nostro cinema, rende benissimo la falsità del personaggio riuscendo a tener testa a Sordi e a trasmettere un suo carisma, mentre il secondo, scoperto in una borgata romana da Monicelli ,dona un tocco di romanità e di spontaneità in più al film. Non a caso il suo personaggio è l’unico che fa macchia: è un ragazzino e la sua è, come si diceva una volta, la voce dell’innocenza.
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elgatoloco
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domenica 14 marzo 2021
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ancora attualissimo
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"Il Vigile"(Luigi Zampa, autore della sceneggiatura con ROdolfo Sonego e Ugo Guerra, dove Sonego è autore del soggetto, 1960-sembra probabile che nei dialoghi e nella sceneggiatura lo stesso"Albertone".-soprannome che non amava-abbia dato una mano. Storia di un disoccupato con un figlio undicenne e con una compagna, madre del bambino che riesce a far carte false per farsi assumere come vigile in una cittadina laziale vicina a Roma. Come agente dlla polizia stradale è severissimo, in realtà"prepontente"finché, dopo varie vicende, è costretto a cambiare registro, ad "adattarsi", tronvando decisamente un cammino meno cstelalto da ostacoli.
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"Il Vigile"(Luigi Zampa, autore della sceneggiatura con ROdolfo Sonego e Ugo Guerra, dove Sonego è autore del soggetto, 1960-sembra probabile che nei dialoghi e nella sceneggiatura lo stesso"Albertone".-soprannome che non amava-abbia dato una mano. Storia di un disoccupato con un figlio undicenne e con una compagna, madre del bambino che riesce a far carte false per farsi assumere come vigile in una cittadina laziale vicina a Roma. Come agente dlla polizia stradale è severissimo, in realtà"prepontente"finché, dopo varie vicende, è costretto a cambiare registro, ad "adattarsi", tronvando decisamente un cammino meno cstelalto da ostacoli. "Til Vigile".-è il film,, the MOvie. Ben più di stanche rivisitazioni del neorealismo e alla parti con"La Dolce Vita"e "IL Sorpasso"rende, appunto nel tòèico anno 196'0, l'italian way of life di allora, tra boom economico(sviluppo, non progresso, sottolineava acutamente Pier Paolo Pasolini), arroganza e prepotenza, mania della raccomndazione da parte del più forte politicamente e non solo. !Il Vigile"è anche Sordi che, dopo un successo radiofonico clamoroso e qualche film"andato male"o comunque non all'altezza delle aspettative(capitale investito non recuperato , comunque mai con un profitto), , qui veramente"esplode"nel suo torrentiale gigionismo interpretativo, che rende la vigliaccheria, mista all'arroganza, la cattiveria che non è invero"connaturata"ma si manifesta quando la persona è in posizione di vaantaggio e ha dunque bisogno di difendersi attaccando. Deicsamente un piccolo capolavoro, capace di muovere e com.muovere , appunto, chi(gli Italiani di un certo tipo indicato appunto, ancora una votta)da Paoslini"si merita questi film". Slrdi maschera fondamentale, ineguagliabile, Vittorio de Sica che fa il sindaco corrotto, con l'amante che ipocristamente nascondere con ogni mezzo(quando non si parlava , evidentemente, di fivorzio, "sottotraccia"il film ne parla e tematizza"indirettamente "la socsa, straordinario, efficece l'inseirmento di Sylva Koscina, star bellina montante dell'epoca, Marisa Merlini, Mario Riva che fa il prprio ruolo, di presentatore TV("Il Musichiere")con gli spettatori raduinati al bar, mentre gli altri sono"meno famosi"proprio per lasciare tanto spazio a Sordi, quasi.a tratti. in un"one man show"... El Gato
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