danko188
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giovedì 10 marzo 2016
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guerra psicologica sull'atlantico
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Nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico, un sommergibile tedesco affonda un transatlantico alleato. Alcuni superstiti americani si radunano a bordo di una scialuppa di salvataggio: un’elegante giornalista in pelliccia, un ingegnere dalla chiare idee di sinistra, un ricco industriale di destra, un cameriere di colore assai religioso, un marinaio di origini tedesche con la gamba in cancrena, un operatore radio e infine una giovane infermiera. Mentre i nostri eroi dalle scarse conoscenze nautiche s’interrogano su quale possa essere la direzione giusta da percorrere, cercando invano di orientarsi, sale a bordo un naufrago tedesco, disperso anch’egli dopo lo scontro navale. Questi si mostrerà dapprima inoffensivo e pacifico, ma più gli americani abbasseranno la guardia, più le carte che si celano dietro il suo volto paffuto verranno a scoprirsi.
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Nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico, un sommergibile tedesco affonda un transatlantico alleato. Alcuni superstiti americani si radunano a bordo di una scialuppa di salvataggio: un’elegante giornalista in pelliccia, un ingegnere dalla chiare idee di sinistra, un ricco industriale di destra, un cameriere di colore assai religioso, un marinaio di origini tedesche con la gamba in cancrena, un operatore radio e infine una giovane infermiera. Mentre i nostri eroi dalle scarse conoscenze nautiche s’interrogano su quale possa essere la direzione giusta da percorrere, cercando invano di orientarsi, sale a bordo un naufrago tedesco, disperso anch’egli dopo lo scontro navale. Questi si mostrerà dapprima inoffensivo e pacifico, ma più gli americani abbasseranno la guardia, più le carte che si celano dietro il suo volto paffuto verranno a scoprirsi.
Alfred Hitchcock riconferma la sua solida posizione anti-nazista dopo Sabotatori, schierandosi apertamente tra le fila democratiche in quella scacchiera posata sul tavolo dalle grandi nazioni durante il secondo conflitto mondiale. Dice la sua il giovane Maestro del brivido in un film che a differenza di quello sopracitato è ambientato interamente in uno spazio ristretto, situato nella vastità dell’oceano, non occorrono perciò trame di spionaggio o fughe iperboliche stavolta, per realizzare quello che possiamo definire una sorta di Kammerspiel psicologico: 90 minuti girati interamente su una barca che galleggia in una piscina. Cielo e acqua sono stati resi mediante trasparenti. La tecnica di regia è anch’essa piuttosto ordinaria: quasi assenti i movimenti di macchina per tenere alta la concentrazione sui volti dei protagonisti grazie a primi piani più e meno stretti, che evidenziano la sensazione di smarrimento creatasi nel microcosmo in cui sono coinvolti.
La figura più approfondita ed elaborata durante l’arco dell’ora e mezzo è sicuramente quella della giornalista Connie Porter, che d’altronde è anche la prima dell’equipaggio a venirci presentata: sicura di sé, parla fluentemente il tedesco, a volte sembra essere l’unica a credere ancora che ci sia una speranza di salvarsi. E’ motivatrice e romantica, non disdegna il sapore dell’avventura a cui, vista la professione, è sicuramente predisposta. Quello che è veramente simbolico nel film di Hitchcock nell’aver curato questo personaggio sta nell’averci mostrato di come le viene sottratto, man mano che la disfatta sembra assicurata, praticamente tutto il materiale e l’occorrente che la protagonista ha con sé: dall’apparecchio fotografico alla pelliccia, dalla preziosa macchina da scrivere alla coperta, fino al colpo decisivo, rappresentante del passato e dell’intimità, ovvero un bracciale di diamanti che non ha mai abbandonato da 18 anni, usato come esca per acciuffare un pesce quando ormai la fame a bordo è arrivata al suo ultimo stadio. Suona infatti determinante la risata quasi isterica della brava Tallulah Bankhead dopo aver smarrito l’oggetto, un’ immagine che ci appalesa della scarsa importanza che la donna in una situazione al limite dell’umano ripone anche all’oggetto a cui è più indissolubilmente legata. Se fosse stata sposata avrebbe potuto usare la propria fede nuziale ma sarebbe mancato l’incentivo per far iniziare la storia d’amore con Kovac.
La seconda figura portante dell’opera è naturalmente quella del tedesco, attorno al quale viene architettata la suspence. Personaggio astuto e ambiguo, sulle sue capacità nautiche Hitchcock pone il vero pilastro della narrazione, che poi avrebbe scatenato le critiche negative della stampa americana, che non poteva accettare un tedesco più abile dei propri compatrioti. Scevro dalle scarse possibilità commerciali del film, Hitchcock s’interessò soprattutto ad imprimere al villain tutti i caratteri costituenti dell’avversario, riuscendo egregiamente a costruire un autentico microcosmo bellico psicologico, una guerra senza armi in cui al nazista che agisce da solo si oppongono democratici fuori luogo e disorganizzati.
In questo film è presente anche il più singolare e autoironico cameo del regista, ma lo lascio scoprire a voi.
Voto 7.5
Danko188
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gianleo67
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mercoledì 23 settembre 2015
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dramma da camera...in mezzo al mare
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Ben assortito gruppo di naufraghi di una nave militare alleata affondata da sottomarino tedesco durante la 2° Guerra Mondiale, si ritrova su di una scialuppa di salvataggio alla deriva nell'Oceano Atalantico in quel delle Bermuda. Raccolgono misterioso marinaio tedesco che sembra favellare solo in tedesco ma è esperto di navigazione e chirurgia...seguono varie peripezie. Hitch costruisce un film di propaganda bellica come un insolito dramma da camera in mezzo al mare. Tragicommedia corale in uno spazio ristretto e angusto attraversata da tensioni classiste, ideologiche , nazionaliste e finanche sessiste.
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Ben assortito gruppo di naufraghi di una nave militare alleata affondata da sottomarino tedesco durante la 2° Guerra Mondiale, si ritrova su di una scialuppa di salvataggio alla deriva nell'Oceano Atalantico in quel delle Bermuda. Raccolgono misterioso marinaio tedesco che sembra favellare solo in tedesco ma è esperto di navigazione e chirurgia...seguono varie peripezie. Hitch costruisce un film di propaganda bellica come un insolito dramma da camera in mezzo al mare. Tragicommedia corale in uno spazio ristretto e angusto attraversata da tensioni classiste, ideologiche , nazionaliste e finanche sessiste. Insolito ma efficace sviluppo della tesi del 'relativismo etico in tempo di guerra' è comunque divertente e credibile nella definizione dei diversi caratteri e delle dinamiche 'sociali' da essi animate. Memorabile l'assassinio di gruppo del crucco: vi partecipano tutti,nessuno escluso.Hitch trova il modo di comparire in una curiosa vignetta (nella sua classica posa di profilo) sul tergo di un quotidiano sfogliato da un naufrago. Curioso.
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gianleo67
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giovedì 29 marzo 2012
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dramma da camera... in mezzo al mare
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Ben assortito gruppo di naufraghi di una nave militare alleata affondata da sottomarino tedesco durante la 2° Guerra Mondiale, si ritrova su di una scialuppa di salvataggio alla deriva nell'Oceano Atalantico in quel delle Bermuda. Raccolgono misterioso marinaio tedesco che sembra favellare solo in tedesco ma è esperto di navigazione e chirurgia...seguono varie peripezie. Hitch costruisce un film di propaganda bellica come un insolito dramma da camera in mezzo al mare. Tragicommedia corale in uno spazio ristretto e angusto attraversata da tensioni classiste, ideologiche , nazionaliste e finanche sessiste. Insolito ma efficace sviluppo della tesi del 'relativismo etico in tempo di guerra' è comunque divertente e credibile nella definizione dei diversi caratteri e delle dinamiche 'sociali' da essi animate.
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Ben assortito gruppo di naufraghi di una nave militare alleata affondata da sottomarino tedesco durante la 2° Guerra Mondiale, si ritrova su di una scialuppa di salvataggio alla deriva nell'Oceano Atalantico in quel delle Bermuda. Raccolgono misterioso marinaio tedesco che sembra favellare solo in tedesco ma è esperto di navigazione e chirurgia...seguono varie peripezie. Hitch costruisce un film di propaganda bellica come un insolito dramma da camera in mezzo al mare. Tragicommedia corale in uno spazio ristretto e angusto attraversata da tensioni classiste, ideologiche , nazionaliste e finanche sessiste. Insolito ma efficace sviluppo della tesi del 'relativismo etico in tempo di guerra' è comunque divertente e credibile nella definizione dei diversi caratteri e delle dinamiche 'sociali' da essi animate. Memorabile l'assassinio di gruppo del crucco: vi partecipano tutti,nessuno escluso.Hitch trova il modo di comparire in una curiosa vignetta (nella sua classica posa di profilo) sul tergo di un quotidiano sfogliato da un naufrago. Curioso.
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mondolariano
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domenica 29 maggio 2011
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retorico
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Il solito film di propaganda bellica, terribilmente retorico, con gli americani sentimentali e i tedeschi cattivi. Ma stavolta c’è la firma di Hitchcock. La grande regia riesce a sostenere una trama in sé inesistente, dove le inquadrature più geniali sono quelle del tedesco impegnato nella sua ossessiva remata. Tutto qui. La musica suonata col flauto è niente meno che un brano dei “Maestri cantori” di Wagner.
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flegiàs tn
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mercoledì 14 maggio 2008
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hitchcock non affonda mai!!
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Acqua. Ancora acqua. Degli oggetti riaffiorano. Una piccola barca di salvataggio si avvicina. Sopra c’e’ una donna ben vestita, una giornalista che, dopo aver sentito grida di aiuto, issa a bordo un uomo, un macchinista, fortunatamente non ferito che, dopo due fugaci battute, la aiuta a raccogliere altri superstiti dell’affondamento. Ora sulla scialuppa sono in otto, nove contando un neonato che sta lottando fra la vita e la morte. Ma in acqua c’e’ ancora qualcuno. Una mano si aggrappa alla barca e un altro uomo viene portato a bordo. Dankeschon, dice. E’ il comandante del sottomarino tedesco che ha silurato il mercantile britannico sul quale tutti erano imbarcati.
Hitchcock stesso defini’ questo film una “scommessa riuscita”.
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Acqua. Ancora acqua. Degli oggetti riaffiorano. Una piccola barca di salvataggio si avvicina. Sopra c’e’ una donna ben vestita, una giornalista che, dopo aver sentito grida di aiuto, issa a bordo un uomo, un macchinista, fortunatamente non ferito che, dopo due fugaci battute, la aiuta a raccogliere altri superstiti dell’affondamento. Ora sulla scialuppa sono in otto, nove contando un neonato che sta lottando fra la vita e la morte. Ma in acqua c’e’ ancora qualcuno. Una mano si aggrappa alla barca e un altro uomo viene portato a bordo. Dankeschon, dice. E’ il comandante del sottomarino tedesco che ha silurato il mercantile britannico sul quale tutti erano imbarcati.
Hitchcock stesso defini’ questo film una “scommessa riuscita”. Novantasei minuti interamente ambientati su una piccola barca in mezzo all’oceano. Il punto di partenza e’ un racconto breve di John Steinbeck, famosissimo autore americano di cui ricordiamo almeno “Uomini e topi” e “La luna e’ tramontata”.
Alla maniera di Hitchcock, il film e’ completamente girato in interni; inoltre le scenografie sono quasi inesistenti, dato che a far da sfondo alla vicenda ci sono solo cielo e onde. In questo modo, allo spettatore manca per tutta la durata un punto di appiglio visivo e cosi’ non puo’ far altro che restare seduto anch’egli su quella scialuppa e sentirsi, insieme agli altri protagonisti, sempre piu’ “prigioniero dell’oceano”. E come loro, inizia a preoccuparsi per le risorse e per l’arrivo di qualcuno che li salvi, inizia a prendere in simpatia l’uno o l’altro personaggio. Il loro aspetto psicologico e’ sviluppato minuziosamente e si puo’ ben capire l’evoluzione emotiva di ciascuno: l’inizialmente celata umanita’ di Connie (la giornalista), la riservatezza di Joe, il vanto e l’ambizione di John, la tristezza e la depressione di Gus, la fedelta’ di Sparks, la disperazione della signora Higley, ma soprattutto la furbizia, la crudelta’ e l’amoralita’ di Willy, il comandante tedesco.
La mancanza di spazio si sente, eccome, ma la buona sceneggiatura di Jo Swerling (che ha lavorato anche agli script di “Via col vento” e “La vita e’ meravigliosa”) e la capace regia di Hitchcock (che con gli spazi ristretti ci sapeva fare - vedi i successivi “Nodo alla gola” e “La finestra sul cortile”) riescono a rendere la narrazione tutt’altro che statica, ravvivata inoltre pure dalle buone interpretazioni di tutti i membri del cast.
I temi trattati sono numerosissimi, piu’ che altro connessi alle varie caratterizzazioni dei personaggi. Quello su cui il film punta di piu’ e’ senz’altro la paura e la possibilita’ di fiducia nei confronti del diverso (in questo caso rappresentato dal nemico); tema che ritorna anche nel finale, con l’apparizione del giovane marinaio della corazzata tedesca.
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