samanta
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lunedì 22 luglio 2019
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io voglio vivere!
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I want to live è il titolo originale del film più bello e significativo di quello italiano. Il soggetto è tratto (purtroppo da una vicenda vera) che riguarda la storia di Barbara Graham condannata per omicidio e il rapporto con il giornalista Ed Montgomery che partito da una posizione colpevolista si rese conto della sua innocenza. La regia è di Robert Wise valente professionista della Hollywood degli anni '50 e '60 (Oscar per la miglior regia per West Side Story e Tutti insieme appassionatamente), che effettua una regia altamente drammatica che lascia un impatto profondo nell'animo dello spettatore.
La storia è quella di Barbara Graham bella donna (Interpretata da una superba Susan Hayward che meritò l'Oscar), una ragazza border line che vive un pò prostituendosi, un pò con piccoli delitti, piccole truffe, emissione assegni a vuoto.
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I want to live è il titolo originale del film più bello e significativo di quello italiano. Il soggetto è tratto (purtroppo da una vicenda vera) che riguarda la storia di Barbara Graham condannata per omicidio e il rapporto con il giornalista Ed Montgomery che partito da una posizione colpevolista si rese conto della sua innocenza. La regia è di Robert Wise valente professionista della Hollywood degli anni '50 e '60 (Oscar per la miglior regia per West Side Story e Tutti insieme appassionatamente), che effettua una regia altamente drammatica che lascia un impatto profondo nell'animo dello spettatore.
La storia è quella di Barbara Graham bella donna (Interpretata da una superba Susan Hayward che meritò l'Oscar), una ragazza border line che vive un pò prostituendosi, un pò con piccoli delitti, piccole truffe, emissione assegni a vuoto.Cerca di cambiare vita e si sposa ed ha un figlio, ma il marito è un drogato e le prende tutti i soldi che lei guadagna, lo lascia e s'imbarca con 3 criminali che uccidono per rapina una vecchia signora, ma lei non è presente al fatto. Purtroppo uno fa il pentito e per alleviare la sua posizione accusa gli altri 2 e Barbara (per vendetta personale) gli altri 2 confermano la versione sperando che lei non venga condannata alla camera a gas perché donna e madre. Barbara è innocente addirittura l'assassino usa la mano destra per l'omicidio e lei è mancina, oltretutto non si trovano tracce di lei sulla scena del delitto. Ma contro di lei si scatena la stampa la donna sanguinaria e senza scrupoli un pò aiutata nei giudizi dal suo atteggiamento sfrontato. Non serve nulla l'aiuto di uno psicologo che capisce chiaramente che la donna è inocente e di un giornalista Montgomery che prima colpevolita comprende la totale innocenza della donna. Barbara verrà giustiziata dopo processi e sfibranti rinvii nella camera a gas.
Il primo è il potere dei mass media che creano colpevoli a seconda dei propri interessi ovvero giustifivcano i delitti più atroci pensiamo alla vicenda di Tortora con giornalisti che brindarono alla sentenza di condanna di primo grado e che lo dipinsero come un mostro oppure al giustificazionismo che vediamo in questi giorni in certa stampa a favore di assistenti sociali che toglievano i figli alla povera gente per affidarli a famiglie benestanti (l'affido è un business di alcuni miliardi annui). Si è colpevoli o innocenti secondo le idee o gli interessi dei gruppi che controllano i mass media, in questo film Barbara per il suo comportamneto è un obiettivo troppo ghiotto per non linciarla sui giornali.
Altro tema è il destino: basta poco per cambiare una vita eppure quel poco ti sfugge dalle dita per insipienza o per sfortuna. Infine la crudeltà della pena di morte ma non tanto in sè ma come viene applicata in America con continui rinvii o sospensioni con modalità di una giustizia barbara e priva non solo di pietas, ma soprattutto di fondamenti giuridici solidi, carenze che da solo giustificano la sua abrogazione. Da sottolineare certi momenti del film crudi e spietati specie l'esecuzione della condanna con i suoi meccanismi feroci nella loro anonimità, questa scena è un autentico capolavoro. Ottima l'interpretazione di Susan Hayward una delle migliori attrici degli anni '40-'70 (tra i tanti: Il prigioniero della miniera e Masquerade) che conseguì il premio Oscar. una volta tanto dato più che meritatamente.
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franco1944
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sabato 10 luglio 2010
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cara fottuttisima, democratica e religiosa amerika
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america, america.. sede dei vizi e contrdizione....antiabortisti ma assassini nati... un feto, una ammasso di cellule conta, ma una vita gia realizzata, non vale niente!!! una società che produce i figli distorti e li uccide , uccide se stessa. Ignobile america e le sue leggi pseudo democratica e umane...
Il film? Non mi piace la interpretazione della Hayward: troppo americana, troppo sofisticata e per niente credibile per una condannata a morte atteggiamenti di grande diva... non lo rivedrei
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atticus
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lunedì 11 maggio 2009
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splendido
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Un robusto atto d'accusa contro la pena di morte, emozionante e toccante. Splendida la regia e memorabile la colonna sonora a suon di jazz, al di la di ogni umana immaginazione la prova della strepitosa Susan Hayward. Un film da ritrovare! Perche non vengono mai proposti film come questo in tv???!!!
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paolo ciarpaglini
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domenica 25 marzo 2007
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quando le donne, erano 'donne'.
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Susan Hayward, è la protagonista di questo splendido film del '58. Trattasi della vera storia di Barbara Graam, donna ribelle, anticonformista, oserei dire autolesionista. La folgorante bellezza della Hayward riesce però a smussare, un personaggio altrimenti difficilmente riproponibile sullo schermo. Una donna dal passato torbido, colmo di 'malafatte' di ogni genere. Barbara non è una assassina, è questo il live motive del film, ma finirà nella camera a gas nonostante tutti i tentativi per salvarle la vita. Molti indizi non presentati al processo in primo grado uno dopo l'altro, vengono lentamente alla luce. Uno su tutti; Barbara è mancina!, mentre l'anziana signora rapinata e uccisa brutalmente, è stata colpita da un destrorso-a.
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Susan Hayward, è la protagonista di questo splendido film del '58. Trattasi della vera storia di Barbara Graam, donna ribelle, anticonformista, oserei dire autolesionista. La folgorante bellezza della Hayward riesce però a smussare, un personaggio altrimenti difficilmente riproponibile sullo schermo. Una donna dal passato torbido, colmo di 'malafatte' di ogni genere. Barbara non è una assassina, è questo il live motive del film, ma finirà nella camera a gas nonostante tutti i tentativi per salvarle la vita. Molti indizi non presentati al processo in primo grado uno dopo l'altro, vengono lentamente alla luce. Uno su tutti; Barbara è mancina!, mentre l'anziana signora rapinata e uccisa brutalmente, è stata colpita da un destrorso-a. Ormai è troppo tardi, ogni tentativo di riaprire il caso risulta vano, ed il giudice della Corte Suprema rigetta ogni istanza di appello. La mezz'ora finale del film è un pezzo di intensa cinematografia, ma anche un macigno che pesa come una lapide sulla 'giustizia' ancora vigente in alcuni stati USA, sì proprio loro i 'paladini della libertà'. Altrettanto vero è anche l'inconfutabile verità che quando qualcuno si macchia di un delitto, meriterebbe la medesima fine. Ma a conti fatti, quanti i casi giudiziari che anche nel nostro paese hanno poi visto una revisione completa del giudizio? decine, forse centinaia. Esprimere un giudizio sulla giustezza della pena capitale non è facile, ma non si può neppure sempre e comunque nascondere la testa sotto terra. Quanti i 'personaggi' che da decine di anni si fanno beffa di tutti, ridendo in faccia ai giudici o a magistrati che rischiano la vita ogni giorno? troppi, e ciò è inammissibile. Ma sarebbe un lungo discorso, e questo piccolo spazio non rappresenta certo un luogo adatto per questioni di tale portata. Posso solo dire infine che film come questi, pur apparendo datati inevitabilmente sotto molti punti di vista, valgono spesso mille stupidate che oggi sono tanto di moda. Il cinema, come ogni altra cosa della vita ha subito un'evoluzione, ma purtroppo come spesso accade nella vita 'modernizzazione' non è sinonimo di progresso, ed a qualsivoglia livello sia esso emotivo, intellettuale, giuridico, umanitario etc... Ci troviamo di fronte all'enorme cecità umana che dilaga, senza un'argine che riesca ad imbrigliarne le deleterie conseguenze. Tornando alla splendida Susan Hayward, una stella scomparsa prematuramente, bellissima, piena di talento. "cose d'altri tempi", quei favolosi anni in cui Hollywood non sfornava film cibernetici, ma ancora si guardava alla realtà per attingerne a piene mani. Oggi per assurgere allo status di artista, è sufficiente comparire su di un giornale scandalistico accanto ad un 'vip', è la realtà dell'effimero che prevale. La società stà scadendo come una merce avariata che nel mezzo di una folle corsa all'arrivismo, è stata dimenticata fuori dal frigo. Un film da vedere e rivedere. Ciao Susan...
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