Nel film Trifole - Le radici dimenticate il regista Gabriele Fabbro (cosceneggiatore con Ydalie Turk, anche attrice protagonista) ci presenta un dramma impunito dalla legge sulla proprietà privata: la rapina del territorio, stravolto sotto la pressione di una antropizzazione marcata di una monocoltura. Ricorda il paesaggio nei film The Mule di Clint Eastwood, o Finché c’è prosecco c’è speranza di Antonio Padovan. Chi rimane a difesa dell’indifendibile? Forse la figlia Marta che ha deciso di andare a lavorare a Londra, che non è sufficientemente ricca, e che di fronte alle difficoltà paterne può solo pensare di affidarlo ad una casa di riposo? Forse la nipote Dalia che mastica qualche parola d’italiano, che è ancora sulla strada di trovare il senso della sua vita, e che come tutti i post-adolescenti che non hanno dovuto lottare, non ha ancora compreso il vero valore del denaro? Solo il vecchio trifolau Igor (un magnifico Umberto Orsini) che vive su un fazzoletto di terra su cui è costruita la sua casa, completamente accerchiato dai potenti assalitori.
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Nel film Trifole - Le radici dimenticate il regista Gabriele Fabbro (cosceneggiatore con Ydalie Turk, anche attrice protagonista) ci presenta un dramma impunito dalla legge sulla proprietà privata: la rapina del territorio, stravolto sotto la pressione di una antropizzazione marcata di una monocoltura. Ricorda il paesaggio nei film The Mule di Clint Eastwood, o Finché c’è prosecco c’è speranza di Antonio Padovan. Chi rimane a difesa dell’indifendibile? Forse la figlia Marta che ha deciso di andare a lavorare a Londra, che non è sufficientemente ricca, e che di fronte alle difficoltà paterne può solo pensare di affidarlo ad una casa di riposo? Forse la nipote Dalia che mastica qualche parola d’italiano, che è ancora sulla strada di trovare il senso della sua vita, e che come tutti i post-adolescenti che non hanno dovuto lottare, non ha ancora compreso il vero valore del denaro? Solo il vecchio trifolau Igor (un magnifico Umberto Orsini) che vive su un fazzoletto di terra su cui è costruita la sua casa, completamente accerchiato dai potenti assalitori. Ma Igor è un perdente ed uno sconfitto, non solo a causa del fattore età, ma anche perché non ha capitali, risorse, non riesce a pagare il mutuo, ed è affetto da disturbi cognitivi che vanno e vengono, e che fanno traballare la sua autosufficienza. L’unica sua risorsa sono i ricordi di un tempo, che evaporano lentamente, il solo tesoro prezioso di un tempo che fu.
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