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Giulio Sangiorgio
Film TV
Un film analogico andato perduto, un'attrice protagonista psicologa e un suo paziente posseduto, la storia di Miguel Serrano (morto nel 2009 e ammantato d'ogni alloro possibile in patria) e delle sue teorie esoteriche sull'hitlerismo, ovvero che il dittatore e la sua dottrina fossero emanazioni di dèi, una favolaccia che persiste e ammala l'immaginario cileno: dopo La casa lobo Cociña & León tornano a ricostruire l'inconscio nerissimo del proprio paese con un breve e densissimo film in costruzione, in cui la cronaca delira in espedienti teatrali, animazioni d'ogni tipo, sfondi mobili con carrucole a vista, marionette, trucchi mélièsiani e distacchi brechtiani, in una fattura surrealista in live action che s'inventa un nuovo cinema delle origini per il suo viaggio junghiano, un finto documentario tra Radu Jude e Guy Maddin, un film che mostrando i suoi dispositivi si fa specchio deforme delle immagini di propaganda che han contaminato un paese. [...]
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