montefalcone antonio
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sabato 22 giugno 2024
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riuscito sequel sulle difficoltà della crescita
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Arriva nei cinema e anche con grandi risultati ai botteghini di tutto il mondo, il tanto atteso sequel del capolavoro della Pixar, “Inside Out”, e anche questa nuova opera è di ottimo livello.
Un film d’animazione divertente, tenero, toccante, incentrato sui cambiamenti e la confusione emozionale dovuta alla pubertà e all’inizio dell’adolescenza di una bambina, nonché sull’accettazione di amarezze e disagi in questa delicata fase di vita.
Stavolta le emozioni basilari di una persona (di cui le più basiche viste nel capitolo precedente, quando Riley era ancora una bambina) saranno affiancate da altre (ansia, invidia, imbarazzo e noia) che giungono nuove, senza preavviso e sovrastando a volte tutto ciò che c’era prima.
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Arriva nei cinema e anche con grandi risultati ai botteghini di tutto il mondo, il tanto atteso sequel del capolavoro della Pixar, “Inside Out”, e anche questa nuova opera è di ottimo livello.
Un film d’animazione divertente, tenero, toccante, incentrato sui cambiamenti e la confusione emozionale dovuta alla pubertà e all’inizio dell’adolescenza di una bambina, nonché sull’accettazione di amarezze e disagi in questa delicata fase di vita.
Stavolta le emozioni basilari di una persona (di cui le più basiche viste nel capitolo precedente, quando Riley era ancora una bambina) saranno affiancate da altre (ansia, invidia, imbarazzo e noia) che giungono nuove, senza preavviso e sovrastando a volte tutto ciò che c’era prima. Insieme dovranno imparare a convivere tra loro in sinergia e senza che nessuna prenda un compromettente sopravvento sulle altre ai danni del benessere futuro della giovane protagonista.
Rispetto alla prima pellicola qui la trama si fa più semplice, lineare e più facilmente comprensibile anche dagli spettatori più piccoli. Il fascino geniale, originale e la complessità del primo vengono un po’ a mancare, però resta intatto il divertimento, il coinvolgimento e l’interesse per un’accattivante esperienza visiva, narrativa e intimistica ricca di argomenti e significati che riguarda tutti e che trasmette intense emozioni e stimolanti riflessioni.
Diretto da Kelsey Mann, che ne ha anche curato la notevole sceneggiatura insieme a Meg LeFauve e Dave Holstein, “Inside Out 2” offre una precisa, veridica e realistica descrizione di una fragile, particolare fase della crescita di un individuo, evidenziando l’importanza di affrontare le incertezze dettate dalla propria personalità e dalla realtà con fermezza, e serena accettazione di sfide e cambiamenti inevitabili.
Bisogna accogliere ogni aspetto e sfumatura di se stessi senza emarginare o scacciare quanto di negativo accade nella caotica profondità del nostro animo.
Affidandosi alle sempre acute ed efficaci suggestioni grafiche e psicologiche il film riesce a catturare con creatività le difficoltà, gli stati d’animo, le passioni e le sensazioni della sua piccola protagonista in uno studio concettuale, dai tratti psicologici e filosofici, attento e onesto.
Il mondo interiore di Riley è visto nel suo sviluppo in corso d’opera, e, attraverso un'identità ancora ignota e in continua trasformazione, ha come fine ultimo il trovare e comprendere se stessi, ma anche la ricerca di una solidità emozionale e di un equilibrio (prevedibilmente instabili) tra ciò che si è stati, siamo e saremo.
In fondo è in questo salutare, ma spesso precario equilibrio, che risiede il vero e più essenziale significato della fase di crescita durante la pubertà e l’adolescenza: quello di trovare un punto di incontro tra la parte di sé che vuole sentirsi ancora bambino e la componente adulta che cerca di emergere.
In ragione di questo trattamento tematico, viene introdotto nel cartoon (anche a livello figurativo e astratto) la percezione del Sé, il concetto dell'idea che si ha di sé, che viene definito da ricordi ed emozioni provate o nascoste nel nostro inconscio.
“Inside Out 2” è dunque un sequel riuscito, che nel suo complesso funziona per il modo in cui ha ben ampliato sia la brillante idea di partenza, sia il profondo discorso introdotto nel primo episodio.
Molto riuscite inoltre la caratterizzazione (e il graphic design) dei nuovi colorati personaggi, la suggestiva colonna sonora, alcune belle o commoventi trovate; e sempre ineccepibile sul piano tecnico e stilistico, i cui risultati contribuiscono in modo naturale alla formazione di un contesto artistico compiuto e di grande impatto. Insomma, un ottimo ed esilarante film d’animazione, che forse non raggiungerà le vette del capostipite, ma è ugualmente bellissimo, prezioso ed imperdibile. Voto: 8
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eugenio
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giovedì 27 giugno 2024
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una nuova riley
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La fragilità emotiva adolescenziale, delicato quanto complesso coacervo inevitabilmente avvinto alla pubertà. La vive Riley che ritroviamo ora in una nuova veste: quella di tredicenne, a contatto con il cambio di scuola e di amiche. Ma prima deve affrontare un fine settimana importante: ambientarsi con le nuove compagne di scuola nel nuovo liceo col pretesto di una partita a hockey, dove sarà costretta a fare delle scelte: le emozioni che abbiamo conosciuto nel primo capitolo sono alle battute finali?.
Pixar e Docter come direttore creativo contribuiscono a rendere Inside out 2, un sequel degno del primo: con l’introduzione di nuove caratterizzazioni:Ansia, Invidia, Ennui e Imbarazzo a soppiantare le precedenti Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura dalla loro comfort zone, assistiamo al classico climax drammatico realizzato in crescendo con tanta attenzione agli effetti speciali, visivamente notevoli, ma che talvolta non scaldano il cuore.
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La fragilità emotiva adolescenziale, delicato quanto complesso coacervo inevitabilmente avvinto alla pubertà. La vive Riley che ritroviamo ora in una nuova veste: quella di tredicenne, a contatto con il cambio di scuola e di amiche. Ma prima deve affrontare un fine settimana importante: ambientarsi con le nuove compagne di scuola nel nuovo liceo col pretesto di una partita a hockey, dove sarà costretta a fare delle scelte: le emozioni che abbiamo conosciuto nel primo capitolo sono alle battute finali?.
Pixar e Docter come direttore creativo contribuiscono a rendere Inside out 2, un sequel degno del primo: con l’introduzione di nuove caratterizzazioni:Ansia, Invidia, Ennui e Imbarazzo a soppiantare le precedenti Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura dalla loro comfort zone, assistiamo al classico climax drammatico realizzato in crescendo con tanta attenzione agli effetti speciali, visivamente notevoli, ma che talvolta non scaldano il cuore. Il compromesso, anche qui, è dare la giusta attenzione ai co-primari, cosa non sempre presente (si pensi al ruolo di Ennui risicato) alternandolo a un ritmo dinamico e quasi schizofrenico inizialmente. La turbolenza emotiva è figlia dei tempi, la struttura narrativa consolidata, il messaggio metaforico del lasciar creare la propria indipendenza, anche con l’errore, fondamentale. Ma lo stupore latita. Non sperimenta molto Inside out, lavora in sottofondo nell’allegoria della mente come ring emotivo, affascinante ricerca di un inconscio sepolto dietro ricordi dimenticati.
Così, tra l’immaginazione pilotata da ansia, poliziotti teutonici e un Freud distillato a gocce, giungiamo a una serafica conclusione che ci riappacifica con noi stessi e forse ci rassicura.
Nulla di male, certo, Gioia vince e vincerà su tutto, Disney ce lo insegna da anni.
E Inside out, correttamente, nel bene e nel male, ben ce lo ricorda.
Compitino
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johnny1988
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martedì 25 giugno 2024
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un secondo capitolo riuscito e necessario
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Riley, la protagonista del primo "Inside Out", ora ha tredici anni e fa il suo ingresso nell'età puberale. Si aggiungono, di conseguenza, nuove emozioni al quartier generale, più complesse rispetto a quelle "native", che si sostituiscono alle prime, cercando di guidare la giovane nell'adolescenza. Con tutto ciò che la crescita comporta. Non a caso, la protagonista per antonomasia diventa l'Ansia, qui incarnata da una figura estremamente carica e scomposta, determinata ad assolvere al meglio al suo ruolo, pur a costo di opprimere tutte le altre "colleghe" e distruggere l'identità di Riley, in fase di definizione.
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Riley, la protagonista del primo "Inside Out", ora ha tredici anni e fa il suo ingresso nell'età puberale. Si aggiungono, di conseguenza, nuove emozioni al quartier generale, più complesse rispetto a quelle "native", che si sostituiscono alle prime, cercando di guidare la giovane nell'adolescenza. Con tutto ciò che la crescita comporta. Non a caso, la protagonista per antonomasia diventa l'Ansia, qui incarnata da una figura estremamente carica e scomposta, determinata ad assolvere al meglio al suo ruolo, pur a costo di opprimere tutte le altre "colleghe" e distruggere l'identità di Riley, in fase di definizione.
Al suo debutto alla regia, Mann si pone una doppia sfida, proponendo un sequel che sia all'altezza del prototipo, a distanza di nove anni, e alla guida di un folto team di produzione da duecento milioni di dollari.
Se per un verso, Inside Out 2 replica lo stesso schema narrativo dell'antesignano, espandendo le funzioni antagonistiche e malinconiche di Tristezza, in origine, a quelle dell'ansia, della noia, dell'imbarazzo e dell'invidia, non si può dire che il principio di immedesimazione sia meno forte. Anzi, la posta in gioco si fa molto più alta, e il metro di valutazione si misura direttamente col gusto di un pubblico più "adulto" e critico.
Le idee sicuramente risentono di una scarsità di innovazione (come dimenticare, solo per citare un esempio, la geniale rappresentazione delle idee astratte) e si allineano dietro la comfort zone del coming of age, ma nonostante tutto rimane ben a fuoco l'obiettivo principale di quello che non si può non leggere se non un capitolo necessario al processo di identificazione psicologico in cui qualunque soggetto umano è portato a immedesimarsi.
L'abbraccio finale fra le emozioni, sia vecchie che nuove, e l'accettazione dei propri lati oscuri, che riemergono letteralmente dal subconscio come uno tsunami, è da considerarsi un approccio sincero e non "citofonato" di un messaggio educativo rivolto a una generazione - e non solo - la cui urgenza di sanare sentimenti sempre più diffusi e ingestibili si fa attuale.
La speranza, e qui sta il vero cuore che rende questo seguito efficace, è che il ridimensionamento del proprio Sè e la ricerca di appartenenza sono possibili, e che non sono sempre e solo le emozioni a guidarci inconsapevolmente, ma anche il contrario, in forma naturale, nella vita adulta.
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fabrizio friuli
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mercoledì 26 giugno 2024
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riley non deve essere manovrata.
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L' allarme adolescenza è ormai attivo, e le principali emozioni della giovane Riley dovranno far fronte non solo ai cambiamenti fondamentali e inevitabili della ragazza che in futuro diventerà donna, Gioia, Paura, Rabbia, Tristezza e Disgusto dovranno competere anche con le nuove emozioni dell' adolescenza, giudate da Ansia che decide di mandarle via dalla mente di Riley, credendo che la sua influenza possa essere più utile per l' adolescenza, in realtà, la nuoba emozione vuole prendere possesso del suo cervello.
È bene iniziare soffermandosi sulle nuove emozioni che si sono sviluppate all' interno della mente di Riley ( già evoluta grazie anche alle corde delle convinzioni ) la prima è Ansia che, pur volendo manovrare Riley vuole aiutarla ad avere un' adolescenza armoniosa, il che risulta essere uno scopo quasi impossibile, la seconda emozione è Invidia, che spinge Riley a desiderare quello che hanno gli altri, la terza nuova emozione è Imbarazzo, un personaggio che agisce di nascosto per aiutare Tristezza, che sembra avere una cotta per l' insicuro e impacciato personaggio di poche parole che agisce quando Riley commette uno sbaglio che la inibisce ed infine, la quarta emozione viene chiamata Ennui ( Noia in francese ) che appare come una giovane apatica che ha sempre gli occhi puntati sul cellulare che le permette di far agire Riley a distanza.
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L' allarme adolescenza è ormai attivo, e le principali emozioni della giovane Riley dovranno far fronte non solo ai cambiamenti fondamentali e inevitabili della ragazza che in futuro diventerà donna, Gioia, Paura, Rabbia, Tristezza e Disgusto dovranno competere anche con le nuove emozioni dell' adolescenza, giudate da Ansia che decide di mandarle via dalla mente di Riley, credendo che la sua influenza possa essere più utile per l' adolescenza, in realtà, la nuoba emozione vuole prendere possesso del suo cervello.
È bene iniziare soffermandosi sulle nuove emozioni che si sono sviluppate all' interno della mente di Riley ( già evoluta grazie anche alle corde delle convinzioni ) la prima è Ansia che, pur volendo manovrare Riley vuole aiutarla ad avere un' adolescenza armoniosa, il che risulta essere uno scopo quasi impossibile, la seconda emozione è Invidia, che spinge Riley a desiderare quello che hanno gli altri, la terza nuova emozione è Imbarazzo, un personaggio che agisce di nascosto per aiutare Tristezza, che sembra avere una cotta per l' insicuro e impacciato personaggio di poche parole che agisce quando Riley commette uno sbaglio che la inibisce ed infine, la quarta emozione viene chiamata Ennui ( Noia in francese ) che appare come una giovane apatica che ha sempre gli occhi puntati sul cellulare che le permette di far agire Riley a distanza. Le nuove emozioni di Riley sono dei nuovi personaggi molto ben caratterizzati e le voci italiane selezionate non sono esattamente catastrofiche, anche se si comprende facilmente che non sono doppiatori professionisti, specialmente Deva Cassell, che doppia Ennui. Analizzati i personaggi, nel film avviene che le prime emozioni di Riley affrontano un' avventura nella mente di Riley e al principio vengono nascoste nella zona dove vengono segretati nelle casse forti i suoi segreti reconditi, come un buffo personaggio di un cartone per bambini che ricorda Dora L' Esploratrice e Topolino nella serie La Casa di Topolino quando invoca il suo marsupio giallo parlante che racchiude degli oggetti che potrebbero essere utili per le situazioni ( o meglio, bisogna sceglierne uno tra più oggetti ) e poi appare il personaggio di un videogioco simile ad uno di quelli che si vedono in videogiochi come Final Fantasy e Street Fighter, il suo nome è Lance e Disgusto ha una palese cotta per lui ( come Riley in passato ), oltre ai riferimenti, questi personaggi reclusi sono importanti perché Riley nom li ha mai dimenticati, al contrario di Bing Bong e la scena dove appaiono risulta essere la scena più simpatica di un film che, pur non essendo all' altezza del film precedente , è un film che ha un suo valore, perché Gioia fa comprendere ad Ansia che Riley non deve essere manovrata ma deve essere aiutata da tutte le emozioni e deve avere le sue sfaccettature.
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felicity
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sabato 24 agosto 2024
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l'' ansia è una questione più complicata
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Inside Out 2 è brillante e divertente, ma semplifica troppo argomenti complessi.
Potrebbe essere una rappresentazione giusta di quel che significa diventare adolescenti, ma l'arguta operazione del primo Inside Out, che riesce bene a rendere esplicita la coscienza ineffabile, viene messa a dura prova nel sequel.
In questi tempi in cui si dà giustamente più attenzione alla salute mentale, è normale che Ansia abbia un ruolo centrale.
Le conclusioni a cui arriva il film sulle cause alla base di questa situazione e su come dovrebbe essere gestita, però, sono in ultima analisi semplicistiche: l'ansia viene infine estromessa dal suo posto di potere, ma le viene consentito di rimanere come parte necessaria dell'equazione umana, riconosciuta ma relegata sullo sfondo.
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Inside Out 2 è brillante e divertente, ma semplifica troppo argomenti complessi.
Potrebbe essere una rappresentazione giusta di quel che significa diventare adolescenti, ma l'arguta operazione del primo Inside Out, che riesce bene a rendere esplicita la coscienza ineffabile, viene messa a dura prova nel sequel.
In questi tempi in cui si dà giustamente più attenzione alla salute mentale, è normale che Ansia abbia un ruolo centrale.
Le conclusioni a cui arriva il film sulle cause alla base di questa situazione e su come dovrebbe essere gestita, però, sono in ultima analisi semplicistiche: l'ansia viene infine estromessa dal suo posto di potere, ma le viene consentito di rimanere come parte necessaria dell'equazione umana, riconosciuta ma relegata sullo sfondo.
Inside Out 2, in un certo senso, invita gli spettatori a tentare di fare lo stesso, come se la vera ansia potesse essere così facilmente addomesticabile e si potesse cancellare così.
Forse sarebbe meglio non affrontare l'intricata gamma di pensieri e impulsi che governano l'adolescenza di Riley con il linguaggio del film animato.
Nello sforzo per confortare e relazionarsi con i suoi spettatori, il film finisce per semplificare tutto il disagio e il tumulto che potrebbero sperimentare.
Forse si tratta di una critica pignola, ma se si concede a Inside Out 2 tanta ammirazione per il suo coraggio, gli si può obiettare che avrebbe almeno potuto fermarsi a riflettere se non stesse guastando un'idea grandiosa. Non dubito che molti bambini in tutto il mondo vedranno il film e vi troveranno qualcosa di prezioso e utile, ma Inside Out 2 non è ciò che punta a essere. C'è invece qualcosa di freddo e robotico nel modo in cui isola le emozioni, nel modo in cui sembra quasi voler dare giudizi morali su di loro. L'ansia è effettivamente l'antagonista di molti. Ma è difficile vederla come un cattivo che deve essere solo calmato da sentimenti più felici. Procedere così, stranamente, ti fa passare dalla parte del cattivo, proponendo una filosofia opposta a quella calorosa e accogliente di questo genere di film.
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