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felicity
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lunedì 21 luglio 2025
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un film/sfida incentrato su un?idea
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Here è un film/sfida incentrato su un’idea che cerca di coniugare tecnica, stile e cuore.
Inquadratura fissa in cui si alternano vicende che coprono un arco temporale di milioni di anni, dal mesozoico al giorno d’oggi.
Zemeckis si autocita spesso, a partire da una scelta attoriale fondante: i protagonisti sono Tom Hanks e Robin Wright di Forrest Gump, che tornano ad accompagnarci lungo la storia americana non più “di corsa” ma immobilizzati nel totale fisso di un salotto.
Sono loro, certo, ma opportunamente de-aged per la maggior parte del tempo, perché c’era bisogno proprio di loro e allora la tecnologia ci soccorre.
Quella dei coniugi Young è la vicenda principale alla quale se ne alternano altre invero non molto organiche o significanti.
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Here è un film/sfida incentrato su un’idea che cerca di coniugare tecnica, stile e cuore.
Inquadratura fissa in cui si alternano vicende che coprono un arco temporale di milioni di anni, dal mesozoico al giorno d’oggi.
Zemeckis si autocita spesso, a partire da una scelta attoriale fondante: i protagonisti sono Tom Hanks e Robin Wright di Forrest Gump, che tornano ad accompagnarci lungo la storia americana non più “di corsa” ma immobilizzati nel totale fisso di un salotto.
Sono loro, certo, ma opportunamente de-aged per la maggior parte del tempo, perché c’era bisogno proprio di loro e allora la tecnologia ci soccorre.
Quella dei coniugi Young è la vicenda principale alla quale se ne alternano altre invero non molto organiche o significanti.
Here ci vuole anche emozionare alla vecchia maniera, si concentra sulla vita di Richard e Margaret in un crescendo emotivo che culmina con l’espediente/ricatto dell’alzheimer, con un dialogo finale che però sa di troppo costruito, intenzionale e meccanico, oltre che prevedibile, per emozionare davvero, accompagnato dall’ipotetico corrispettivo relativo/emotivo linguistico, ossia il primo, unico e ultimo movimento di macchina del film, a mostrare un controcampo negato che però non svela niente di particolare o decisivo.
Lode a Zemeckis che cerca sempre e comunque di fare qualcosa di interessante, nuovo e rilevante a più livelli. L’idea/sfida, però, stavolta è realizzata in modo molto freddo e controllato eppure poco organico (le storie collaterali lasciano spesso indifferenti e sembrano esserci solo perché devono esserci) e anche poco rigoroso, essendo in parte contraddetta da una preannunciata svolta melodrammatica finale.
Il risultato della sommatoria delle sue parti è che Here non è abbastanza “sperimentale”, non è abbastanza “tradizionale”, non è abbastanza “freddo” e non è abbastanza “caldo”.
Here è un po’ di tutto, ma finisce per essere non abbastanza.
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lizzy
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mercoledì 21 maggio 2025
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un capolavoro di polpettone.
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Beh, cari amici, io comincerei col dire che "Zemeckis è Zemeckis" e tutto quello che fa riflette il suo "tocco magico" nell'arte cinematografica.
Ogni sua opera, infatti, è un gioiellino prezioso e ha qualcosa che la rende memorabile, nel bene o nel male.
Detto questo...
Come definire "Here"?
Ho scritto, appunto, un capolavoro di polpettone.
Cosa intendo con questo... intendo che non si può dire che l'idea di fondo non sia carina e che la sua esecuzione sia meno che spettacolare. Impossibile qualche decennio fa immaginare un lavoro del genere.
Gestire con i computer tutta la storia non sarà stato facile ed il risultato è strabiliante.
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Beh, cari amici, io comincerei col dire che "Zemeckis è Zemeckis" e tutto quello che fa riflette il suo "tocco magico" nell'arte cinematografica.
Ogni sua opera, infatti, è un gioiellino prezioso e ha qualcosa che la rende memorabile, nel bene o nel male.
Detto questo...
Come definire "Here"?
Ho scritto, appunto, un capolavoro di polpettone.
Cosa intendo con questo... intendo che non si può dire che l'idea di fondo non sia carina e che la sua esecuzione sia meno che spettacolare. Impossibile qualche decennio fa immaginare un lavoro del genere.
Gestire con i computer tutta la storia non sarà stato facile ed il risultato è strabiliante.
Ma...
Ma di base tutta questa mirabolante opera si frantuma con una storia interessante, ma poco avvincente.
Il cinema infatti è pieno di storie di vita normale (un esempio su tutti: "La Famiglia" di Scola, molto simile come idea...) che però possono lasciare il tempo che trovano.
In Here infatti quel che affascina è il montaggio, le idee di regia e sceneggiatura, fino alla stupenda scena finale che ci svela alla fine un punto di vista "Inedito" del tutto.
Ma finisce tutto qui.
Il saltellare di palo in frasca a volte annoia, magari a qualcuno confonderà le idee. Tutte queste famiglie di fondo non hanno veramente nulla di interessante ed infatti, da come leggo, la parte che è balzata più all'occhio di tutti è quella più corta della "coppia della poltrona". Marito e Moglie che pare sappiano godersi la vita fra tante banalità tutte intorno a loro.
Come giudicare quindi questo ennesimo esercizio di stile di Zemeckis?
Onestamente non lo so.
Io mi sono abbastanza annoiato nel vederlo e se da una parte mi è piaciuta la gestione "visiva" del racconto (ma anche il commento sonoro è molto azzeccato), dall'altra ero conscia di assistere alla vita di banali famiglie qualunque.
Il film quindi merita certo una visione.
Una.
Stop.
Basta e avanza.
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mapf
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lunedì 17 febbraio 2025
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ma per favore
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Ma cos'è, il riassunto della storia delle pubblicità natalizie americane? Un documentario sull'evoluzione dell'arredamento nel corso del Novecento? Ennesimo film costruito, freddo, didascalico, fasullo e senz'anima, ennesima bella confezione con dentro il vuoto pneumatico. Gli unici due veri e vivi, la coppia ballerina e porcellina della poltrona pigra, si vedono si e no cinque minuti, ma è giusto cosi, hanno ben altro da fare, loro due, che star lì a insegnarci le difficoltà della vita e i buoni sentimenti. Dentro una stanza che avrebbe potuto contenere *tutto* e in cui invece non c'è *nulla*. Consiglio: fate qualsiasi altra cosa.
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mapf
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lunedì 17 febbraio 2025
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ma per favore
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Ma cos'?, un riassunto di tutte le pubblicit? natalizie della storia americana? Un documentario sull'arredamento nel corso del Novecento? Due stelle solo perch? non ? n? un filmaccio italiano n? una completa idiozia di un paese quale che sia, ma dio santo, tra queste quattro pareti, che avrebbero potuto contenere *tutto*, non c'? *niente*. Avevo intravisto una recensione che parlava di vita, ma ? esattamente il contrario, qui tutto ? morto in partenza, costruito stilizzato cristallizzato ben confezionato e amen. Ennesimo film senz'anima. Gli unici due che ce l'hanno, gli unici due vivi, sono la coppia ballerina e porcellina della poltrona pigra, l'unica cosa di tutto il film che non suona fredda fasulla didascalica inutile, ma si vedono poco, hanno ben altro da fare, loro, che insegnarci l
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Ma cos'?, un riassunto di tutte le pubblicit? natalizie della storia americana? Un documentario sull'arredamento nel corso del Novecento? Due stelle solo perch? non ? n? un filmaccio italiano n? una completa idiozia di un paese quale che sia, ma dio santo, tra queste quattro pareti, che avrebbero potuto contenere *tutto*, non c'? *niente*. Avevo intravisto una recensione che parlava di vita, ma ? esattamente il contrario, qui tutto ? morto in partenza, costruito stilizzato cristallizzato ben confezionato e amen. Ennesimo film senz'anima. Gli unici due che ce l'hanno, gli unici due vivi, sono la coppia ballerina e porcellina della poltrona pigra, l'unica cosa di tutto il film che non suona fredda fasulla didascalica inutile, ma si vedono poco, hanno ben altro da fare, loro, che insegnarci le difficolt? della vita e i buoni sentimenti;)
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gabriella
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lunedì 27 gennaio 2025
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Un salotto e una finestra centrale è la cornice la cui tela rappresenta un’umanità e una società in evoluzione nel corso dei secoli, dall’alba del mondo ai giorni nostri, tramite lo sguardo di una telecamera fissa che diventa il nostro sguardo, il nostro punto di osservazione, eliminando il fuoricampo che rappresenta il cardine delle occasioni mancate. Attraverso le varie epoche americane, che poi sono lo specchio dei protagonisti, le persone che di volta in volta abitano la casa, dall’aviatore, all’inventore, alla famiglia afroamericana, pezzi di storia che si accavallano come si accavallano gli inquilini della casa, che si concentreranno maggiormente sulle figure di Richard e Margaret ( Tom Hanks e Robin Wright), che vivranno in quella casa giovanissimi sposi e felici genitori di una bambina, c’è la vita che scorre tra le pareti domestiche e sul volto degli interpreti , con l’uso del de aging digitale, c’è l’aggancio tra lo spazio e il tempo, un elemento circolare che si ripete pur nelle sue sfaccettature e diversità.
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Un salotto e una finestra centrale è la cornice la cui tela rappresenta un’umanità e una società in evoluzione nel corso dei secoli, dall’alba del mondo ai giorni nostri, tramite lo sguardo di una telecamera fissa che diventa il nostro sguardo, il nostro punto di osservazione, eliminando il fuoricampo che rappresenta il cardine delle occasioni mancate. Attraverso le varie epoche americane, che poi sono lo specchio dei protagonisti, le persone che di volta in volta abitano la casa, dall’aviatore, all’inventore, alla famiglia afroamericana, pezzi di storia che si accavallano come si accavallano gli inquilini della casa, che si concentreranno maggiormente sulle figure di Richard e Margaret ( Tom Hanks e Robin Wright), che vivranno in quella casa giovanissimi sposi e felici genitori di una bambina, c’è la vita che scorre tra le pareti domestiche e sul volto degli interpreti , con l’uso del de aging digitale, c’è l’aggancio tra lo spazio e il tempo, un elemento circolare che si ripete pur nelle sue sfaccettature e diversità. C’è l’esistenza, i sentimenti che anche quelli cambiano e si modificano, il bisogno di uno spazio proprio, la delusione per non avere esaudito e riposto i sogni giovanili, anche qui, la storia che si ripete e si tramanda da padre e figlio, la concretezza, la mancanza di coraggio, la trappola delle abitudini, le necessità cui farsi carico, gli amori che cessano di respirare, il declino, la malattia, la vecchiaia, la casa che torna a essere luogo per riconoscersi. Il film di Zemeckis è sicuramente più visivo che descrittivo, confesso che non amo particolarmente le tecniche digitali, e l’uso dell’intelligenza artificiale, rende un po' artificioso il risultato, ma riconosco che emoziona e coinvolge, è il volto dell’America e di un sogno promesso e non mantenuto.
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gabriella
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lunedì 27 gennaio 2025
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Un salotto e una finestra centrale è la cornice la cui tela rappresenta un’umanità e una società in evoluzione nel corso dei secoli, dall’alba del mondo ai giorni nostri, tramite lo sguardo di una telecamera fissa che diventa il nostro sguardo, il nostro punto di osservazione, eliminando il fuoricampo che rappresenta il cardine delle occasioni mancate. Attraverso le varie epoche americane, che poi sono lo specchio dei protagonisti, le persone che di volta in volta abitano la casa, dall’aviatore, all’inventore, alla famiglia afroamericana, pezzi di storia che si accavallano come si accavallano gli inquilini della casa, che si concentreranno maggiormente sulle figure di Richard e Margaret ( Tom Hanks e Robin Wright), che vivranno in quella casa giovanissimi sposi e felici genitori di una bambina, c’è la vita che scorre tra le pareti domestiche e sul volto degli interpreti , con l’uso del de aging digitale, c’è l’aggancio tra lo spazio e il tempo, un elemento circolare che si ripete pur nelle sue sfaccettature e diversità.
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Un salotto e una finestra centrale è la cornice la cui tela rappresenta un’umanità e una società in evoluzione nel corso dei secoli, dall’alba del mondo ai giorni nostri, tramite lo sguardo di una telecamera fissa che diventa il nostro sguardo, il nostro punto di osservazione, eliminando il fuoricampo che rappresenta il cardine delle occasioni mancate. Attraverso le varie epoche americane, che poi sono lo specchio dei protagonisti, le persone che di volta in volta abitano la casa, dall’aviatore, all’inventore, alla famiglia afroamericana, pezzi di storia che si accavallano come si accavallano gli inquilini della casa, che si concentreranno maggiormente sulle figure di Richard e Margaret ( Tom Hanks e Robin Wright), che vivranno in quella casa giovanissimi sposi e felici genitori di una bambina, c’è la vita che scorre tra le pareti domestiche e sul volto degli interpreti , con l’uso del de aging digitale, c’è l’aggancio tra lo spazio e il tempo, un elemento circolare che si ripete pur nelle sue sfaccettature e diversità. C’è l’esistenza, i sentimenti che anche quelli cambiano e si modificano, il bisogno di uno spazio proprio, la delusione per non avere esaudito e riposto i sogni giovanili, anche qui, la storia che si ripete e si tramanda da padre e figlio, la concretezza, la mancanza di coraggio, la trappola delle abitudini, le necessità cui farsi carico, gli amori che cessano di respirare, il declino, la malattia, la vecchiaia, la casa che torna a essere luogo per riconoscersi. Il film di Zemeckis è sicuramente più visivo che descrittivo, confesso che non amo particolarmente le tecniche digitali, e l’uso dell’intelligenza artificiale, rende un po' artificioso il risultato, ma riconosco che emoziona e coinvolge, è il volto dell’America e di un sogno promesso e non mantenuto.
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giovedì 23 gennaio 2025
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il palcoscenico della vita.
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Concordo in pieno.Meravigliosa recensione che rispecchia totalmente l'atmosfera malinconica del film. Uno dei pi? belli che abbia mai visto.
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leila
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giovedì 23 gennaio 2025
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punto di vista
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Here con Tom Hanks
Finito con un senso di incompletezza e le altre storie ? Solo flash di riempimento
La loro molto ben interpretata,
I cambi di tempo con lacune secolari e i cambi di scena da multischermo pc
si perde e si riprende la struttura della storia e la devi ricercare
In questo sta L originalità del film che se non fossi già avvertito sarebbe quasi claustrofobica , ma in questa sta la sua peculiarità
bella locazione bella scenografia ai limiti del sopportabile la ingombrante presen
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Here con Tom Hanks
Finito con un senso di incompletezza e le altre storie ? Solo flash di riempimento
La loro molto ben interpretata,
I cambi di tempo con lacune secolari e i cambi di scena da multischermo pc
si perde e si riprende la struttura della storia e la devi ricercare
In questo sta L originalità del film che se non fossi già avvertito sarebbe quasi claustrofobica , ma in questa sta la sua peculiarità
bella locazione bella scenografia ai limiti del sopportabile la ingombrante presenza del brutto divano marrone, ben giustifica che margareth se ne voglia andare
Per il resto altri simpatici personaggi rendono non noioso il film nel complesso
Insomma, da Forrest Gamp ben distante
Non mi piacciono comunque i paragoni neanche le votazioni
Mi è parsa quasi un’esercitazione in itinere
Direi che si può ben aspettare lo diano in tv
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emanuel
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martedì 21 gennaio 2025
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l''ia non basta a ringiovanire il cinema
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L'idea di ringiovanire digitalmente Tom Hanks e Robin Wright con l'intelligenza artificiale aveva creato grandi aspettative, ma Here non riesce a mantenere le promesse. La tecnologia, pur efficace in parte, non può nascondere tutto: Robin Wright, per esempio, cammina come un'ottantenne anche quando dovrebbe avere vent'anni. La trama, semplicistica e poco avvincente, si sviluppa quasi interamente in una stanza, trasformando il film in una sorta di soap opera dai toni dozzinali e confusi. Un'occasione sprecata, nonostante il potenziale del cast."
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micol mazzeo
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domenica 19 gennaio 2025
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here - il valore di esserci
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Primo e unico film a tenere l'attenzione sulla stessa inquadratura per 104 minuti: "la vita vista dal salotto con bow window" come in un quadro di Edward Hopper. Il divano negli anni cambia design, per le feste si accende il camino e si aggiunge il tavolo allungabile, a Natale anche l'albero con i regali. Il racconto di diverse famiglie dal '900 al 2000 si costruisce picture-in-picture, come uno scrapbook di attimi di vita da ricordare. La realtà è fatta anche di rimpianti, ma Robert Zemeckis con questo Ritorno al passato celebra il valore dell'esserci per i propri cari, here, nel salotto di casa: dove la memoria si condivide e si conserva.
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Primo e unico film a tenere l'attenzione sulla stessa inquadratura per 104 minuti: "la vita vista dal salotto con bow window" come in un quadro di Edward Hopper. Il divano negli anni cambia design, per le feste si accende il camino e si aggiunge il tavolo allungabile, a Natale anche l'albero con i regali. Il racconto di diverse famiglie dal '900 al 2000 si costruisce picture-in-picture, come uno scrapbook di attimi di vita da ricordare. La realtà è fatta anche di rimpianti, ma Robert Zemeckis con questo Ritorno al passato celebra il valore dell'esserci per i propri cari, here, nel salotto di casa: dove la memoria si condivide e si conserva. Di tanto in tanto la Storia americana fa capolino dissolvendo la claustrofobia delle pareti come se qualcuno sfogliasse l'enciclopedia illustrata tenuta a scaffale. Il film invita a riflettere sulla propria storia, dalla nascita alla morte, pensando alle persone che fanno parte della nostra vita e alle azioni che facciamo per loro, dalla torta di compleanno alle grandi scelte che indirizzano l'esistenza. La coppia Tom Hanks-Robin Wright riporta nostalgicamente alla memoria Forrest Gump e il finale è un omaggio al cinema e all'iconica scena sulla panchina.
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