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montefalcone antonio
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lunedì 27 maggio 2024
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l’interessante evoluzione dell’epopea di miller
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Prequel e spin-off della saga di Mad Max dedicato alla giovinezza di Furiosa, la guerriera apparsa in “Mad Max: Fury Road”, inventata per ridare nuova linfa alla serie.
Questo quinto episodio del franchise diretto ancora da George Miller, tenta di dare una dimensione più estesa e definita al carattere della protagonista e alle ragioni del suo spirito da indomita e arrabbiata guerriera. E potremmo dire che ci riesce, seppur con esiti discontinui, un pochino meno efficaci o affascinanti rispetto al capitolo precedente, il quale risultava più fresco, compatto ed innovativo.
In ogni caso l’opera è di notevole impatto visivo e sonoro, spettacolare e travolgente, ricca di azione, di inseguimenti, e di una tensiva atmosfera che ha come fulcro vitale la totalizzante ambientazione.
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Prequel e spin-off della saga di Mad Max dedicato alla giovinezza di Furiosa, la guerriera apparsa in “Mad Max: Fury Road”, inventata per ridare nuova linfa alla serie.
Questo quinto episodio del franchise diretto ancora da George Miller, tenta di dare una dimensione più estesa e definita al carattere della protagonista e alle ragioni del suo spirito da indomita e arrabbiata guerriera. E potremmo dire che ci riesce, seppur con esiti discontinui, un pochino meno efficaci o affascinanti rispetto al capitolo precedente, il quale risultava più fresco, compatto ed innovativo.
In ogni caso l’opera è di notevole impatto visivo e sonoro, spettacolare e travolgente, ricca di azione, di inseguimenti, e di una tensiva atmosfera che ha come fulcro vitale la totalizzante ambientazione.
Grande cinema dunque; inarrivabile per stile ed estetica, fortemente energico e dinamico, indubbiamente epico e godibile.
La pellicola, accurata e virtuosa dal punto di vista tecnico (anche se il ritmo non è sempre avvincente e la CGI eccessiva) stavolta si affida un po’ di più all’apparato narrativo, in bilico tra romanzo di formazione e tragedia greca, che vede il focus sull’odio e sulla violenza come elementi troppo radicati nel cuore dell’essere umano.
Ma la rabbia non necessariamente deve essere accompagnata soltanto da una furia distruttiva; e lo spirito vendicativo è sempre una condanna, una prigione.
Anya Taylor-Joy (che riprende il personaggio interpretato da Charlize Theron) entra in modo convincente nel ruolo e recita soprattutto con lo sguardo, trasmettendo fierezza, ira, sdegno, sofferenza, speranza.
La seguiamo in un western post-apocalittico, dai toni irriverenti e cartoonistici, che rievoca miti antichi e la ciclicità della storia e dei conflitti, ma anche una nostalgia della purezza incontaminata delle origini, a cui si vorrebbe idealmente e utopicamente ritornare (Furiosa trasportata via dal suo paradiso terrestre e gettata nel torrido inferno del deserto e della disumanità più folle). Così, in “Furiosa“ tutto si fa cupo, cinico, doloroso. Tutto espande, e va a completare e al contempo complementare il capitolo precedente.
Certo, molti nodi narrativi, caratterizzazioni (e anche altri personaggi) o passaggi potevano essere maggiormente sfruttati, sviluppati o ulteriormente approfonditi, ma si apprezza molto la (riuscita) scelta di lavorare con ponderatezza su nuove situazioni e costruire un tracciato più elaborato per l'evoluzione dei personaggi, sempre con quella voglia di stupire e sperimentare, tipica del regista australiano.
“Furiosa” è in conclusione un film che amplifica il percorso artistico, maturo e moderno di Miller; una bella antitesi (concettuale e strutturale) di “Mad Max: Fury Road”. Un film duro, crudo, spettacolare; un’epopea lunga e stratificata che guarda alle origini e tende al futuro con vitalità. Voto (in decimi): 7.75 / 8
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imperior max
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lunedì 27 maggio 2024
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un'epopea post apocalittica milleriana al 100%
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Da un po’ la saga di Mad Max è diventata tra le mie preferite. Ed indubbiamente tra le poche riuscite nel corso dei decenni. Ed è ritornata con FURIOSA: A MAD MAX SAGA, sempre timonato dal capitan George Miller, con lui la tenente Anya Taylor-Joy e il sottotenente Chris Hemsworth che portano il vascello in alto mare, anche se sulla sabbia dell’Australia post apocalittica.
La storia ritorna su Furiosa, ma ricoprendo il suo passato a quindici anni da Fury Road. Vive nel Luogo Verde, ricco di flora, fauna e frutti, ma un giorno arrivano dei motociclisti che la rapiscono e la portano al cospetto del loro capo Dementus per rivelargli l’esatta ubicazione dell’oasi. Dopo la morte della madre e passati degli anni verrà presa tramite trattativa sotto la protezione di Immortan Joe nella sua Cittadella.
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Da un po’ la saga di Mad Max è diventata tra le mie preferite. Ed indubbiamente tra le poche riuscite nel corso dei decenni. Ed è ritornata con FURIOSA: A MAD MAX SAGA, sempre timonato dal capitan George Miller, con lui la tenente Anya Taylor-Joy e il sottotenente Chris Hemsworth che portano il vascello in alto mare, anche se sulla sabbia dell’Australia post apocalittica.
La storia ritorna su Furiosa, ma ricoprendo il suo passato a quindici anni da Fury Road. Vive nel Luogo Verde, ricco di flora, fauna e frutti, ma un giorno arrivano dei motociclisti che la rapiscono e la portano al cospetto del loro capo Dementus per rivelargli l’esatta ubicazione dell’oasi. Dopo la morte della madre e passati degli anni verrà presa tramite trattativa sotto la protezione di Immortan Joe nella sua Cittadella. Di lì, sotto le mentite spoglie di un trasportatore di merci per la Cittadella, tramerà la sua vendetta contro Dementus.
Va’ subito detto che George Miller a 69 anni gira come uno di 29 e la fantasia di 19. Tecnicamente elevato, ben montato, la fotografia calda e avvolgente, il sonoro e le musiche stavolta un po’ meno impattanti del solito, ma sempre buone, poche scene d’azione con sparatorie, esplosioni, inseguimenti in macchina, moto e camion, ma lunghe, spettacolari e chiare, poca cgi e mai invasiva, ma soprattutto un grande elogio agli stuntmen. Inutile dire che l’Australia desertica rimane ancora tra i migliori scenari post apocalittici.
Eccezion fatta per un paio di elementi leggermente stonati e una sottotrama forse allungata più del dovuto la scrittura è ben fatta, più introspettiva, focalizzata sui personaggi e perfettamente coerente col film che verrà dopo. Un’epopea sul trauma, la vendetta, la guerra e la sopravvivenza. Sia Anya Taylor-Joy che l’attrice bambina, con poche e buone battute in croce, riescono a bucare lo schermo anche sono con gli sguardi. Chris Hemsworth interpreta un cattivo Dementus bello sfaccettato, istrionico e con delle pecche caratteriali anche verso i suoi uomini. Tra l’altro Immortan Joe e i suoi uomini si dimostrano ancora interessanti.
Insomma, una storia dove in fondo nessuno è buono, nessuno è veramente candido e nessuno fa’ niente per niente. Tranne forse George Miller. Mi spiace solo che, per adesso, in sala sta’ un po’ floppando. QUINDI CELERE E NIENTE SCUSE!
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felicity
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martedì 16 luglio 2024
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epico, ma mai ridondante
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Furiosa è il classico caso in cui si rischia di andare con le aspettative sbagliate.
A chi fregava qualcosa di sapere delle origini di Furiosa dopo aver visto Mad Max: Fury Road?
Il personaggio era chiaro. Il suo background era chiaro senza bisogno di spiegoni. Sono dell’opinione che anche quelli che pensano che Fury Road fosse “senza trama” in realtà abbiano capito molte più cose di quanto si rendano conto, e siano solo spiazzati dal fatto di averle interiorizzate durante un inseguimento continuo invece che in modo più tradizionale.
Furiosa è un film diverso da Mad Max: Fury Road. Proprio in struttura, tono e intenzioni.
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Furiosa è il classico caso in cui si rischia di andare con le aspettative sbagliate.
A chi fregava qualcosa di sapere delle origini di Furiosa dopo aver visto Mad Max: Fury Road?
Il personaggio era chiaro. Il suo background era chiaro senza bisogno di spiegoni. Sono dell’opinione che anche quelli che pensano che Fury Road fosse “senza trama” in realtà abbiano capito molte più cose di quanto si rendano conto, e siano solo spiazzati dal fatto di averle interiorizzate durante un inseguimento continuo invece che in modo più tradizionale.
Furiosa è un film diverso da Mad Max: Fury Road. Proprio in struttura, tono e intenzioni.
Mad Max: Fury Road era appoggiato su una gimmick – cosa che, e qui stava la sua vera forza, non era un luccicante trucchetto per semplificare ma al contrario un livello di difficoltà aggiuntivo, una vera e propria prova di incredibile padronanza tecnica e narrativa. L’incredibile esercizio di sintetizzare un intero mondo, e diverse vite in procinto di cambiare, nell’arco di due lunghi inseguimenti.
In Furiosa la trama non si sviluppa in un paio di giorni e una corsa avanti e indietro, ma nell’arco di 15 anni e diversi avvenimenti.
Miller, che è pazzo e mette le sue esigenze di storia davanti a tutto il resto, osa addirittura fare arrivare Anya Taylor-Joy dopo circa un’ora di film, ambientando gran parte della premessa quando il suo personaggio ha 12 anni.
Dementus fa da contraltare e avversario per Furiosa: segnato da una grave perdita, reagisce creando un piccolo culto attorno a sé e lo usa, non facendosi scrupoli a restituire il dolore che ha subito, inseguendo quanto più potere possibile. Il parallelo con le origini di Furiosa, di cui è causa, è esplicitato: quello con Mad Max è altrettanto ovvio, ma lasciato allo spettatore.
Il modo semi-clandestino di sopravvivere di Furiosa non è necessariamente quello che avremmo ipotizzato guardando Fury Road, ed è proprio quello che dà potenza al personaggio e un senso definitivo al film.
Miller gira che è un piacere, concentratissimo e con gli occhi costantemente sul bersaglio. Epico, ma mai ridondante. Non una scena fuori posto, non una scena che non serva a qualcosa. Qui non fa l’action travolgente, ma piuttosto la storia di formazione.
E quando gira l’azione è inarrivabile: per come riesce ad essere funzionale e spettacolare allo stesso tempo, per come riesce ad essere assolutamente chiaro mentre continua a inscenare coreografie impossibili.
Furiosa ha tre funzioni: regalare un film solista al raro personaggio secondario di un franchise che se l’è ampiamente meritato sul campo; raccontare una storia che non si limiti ad essere le note a pié pagina di Fury Road, ma qualcosa che lo renda ancora più potente; raccontare una storia che abbia una sua tematica e un suo scopo indipendente.
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eleonora panzeri
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sabato 25 maggio 2024
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grande delusione
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“Furiosa: A Mad Max Saga" è il prequel del film uscito nel 2015, "Mad Max: Fury Road", diretto anch'esso da George Miller. Questi film fanno parte di una saga iniziata nel 1979. Tuttavia, essendo trascorsi molti anni tra i primi capitoli e il resto della saga, forse non tutti hanno visto i primi tre film. Il film del 2015, che fece molto parlare di sé grazie alla sua eccellente realizzazione, sembra un'opera autonoma piuttosto che parte di un progetto più ampio. Il prequel racconta la storia di Furiosa (protagonista anche del film successivo) dalla sua infanzia fino all’età adulta. Premetto che parlare di questo film senza fare spoiler è difficile, tuttavia non voglio esimermi poiché la delusione nella visione di questa pellicola è stata notevole.
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“Furiosa: A Mad Max Saga" è il prequel del film uscito nel 2015, "Mad Max: Fury Road", diretto anch'esso da George Miller. Questi film fanno parte di una saga iniziata nel 1979. Tuttavia, essendo trascorsi molti anni tra i primi capitoli e il resto della saga, forse non tutti hanno visto i primi tre film. Il film del 2015, che fece molto parlare di sé grazie alla sua eccellente realizzazione, sembra un'opera autonoma piuttosto che parte di un progetto più ampio. Il prequel racconta la storia di Furiosa (protagonista anche del film successivo) dalla sua infanzia fino all’età adulta. Premetto che parlare di questo film senza fare spoiler è difficile, tuttavia non voglio esimermi poiché la delusione nella visione di questa pellicola è stata notevole. Non capisco come possa esserci la mano dello stesso regista. La fantascienza non è fare le cose a casaccio. Il film è ambientato sulla Terra dopo una serie di eventi catastrofici che hanno portato alla desertificazione del pianeta, un dettaglio che si conosce solo avendo visto "Fury Road". È assurdo dover dare senso a un prequel solo perché si conosce il sequel. Qui avrebbero dovuto spiegare bene cosa era successo e cosa aveva portato alla situazione attuale. Ad ogni modo, questa è solo la punta dell’iceberg. La storia è ridicola, a partire dalla bambina ninja fino alla ciurma di Dementus che, prima della presa di Gas Town, sembra sopravvivere nel deserto senza acqua, cibo e benzina (considerando che sono motociclisti). Dementus stesso non appare in condizioni fisiche critiche e non sembra esserci un problema di natalità, visto che spuntano motociclisti da ogni parte del deserto. La straordinarietà di Furiosa di essere cresciuta in una "terra di abbondanza" non sembra essere così visibile, visto che, una volta fuggita, nessuno si accorge di lei. Teoricamente tutta la popolazione dovrebbe essere malata o mutilata, ma a parte i membri del consiglio di Immortal Joe e pochi membri del gruppo di Dementus, gli altri sembrano in condizioni fisiche normali. La storia d’amore avrebbe potuto essere molto più sviluppata e non solo accennata. Inoltre, i personaggi sono tutti piatti, non si parla del loro passato e spesso sono confusi nella moltitudine di inutili comparse. Per quanto riguarda il cast, l’unico che ha dato una performance significativa è stato Chris Hemsworth nel ruolo di Dementus. Credibile benché non memorabile Tom Burke nel ruolo di Praetorian Jack. Invisibile Anya Taylor-Joy nel ruolo di Furiosa che non assomiglia neanche lontanamente a Charlize Theron, che interpreta il medesimo personaggio nel capitolo successivo. In sintesi, un film che non serviva, che non aggiunge nulla al sequel, anzi, se mai fa sorgere dubbi sulla coerenza interna dell’intera saga.
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