lu pichi
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venerdì 21 giugno 2024
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spiazzante, grottesco, surreale, affascinante.
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Film abbastanza assurdo non al livello delle pellicole di Yorgos Lanthimos ma di sicuro con una storia molto particolare e inverosimile: uno spettatore blocca lo spettacolo scrive un copione velocemente e obbliga gli attori a interpretarlo mentre li tiene in ostaggio insieme agli spettatori, per dire io ero rimasto al lancio dei pomodori, però il film si fa vedere scorre bene e non mi è dispiaciuto, il protagonista sembra uno psicopatico imbranato comunque dura un'ora alla fine l'ho visto senza annoiarmi, mi è piaciuto ma gli do 2 stelle perché il finale non mi è piaciuto ci mancano almeno 15 minuti dove spiegare che fine fa il protagonista invece chiude con il buio, probabilmente con questo voleva dire qui finisce la parabola di Yannik.
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Film abbastanza assurdo non al livello delle pellicole di Yorgos Lanthimos ma di sicuro con una storia molto particolare e inverosimile: uno spettatore blocca lo spettacolo scrive un copione velocemente e obbliga gli attori a interpretarlo mentre li tiene in ostaggio insieme agli spettatori, per dire io ero rimasto al lancio dei pomodori, però il film si fa vedere scorre bene e non mi è dispiaciuto, il protagonista sembra uno psicopatico imbranato comunque dura un'ora alla fine l'ho visto senza annoiarmi, mi è piaciuto ma gli do 2 stelle perché il finale non mi è piaciuto ci mancano almeno 15 minuti dove spiegare che fine fa il protagonista invece chiude con il buio, probabilmente con questo voleva dire qui finisce la parabola di Yannik. Il finale è rude viene tagliato nel momento in cui dovrebbe spiegarci se può nascere una collaborazione tra il sequestratore e gli attori, se il pubblico lo perdona, invece finisce così, è brutto si presta a diverse interpretazioni anche le più tragiche dipende dallo stato d'animo dello spettatore. Si può guardare, metti una torta in forno di quelle che hanno una cottura a un ora finito il film la cacci e vedrai che non ti è dispiaciuto.
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cardclau
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domenica 21 gennaio 2024
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noioso
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Nel film Yannik - La rivincita dello spettatore, il regista e sceneggiatore Quentin Dupleux affronta la tematica, appassionante quanto impegnativa, della dialettica tra tesi (opera teatrale) e antitesi (spettatore). Ma a Quentin Dupleux piace troppo sconvolgere, fino a sconcertare, lo spettatore; e in questo film ‘mettendocela tutta’, si dimentica la fondamentale sintesi finale, col risultato di farne un opera mutilata, dove la solidarietà non esiste, e la solitudine del protagonista assoluta. In più, per non stancare lo spettatore, tira fuori degli argomenti di natura sessuale che ho trovato poco entusiasmanti, anche se alla moda. Non mancano delle perle, la recitazione di Blanche Gardin e di Pio Marmaï; ma la figura di Yannik è quella di uno psicotico paranoico lucido’, inquietante, col quale non c’è, non è possibile, e non sarà possibile un dialogo.
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Nel film Yannik - La rivincita dello spettatore, il regista e sceneggiatore Quentin Dupleux affronta la tematica, appassionante quanto impegnativa, della dialettica tra tesi (opera teatrale) e antitesi (spettatore). Ma a Quentin Dupleux piace troppo sconvolgere, fino a sconcertare, lo spettatore; e in questo film ‘mettendocela tutta’, si dimentica la fondamentale sintesi finale, col risultato di farne un opera mutilata, dove la solidarietà non esiste, e la solitudine del protagonista assoluta. In più, per non stancare lo spettatore, tira fuori degli argomenti di natura sessuale che ho trovato poco entusiasmanti, anche se alla moda. Non mancano delle perle, la recitazione di Blanche Gardin e di Pio Marmaï; ma la figura di Yannik è quella di uno psicotico paranoico lucido’, inquietante, col quale non c’è, non è possibile, e non sarà possibile un dialogo. Come si fa a fare un film interessante con un personaggio del genere? Come inquietanti sono i personaggi che minacciati, ‘sarebbero’ disposti a tutto. Forse il regista potrebbe, per incominciare, vedere il film di Susanne Bier ‘Non desiderare la donna d’altri’, e ‘Sei personaggi in cerca di autore’ di Luigi Pirandello.
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writer58
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sabato 13 gennaio 2024
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il cliente ha sempre ragione...
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Visto al TFF, il film di Dupieux mi ha divertito e mi è parso brillante nel suo svolgimento, stringato ed efficace (la pellicola dura poco più di un'ora). Centrato sul rapporto tra attori (autori) e pubblico, lo sviluppa in modo paradossale, estremizzando eventi realmente accaduti in campo artistico (il pubblico che si ribella alla morte di Sherlock Holmes, costringendo Conan Doyle a resuscitare il suo celebre personaggio) o sequenze di finzione (valga come esempio, su un registro meno ironico e parecchio dark, Misery non deve morire).
L'analogia, tuttavia, è imperfetta, poiché Yannick mette in scena una riflessione ironica ma attuale sulla funzione dell'intrattenimento (in questo caso, teatrale).
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Visto al TFF, il film di Dupieux mi ha divertito e mi è parso brillante nel suo svolgimento, stringato ed efficace (la pellicola dura poco più di un'ora). Centrato sul rapporto tra attori (autori) e pubblico, lo sviluppa in modo paradossale, estremizzando eventi realmente accaduti in campo artistico (il pubblico che si ribella alla morte di Sherlock Holmes, costringendo Conan Doyle a resuscitare il suo celebre personaggio) o sequenze di finzione (valga come esempio, su un registro meno ironico e parecchio dark, Misery non deve morire).
L'analogia, tuttavia, è imperfetta, poiché Yannick mette in scena una riflessione ironica ma attuale sulla funzione dell'intrattenimento (in questo caso, teatrale). Il personaggio, infatti, non vuole che lo spettacolo continui, si alza e interrompe la piece a cui sta assistendo, argomentando che era venuto a teatro per evadere dalle sue preoccupazioni, dalle sue ansie quotidiane e non per trovarne di nuove. Aggiunge che lo spettacolo è recitato pessimamente e che deve poter esprimere le proprie rimostranze a qualcuno, in questo caso al regista. Gli attori, interdetti, contestano l'interruzione e provano a espellere il disturbatore, che però tornerà in sala armato di pistola...
Nel vedere l'opera, ho pensato ad alcuni commenti del pubblico nei confronti di film più o meno celebri, tacitati di "essere noiosi". Generalmente, la noia è un paradigma di non approvazione, è una categoria che si estende a tutto ciò che non apprezziamo, soprattutto se prevale un ritmo lento. Poi ho pensato a come le preferenze e l'estetica degli spettatori siano studiati in modo scientifico dall'industria culturale, in modo da proporre opere in sintonia con la sensibilità e i gusti del pubblico. Ciò si traduce nella proposizione di archetipi e generi che spaziano dagli Avengers ail fantasy, dal crime più cupo, agli horror, al biopic spettacolarizzato.
Yannick si diverte a immaginare una situazione in cui il pubblico prende il comando e obbliga gli attori a eseguire una sceneggiatura improvvisata, certamente scadente, ma resa brillante dal rovesciamento delle posizioni.
Due appunti critici: la rappresentazione teatrale iniziale, sul tema del "cornuto" è così scadente da apparire improbabile persino in un vaudeville di serie C come quello messo in scena nei primi minuti del film. Il protagonista (Raphael Quenard) offre un'ottima interpretazione, ma ogni tanto eccede e va sopra le righe come quando pensa di ingraziarsi il pubblico del teatro con atteggiamenti da stalker.
Nel complesso, tuttavia, un film ben costruito, che strappa più di un sorriso e scorre via fluido fino all'epilogo finale.
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(di writer58)
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