Apollo 10 e mezzo racconta l’adolescenza del regista tra memoria e immaginazione nell’estate dello sbarco sulla Luna. Libero, aereo, nostalgico.
Il film è un quadro lucidissimo e appassionato dell’America della fine degli anni ’60: la guerra in Vietnam, Neil Armstrong, Robert Kennedy nelle immagini sfumate come in un flashback. Non c’è distanza in quello che il cineasta mostra ma non è un album privato. È un cinema che ha una voglia matta di giocare come con gli scherzi telefonici e il rumore dei tasti del telefono. Più che per quello che mostra, conta come viene vissuto attraverso gli occhi di Stan/Linklater. Una compilation della sua vita che potrebbe essere parte anche della nostra.
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Apollo 10 e mezzo racconta l’adolescenza del regista tra memoria e immaginazione nell’estate dello sbarco sulla Luna. Libero, aereo, nostalgico.
Il film è un quadro lucidissimo e appassionato dell’America della fine degli anni ’60: la guerra in Vietnam, Neil Armstrong, Robert Kennedy nelle immagini sfumate come in un flashback. Non c’è distanza in quello che il cineasta mostra ma non è un album privato. È un cinema che ha una voglia matta di giocare come con gli scherzi telefonici e il rumore dei tasti del telefono. Più che per quello che mostra, conta come viene vissuto attraverso gli occhi di Stan/Linklater. Una compilation della sua vita che potrebbe essere parte anche della nostra. La nostalgia è quella di George Lucas, Pau Thomas Anderson, ancora Olivier Assayas. No, non se ne esce. Meglio così. Si sta benissimo. Film come questi non si vorrebbero abbandonare mai. Oppure rivederli appena capita. È il miglior Linklater? Forse no, forse sì.
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