aux
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giovedì 26 dicembre 2024
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buon thriller
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giovanni
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giovedì 22 settembre 2022
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kubrick?
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Bella recensione, ma forse si poteva ricordare che il film, nella sua struttura, deve qualcosa a The Killing (Rapina a mano armata) di Kubrick.
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felicity
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lunedì 21 febbraio 2022
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la tensione funziona bene
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Wrath of Man mescola il genere caper con le storie di vendetta e di malavita tanto care al regista; in effetti, sommando anche la divisione in capitoli, il racconto non sequenziale e la presenza di Jason Statham, sulle prime sembrerebbe la solita storia.
A fare una differenza grande come una casa è il taglio: in questo giro sulla giostra non sono saliti criminali chiacchieroni o ganzetti dalla battuta pronta; in effetti, ora che ci penso, non c’è nemmeno la giostra, sostituita da una Los Angeles lividissima che pare uscita da Heat - La sfida. Le analogie col capolavoro di Michael Mann non si fermano alla fotografia, ma tirano in ballo anche furgoni portavalori, doppi giochi, ma soprattutto un taglio estremamente asciutto che si specchia nella messa in scena e nella rappresentazione della violenza.
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Wrath of Man mescola il genere caper con le storie di vendetta e di malavita tanto care al regista; in effetti, sommando anche la divisione in capitoli, il racconto non sequenziale e la presenza di Jason Statham, sulle prime sembrerebbe la solita storia.
A fare una differenza grande come una casa è il taglio: in questo giro sulla giostra non sono saliti criminali chiacchieroni o ganzetti dalla battuta pronta; in effetti, ora che ci penso, non c’è nemmeno la giostra, sostituita da una Los Angeles lividissima che pare uscita da Heat - La sfida. Le analogie col capolavoro di Michael Mann non si fermano alla fotografia, ma tirano in ballo anche furgoni portavalori, doppi giochi, ma soprattutto un taglio estremamente asciutto che si specchia nella messa in scena e nella rappresentazione della violenza.
Wrath of Man costruisce subito una gran bella atmosfera servendosi del prologo e assecondando l’aura di mistero del granitico protagonista interpretato da Statham.
Assunto di fresco dall’agenzia di sicurezza Fortico e, chiaramente, dotato di un talento eccezionale, questi finirà per guadagnarsi contemporaneamente l’odio dei colleghi e l’attenzione del veterano Bullet.
Sempre sulle prime la relazione tra i due ricorda moltissimo l’analoga tra gli agenti Utah e Pappas di Point Break, fornendo una possibile chiave di lettura che, tuttavia, Ritchie si diverte ad annebbiare col secondo blocco narrativo; i misteri e la tensione restano, ma poco per volta il campo si allarga contribuendo a distribuire il racconto lungo diversi piani e schieramenti, permettendo così al regista di sfogare la sua caratteristica vocazione al montaggio.
Anche lato messa in scena niente da dire: dietro quell’aria da underdog, Wrath of Man schiera una serie di trovate affatto banali sia durante le sequenze d’azione - ma su questo c’erano pochi dubbi - sia durante i momenti apparentemente più convenzionali nell’ottica dei generi in ballo. Sono proprio queste ultime situazioni a tirare fuori il meglio dal film, laddove i movimenti di macchina e la gestione claustrofobica degli spazi contribuiscono a suggerire l’idea di una grande macchina, sia visiva che narrativa, oliata fin nei minimi dettagli.
Questo senso di unità tra le parti, di organismo, rappresenta forse l’aspetto più affascinante di Wrath of Man, oltre a suonare nettamente il più oneroso in termini di sforzi. Di contro, a tratti rappresenta quasi un limite, soprattutto quando la meccanica prende il sopravvento su atmosfera e personaggi fino a sfiorare l’esercizio di stile.
È un concetto un po’ difficile da esprimere senza tirare in ballo definizioni antipatiche o aleatorie; senza, insomma, dare l’idea di voler cercare il pelo nell’uovo, eppure la struttura del film a tratti mi è parsa un po’ troppo pulita. E non dico tanto nell’ottica del realismo - chissenefrega del realismo - quanto semmai in termini di potenza narrativa, visto che a pagare le conseguenze di questo “eccesso di equilibrio” sono soprattutto i personaggi o, meglio, la loro capacità di afferrare lo spettatore per lo stomaco.
Jason Statham, metti, funziona molto bene se c’è da fomentare il mistero o esprimere potenza; decisamente meno quando si entra nel merito della sete di vendetta, persino nell’ottica della macchina di morte che è chiamato a interpretare.
Questo, a mio modo di vedere, non dipende dal registro dell’attore né dalla scrittura del personaggio, quanto semmai da un racconto eccessivamente concentrato sui propri ingranaggi al punto da deconcentrare il cast. Ed è un peccato, soprattutto a fronte di un film complessivamente ben fatto.
Da un lato Wrath of Man è probabilmente uno dei lavori migliori di Ritchie, nonché la dimostrazione che il cineasta inglese può maneggiare registri più asciutti senza sacrificare il proprio stile; di contro, il film tradisce un eccesso di consapevolezza che ne mette a nudo la dimensione più meccanica, e a farne le spese sono soprattutto i personaggi.
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sasao
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mercoledì 2 febbraio 2022
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action movie godibilissimo
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Stiamo parlando di un buon film thriller d' azione. In sostanza un action movie con tutti i crismi dell' action movie. La vendetta necessaria e non barattabile, villains irriducibili nella loro ingordigia che li porta al massacro, il principale fotocopia di Clint Eastwood da giovane, poi ho scoperto che è il figlio, psicotico al punto giusto, sparatorie catartiche. Guy Ritchie è in ottima forma, non c'è che dire, alterna vere e proprie perle come the gentlemen a questi film action che non hanno pretesa di capolavoro, ma funzionano, hanno il giusto ritmo e per una serata leggera, di stacco, sono perfetti. Poi bene anche Statham, col pilota automatico ormai in questo tipo di ruoli.
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gustibus
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martedì 28 dicembre 2021
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bravo statham,ottima regia
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Ottimo film uscito quasi sconosciuto causa pandemia.Wrath of man(titolo originale)meritava molto di piu'.Il regista Guy Ritchie in ottima forma dirige un J.Statham che praticamente non sorride mai.Una banda di ex militari abili nelle rapine di furgoni portavalo)ri gli ammazzano il figlio che non aveva nulla a che fare con la delinquenza.Arrivera'la furia umana della vendetta del padre(Statham)morti e violenza forte,ma la regia fa la differenza nel raccontare nei minimi dettagli tutti i particolari di come si svolgera'la storia di questa vendetta.Si nota uno Scott Eastwood(figlio del "mitico")che fa il cattivo abbastanza bene.Peccato perche un film cosi'buono passi quasi innoservato.
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Ottimo film uscito quasi sconosciuto causa pandemia.Wrath of man(titolo originale)meritava molto di piu'.Il regista Guy Ritchie in ottima forma dirige un J.Statham che praticamente non sorride mai.Una banda di ex militari abili nelle rapine di furgoni portavalo)ri gli ammazzano il figlio che non aveva nulla a che fare con la delinquenza.Arrivera'la furia umana della vendetta del padre(Statham)morti e violenza forte,ma la regia fa la differenza nel raccontare nei minimi dettagli tutti i particolari di come si svolgera'la storia di questa vendetta.Si nota uno Scott Eastwood(figlio del "mitico")che fa il cattivo abbastanza bene.Peccato perche un film cosi'buono passi quasi innoservato..Consigliato.
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carloalberto
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martedì 28 dicembre 2021
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regista e cast, hanno fatto tutti cose migliori
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Per Guy Ritchie e Jason Statham sono lontani i tempi del loro comune esordio nel divertente, cinico e, per certi aspetti, geniale Lock & Stock - Pazzi scatenati. Ritchie oramai è uno dei tanti filmmaker di Hollywood che realizza prodotti commerciali da vendere sul mercatino globale delle piattaforme multimediali, Statham non è più un attore ma una maschera del moderno teatro dei burattini, un personaggio, simile ad un supereroe della Marvel, senza espressione e senza anima.
Il soggetto è logoro, la trama è banale, la sceneggiatura è povera, il finale è scontato, il montaggio è inutilmente complicato da continui flashback che contengono a loro volta altri flashback e così via all’infinito.
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Per Guy Ritchie e Jason Statham sono lontani i tempi del loro comune esordio nel divertente, cinico e, per certi aspetti, geniale Lock & Stock - Pazzi scatenati. Ritchie oramai è uno dei tanti filmmaker di Hollywood che realizza prodotti commerciali da vendere sul mercatino globale delle piattaforme multimediali, Statham non è più un attore ma una maschera del moderno teatro dei burattini, un personaggio, simile ad un supereroe della Marvel, senza espressione e senza anima.
Il soggetto è logoro, la trama è banale, la sceneggiatura è povera, il finale è scontato, il montaggio è inutilmente complicato da continui flashback che contengono a loro volta altri flashback e così via all’infinito. Oltremodo lungo ed a tratti noioso per la ripetizione della stessa scena vista da prospettive diverse, che, tuttavia, è riproposta soltanto da angolazioni diverse, non mutando la soggettività dello sguardo. Così non si comunica lo stato d’animo dei diversi personaggi che hanno partecipato alla medesima azione, semplicemente si tedia. E’ un action movie, poco spettacolare, appartenente al filone Revenge, che soddisfa l’ansia di rivalsa ed appaga le frustrazioni nascoste dello spettatore medio. Il cast è sovradimensionato rispetto all’impresa ed annovera tra gli altri un ormai imbolsito Andy Garcia, relegato in una particina che è poco più di una comparsata, ed Eddie Marsan, che ha fatto cose migliori e che fu lo straordinario protagonista del bellissimo Still Life.
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