Molecole |
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Un film di Andrea Segre.
Con Elena Almansi, Maurizio Calligaro, Gigi Divari, Giulia Tagliapietra, Patrizia Zanella
Documentario,
Ratings: Kids+13,
durata 68 min.
- Italia 2020.
- ZaLab
uscita giovedì 3 settembre 2020.
MYMONETRO
Molecole
valutazione media:
3,21
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La città sospesa sul maredi FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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sabato 26 settembre 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il protagonista-regista, Andrea Segre, racconta con voce fuori campo la Venezia del lockdown e indaga sul padre che viveva lì, Ulderico Segre, fisico studioso dei radicali liberi, molecole reattive con cariche negative. Andrea rovista tra scritti, lettere e filmati amatoriali. Per girare la città cerca una amica gondoliera – professionale ed atletica - per recarsi nei vari quartieri non più collegati da traghetti e parla con l’amico soprannominato Caligo (nebbia, in veneziano), esperto del fenomeno dell’acqua alta. La vista dell’Arsenale vuoto stringe il cuore. Gli ampi spazi davanti a Piazza S. Marco testimoniano il miglioramento della limpidezza dell’acqua e la scomparsa delle onde dei battelli. Gli uccelli riprendono gli spazi normalmente sottratti da abitanti e turisti; le barene hanno ampliato le zone secche e c’è un solo fenomeno di acqua alta provocato da venti e maree. I pochi veneziani rimasti, non trasmigrati in terraferma, restano in casa nella chiusura per coronavirus; fa impressione vedere campi e campielli, ponti e stretti vicoli senza presenze umane che permettano di misurare gli spazi per confronto. La ricerca dell’umano si sposta e si incentra sull’indagine della vita di Ulderico. I rapporti epistolari e i filmati si alternano a ricordi smozzicati: Andrea non è nato a Venezia, ma a Dolo, ed ha studiato Sociologia, che ora insegna. Nelle telefonate comunicavano poco tra loro e si rimandavano spiegazioni di scelte operate e di pensieri a incontri futuri, che poi si rivelavano avari di tempo: a padre e figlio negli incontri successivi non restava che guardarsi e sorridere … In questo film Segre, presentato al Festival di Venezia di quest’anno, si sofferma sulla chiave intima per svelare anche se stesso assieme alla figura del padre, mai conosciuto a fondo: forse potremmo dire la stessa cosa tutti noi, se non abbiamo potuto vedere con i nostri occhi il film delle vite dei padri e conserviamo poche immagini o ricordi frammentari. Nei buoni film precedenti del regista-sociologo (Io sono Li del 2011, La prima neve del 2013 e L’ordine delle cose del 2017) erano in primo piano le questioni ed i problemi dell’immigrazione e del razzismo. Anche in questo film è scorrevole la sceneggiatura ed è buono il montaggio. A Venezia il mare insidia una intera città ed anche le relazioni interpersonali, quasi fossero anche esse ostacolate da canali e vie di acqua che rendono le case come isole, sono complicate e difficili come viene raccontato nella pellicola. La fotografia della città unica al mondo è bella e struggente, netta e nitida in contrapposizione alle immagini indecifrabili dei filmati inseriti. E la città diventa protagonista. Un film da vedere.
Valutazione *** e 1/2 FabioFeli
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