Film come "Adù" ne sono stati prodotti a grappoli negli ultimi anni. Gli ingredienti sono sempre gli stessi: uomini bianchi europei più o meno egoisti se non violenti (specialmente la Polizia). Uomini e donne africani più o meno di animo nobile e sognatore. Però ci sono anche degli africani cattivi: i poliziotti, guardaunpò.
Anche le modalità di rappresentazione dell'opera sono sempre le stesse di una soap opera immigrazionista che sembra uscita direttamente da una nave ONG : bimbi con grandi occhioni indifesi, bellezze della natura africana contrapposte al grigiore europeo, musiche struggenti e strappalacrime in crescendo rossiniano, culminanti nelle strazianti scene finali di abbandono e separazione.
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Film come "Adù" ne sono stati prodotti a grappoli negli ultimi anni. Gli ingredienti sono sempre gli stessi: uomini bianchi europei più o meno egoisti se non violenti (specialmente la Polizia). Uomini e donne africani più o meno di animo nobile e sognatore. Però ci sono anche degli africani cattivi: i poliziotti, guardaunpò.
Anche le modalità di rappresentazione dell'opera sono sempre le stesse di una soap opera immigrazionista che sembra uscita direttamente da una nave ONG : bimbi con grandi occhioni indifesi, bellezze della natura africana contrapposte al grigiore europeo, musiche struggenti e strappalacrime in crescendo rossiniano, culminanti nelle strazianti scene finali di abbandono e separazione.
In mezzo, l'unico attore di chiara fama, Luis Tosar, costretto a una parte insulsa e priva di mordente, quella di un ecologista missionario in Africa in difficili rapporti con la figlia 20enne, così stupida da tentare di uscire dal Marocco con un bel panetto di droga.
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