The Square

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andrea martedì 24 giugno 2025
sotto il quadrato, il nulla Valutazione 2 stelle su cinque
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Raramente sento il bisogno di scrivere una recensione negativa, ma The Square mi ha spinto a farlo. ? uno dei peggiori film che abbia mai visto. Uno specchio del suo protagonista e della categoria di persone che rappresenta: vuoto, pretenzioso, e incredibilmente autoreferenziale.

C'? cos? tanta noia, cos? poco da dire, cos? pochi veri argomenti, che alla fine resta solo l?ego. Un ego che scalpita per sentirsi superiore, per convincersi di essere qualcosa di pi?. Ma nel mondo dell?arte contemporanea, questo non basta. Non basta voler sembrare sofisticati, bisogna esserlo davvero. E soprattutto, bisogna avere qualcosa da dire.

Il film sembra voler criticare la societ? contemporanea, il vuoto di contenuti, la ricerca dello shock e dell?irriverenza a tutti i costi. [+]

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cinephilo martedì 18 giugno 2024
un ostlund deludente Valutazione 1 stelle su cinque
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La mal riuscita del film è difficile da descrivere a parole: alterna qualche buona idea ad altre davvero gazzillore, fuori luogo e incoerenti con il tono del film. La messa in scena di questo film (così come quella del successivo) è ai limiti dell'inguardabile (priva di ogni tipo di forza visiva ed espressività).
Rivorremmo l'Ostlund di Play e Forza Maggiore.

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felicity mercoledì 17 marzo 2021
satira spietata degli intellettuali compiaciuti Valutazione 4 stelle su cinque
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The Square è un film straordinariamente intelligente e divertente. La molteplicità di significati che soggiacciono alla maggior parte delle scene del film rivela la grande sensibilità di Ruben Östlund, che qui scrive e dirige. Se forse non tutti gli spettatori sapranno cogliere gli insistiti rimandi colti presenti tra le righe dello script, di certo tutti potranno godere della gran copia di momenti esilaranti che impuntiscono il metraggio. E qui veniamo al principale pregio e difetto della pellicola.
Il film è attraversato da un’infinità di scene divertentissime, che, pur forti di significati latenti, riescono a strappare fragorose risate a ogni tipo di pubblico: un esercizio di stile che andrebbe mostrato nelle scuole di cinema come alternativa al demenziale umorismo imperante che fa leva sulla volgarità. [+]

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achab50 giovedì 27 agosto 2020
il duro confronto con la realtà Valutazione 4 stelle su cinque
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E' un film che segna un nuovo modo di espressione cinematografica, e mi ha ricordato, durante tutto lo sviluppo, la sensazione che ebbi oltre cinquant'anni fa quando vidi Fellini 8 1/2. Può sembrare irriguardoso o semplicemente bizzarro ma ambedue le storie riguardano un personaggio (qui un direttore artistico di un museo, allora un regista) che si trova una realtà in continuo contrasto con la sua visione del mondo e del rapporto con gli altri. La vicenda procede in maniera lineare: un responsabile di museo fa demolire un onesto monumento in bronzo, e relativo basamento, per consentire ad un "artista" di ricavarci un quadrato di 4x4 metri entro cui tutto il bene del mondo, in poche parole, si può trovare. [+]

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noia1 domenica 2 agosto 2020
la visione di un cinico regista. Valutazione 3 stelle su cinque
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  Il direttore di un museo è alle prese con l’allestimento di una nuova opera, intanto tra i suoi collaboratori c’è fermento per la nuova pubblicità atta a rilanciare la reputazione del celebre edificio.

  Film svedese fino al midollo dove i tempi rarefatti ne fanno da padrone, qui c’è una società intera alla berlina, una società all’avanguardia fino all’assurdo più puro tipo il dirigente che in riunione si coccola il figlio neonato, quest’ultimo portato al lavoro con culla e tutto il resto perché giustamente anche la moglie lavora e l’amore di entrambi per il piccolo rende impossibile la presa in considerazione dell’assumere una badante; una Svezia pacata e corretta, che non ha la minima idea di come comportarsi davanti all’imprevisto, che teme lo scomporsi della propria immagine più ancora della figuraccia in sé stessa.

  Un film che ragiona di arte, sul fatto che un’opera valga a prescindere dalla sua presenza o meno in un museo, il ragionamento su un’arte sempre più sensazionalistica e nella quale il filo di collegamento al significato di quell’opera è sempre più labile, quasi forzoso; un’arte paradossalmente intrappolata nei canoni d’un perbenismo che fa a botte col bisogno di sangue popolare di persone che, per salvare quel perbenismo, spesso si ritrovano a fare di peggio, si ritrovano inaspettatamente a fare quelle stesse figuracce che temono come la peste.

  Un’ironia assurda che in fondo è pura e semplice messinscena, una pura e semplice costruzione tanto semplice da diventare irresistibile, incredibile come un dettaglio fuori posto possa essere devastante nella programmatissima realtà di oggi; una realtà talmente programmata da diventare insensata, ci si chiede verso dove stia andando lo scrupoloso protagonista, impeccabile fuori di casa ma che alle figlie capita conceda sfuriate insospettate, chi è veramente il signor Christian?

  The square è pieno zeppo di tematiche collassanti tra loro, un tempo prolungato usato per un’ora e tre quarti in modo ironico, che effetto fa se lo uso per una scena drammatica? Diventa brutale, diventa orrore; un artista morto di fame, cosa succede se lo chiudo in una stanza coi suoi stessi mecenati?

  Un film, arte, che ragiona sull’arte attraverso i suoi stessi meccanismi cinematografici; una società all’avanguardia, quella svedese, che con tutte le sue forze cerca di uscire dai suoi stilemi senza però voler sfigurare: poteva essere un capolavoro.

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alberto pezzi sabato 6 luglio 2019
bellissimo ma forse troppo complicato Valutazione 4 stelle su cinque
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RECENSIRE QUESTO FILM MI RISULTA MOLTO DIFFICILE. HO LETTO VARI SCRITTI, SENTITO MOLTE OPINIONI, MA DEVO DIRE CHE FORSE LA MIA RECENSIONE VA CONTROCORRENTE. QUALCUNO DICE CHE QUESTA PELLICOLA FA MORIRE DALLE RISATE, ALTRI LA DEFINISCONO UNA NOIA MORTALE, TANTI LA CITANO COME CAPOLAVORO. SE DEVO DIRE LA VERITA’, IO NON HO RISO PER NIENTE. ED IL FILM NON E’ STATO NOIOSO. CAPOLAVORO?? SI E NO. “THE SQUARE” E’ CERTAMENTE UN’ OPERA D’ ARTE, DEGNA DI NOTA E MERITEVOLE DI TUTTI I PREMI CHE HA RICEVUTO. CHRISTIAN E’ IL CURATORE DI UN IMPORTANTE MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA DI STOCCOLMA. LA SUA VITA E’ AGIO ALLO STATO PURO: SOLDI, POTERE, NOTORIETA’. [+]

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nigel mansell domenica 13 gennaio 2019
the square di ruben ostlund Valutazione 4 stelle su cinque
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 Creare la società perfetta, rispettosa di tutto e tutti, e poi chiudersi e ghettizzarsi per paura degli altri?
Ascoltare tutti e poi emarginarli per preservare la propria superiorità?
Credere nell’altro ma poi temere di essere indifeso rispetto a lui?
Società apparentemente impeccabili come quelle scandinave e per la precisione quella svedese protagonista della pellicola, devono fare i conti con tutto questo, ma le contraddizioni sono molte e non facili da superare.
The Square ci parla di tutto questo, anche se per noi italiani non è facile comprenderlo a pieno, siamo ancora ben lungi da arrivare ai traguardi delle civiltà del nord dell’Europa. [+]

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domenica 25 novembre 2018
perplessità Valutazione 0 stelle su cinque
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Buonasera. Scrivete: "Dall'idea di un artista viene realizzato un evento in una piazza dove la regola è non avere regole." Non è vero: non è questo il senso di quell'opera. Scrivete anche: "fino a sfociare nel disperato discorso di scuse di Christian a un ragazzino, che diventa sproloquio autoassolutorio, elegia del senso di colpa collettivo." Non è vero: Christian non trova il bambino, quando lo cerca nel condominio in cui dovrebbe abitare. Chi ha scritto questa recensione ha visto il film?

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nelmatt venerdì 24 agosto 2018
un gran film sacrificato per la satira sociale Valutazione 2 stelle su cinque
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La storia parla di tante cose, tutte che ruotano attorno ad un curatore di un museo d'arte, alla sua cerchia sociale e ad una serie di eventi sempre più grotteschi a cui andrà incontro.
Il film per un 1'30h buona (dura due ore e trenta minuti) procede benissimo, ha un atmosfera spettaccolare, una trama intrigante e diverte con situazioni decisamente grottesche e con una satira pungente su una "società modello". Ed è questo il vero fulcro di tutto il film, la satira, e per la maggior parte della visione ne ero entusiasta, però poi ne diventa anche il problema principale. Perché la maggior parte di tutte le situazioni interessanti che si andavano a creare nella prima parte sfociano in una serie di avvenimenti caotici, interi sviluppi della trama che si accumulano e poi si perdono lungo la strada. [+]

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bergat giovedì 31 maggio 2018
chi è quadrato può divenire tondo?
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Non so cosa si sia proposto il regista. Forse credo bonariamente a prendere in giro l'arte moderna contemporanea e non avrebbe certo torto. Dove un Fontana stabilisce con un taglio sulla tela il concetto spaziale, si è andati sempre di più progressivamente a mettere in scena qualsiasi cosa normale, che non ha alcuna valenza per chi l'osserva, o meglio l'unico valore è quello che rappresenta cioè un paio di scarpe usate, dei mucchietti di terra o qualsiasi altra cosa banale come un quadrato dai bordi luminosi. l'artista è tale se con la sua opera trasmette senza aiuti esterni il messaggio che aveva in animo di trasmettere, e non lo sono quindi dei mucchietti di terra o un quadrato, La scelta quindi di Ruben Ostlund è di rappresentare la vacuità, quindi, di una certa arte moderna, e lo fa in maniera sottile facendo assumere al personaggio principale, l'artista del quadrato, rappresentato dall'attore Claes Bang, la parte dello scemo, dello svagato che non si interessa minimamente di un battage pubblicitario per la propria opera, fatto in maniera assurda e disumana da persone fuori di cervello. [+]

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