tarantinofan96
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sabato 15 agosto 2015
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michod nuova promessa del mondo cinema
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Dopo il bellissimo 'Animal Kingdom', Michôd torna a girare una storia di violenza ambientata in un futuro prossimo in cui il degrado e l’anarchia fanno da padroni.
Eric (Guy Pearce) è un uomo alla ricerca di una banda di criminali che gli ha rubato la macchina. Nel corso della sua caccia è accompagnato proprio dal fratello di uno di quegli uomini, interpretato da Robert Pattinson.
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Dopo il bellissimo 'Animal Kingdom', Michôd torna a girare una storia di violenza ambientata in un futuro prossimo in cui il degrado e l’anarchia fanno da padroni.
Eric (Guy Pearce) è un uomo alla ricerca di una banda di criminali che gli ha rubato la macchina. Nel corso della sua caccia è accompagnato proprio dal fratello di uno di quegli uomini, interpretato da Robert Pattinson.
L’ambientazione tipica dei western, sporca e malsana, che caratterizza anche questo film, rende bene l’idea di un mondo popolato da uomini che non hanno più nulla da perdere, disposti a tutto pur di avere anche la più piccola cosa. Per tutta la durata del film seguiamo il protagonista intento a ritrovare l’auto rubatagli, ma non sappiamo perché la rivoglia così tanto fino all’ultima sequenza (una scena che non lascia davvero indifferenti).
La violenza che viene mostrata nel film è cruda, degna di un romanzo di McCarthy, una violenza mai gratuita, in realtà: la freddezza con cui muoiono i personaggi (talvolta anche fuori campo) è sinonimo dell’indifferenza che dilaga in un mondo in cui gli uomini sono abbandonati a se stessi, senza una via di fuga, ma soltanto con un istinto primordiale di sopravvivenza.
Passato forse un po’ troppo inosservato nel nostro paese, The Rover è un film come non se ne vedono spesso. Forse era dai tempi di ‘Non è un paese per vecchi’ o il più recente ‘The Road’ che non si vedeva un film così crudo, in grado di mostrare la violenza dell’uomo con una tale freddezza, senza mai ricorrere ad eccessive dosi di splatter, ma soltanto ad un’ottima messa in scena.
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dave c.j.
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mercoledì 21 ottobre 2015
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michod, tra solitudine e istinti animali
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Il regista australiano David Michod porta sul grande schermo "The Rover", road-movie post apocalittico interpretato da un barbuto Guy Pearce e dal discusso Robert Pattinson. La pellicola si incentra sulla ossessiva ricerca da parte di Eric (Guy Pearce) della sua macchina, a cui il proagonista è morbosamente legato; ad accompagnarlo in questo lungo tragitto il fratello di uno dei rapitori, Rey (Pattinson), anima disturbata e abbandonata al proprio destino dai suoi stessi compagni. In questo film gli aspetti negativi prevalgono su quelli positivi: ciò che dovrebbe fungere da punto di forza e aiutare lo svolgimento del film, ovvero la colonna sonora, raggiunge livelli quasi fastidiosi e non riesce mai a coinvolgere a pieno lo spettatore; nonostante la tematica si presti molto a questo genere di tecniche, emerge poco l'aspetto psicologico dei due protagonisti.
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Il regista australiano David Michod porta sul grande schermo "The Rover", road-movie post apocalittico interpretato da un barbuto Guy Pearce e dal discusso Robert Pattinson. La pellicola si incentra sulla ossessiva ricerca da parte di Eric (Guy Pearce) della sua macchina, a cui il proagonista è morbosamente legato; ad accompagnarlo in questo lungo tragitto il fratello di uno dei rapitori, Rey (Pattinson), anima disturbata e abbandonata al proprio destino dai suoi stessi compagni. In questo film gli aspetti negativi prevalgono su quelli positivi: ciò che dovrebbe fungere da punto di forza e aiutare lo svolgimento del film, ovvero la colonna sonora, raggiunge livelli quasi fastidiosi e non riesce mai a coinvolgere a pieno lo spettatore; nonostante la tematica si presti molto a questo genere di tecniche, emerge poco l'aspetto psicologico dei due protagonisti. Si rimane dunque impietriti ad osservare due uomini diametralmente opposti, spinti da sentimenti contrastanti e apparentemente immotivati rincorrere un obbiettivo che allo spettatore non è chiaro fino alla fine. Ciò che esalta il film è l'ottimo uso della cinematografia: grazie alle riprese sembra di percorrere le tappe del viaggio di Eric e Ray, e i contrasti cromatici rendono piacevole alla vista primi piani e dialoghi ( aimè scarni come l'ambientazione). Degna di nota l'interpretazione di Pattinson, che riesce a strappare momenti di "tenerezza" e simpatia allo spettatore grazie ad un personaggio cucitogli a misura.
Michod vuole mettere a nudo la natura umana in questi scenari futuribili e plausibili, con un retrogusto pessimista e l'idea che nessuno di noi potrà esimersi dal diventare una bestia.. O forse peggio.
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peer gynt
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lunedì 16 novembre 2015
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una piccola luce in un deserto buio e assolato
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Film lento fino al punto da essere quasi noioso, eppure affascinante nella delineazione di un'umanità che si è definitivamente persa in una desolazione materiale e morale, di un'umanità che è tornata alla sua preistoria, e perciò non conosce più cultura, ma solo il mangiare, il bere, il dormire. Hanno un sonno pesante, i personaggi di questo film, sempre sfatti dalla polverosa stanchezza del loro non-vivere, lasciano che succeda loro quello che deve succedere, con un fatalismo passivo da animali che sanno di andare al macello. Solo Eric, il protagonista, l'uomo che va alla disperata ricerca della sua auto, rubatagli da una banda di ladri male in arnese, ha un suo credo, preciso, spietato.
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Film lento fino al punto da essere quasi noioso, eppure affascinante nella delineazione di un'umanità che si è definitivamente persa in una desolazione materiale e morale, di un'umanità che è tornata alla sua preistoria, e perciò non conosce più cultura, ma solo il mangiare, il bere, il dormire. Hanno un sonno pesante, i personaggi di questo film, sempre sfatti dalla polverosa stanchezza del loro non-vivere, lasciano che succeda loro quello che deve succedere, con un fatalismo passivo da animali che sanno di andare al macello. Solo Eric, il protagonista, l'uomo che va alla disperata ricerca della sua auto, rubatagli da una banda di ladri male in arnese, ha un suo credo, preciso, spietato. Lo spettatore scoprirà solo nella scena finale quale sia questa sua ragione di vivere. E anche l'altro personaggio, Rey, il ritardato mentale che Eric trova sul suo cammino, ha un suo perché: è alla ricerca di un padre, di un fratello, qualcuno per cui contare qualcosa. Nell'apocalisse che è già esplosa, che ancora incombe sulla poca umanità rimasta, questi due personaggi (i soli ai quali è rimasta un po' di umanità) sono alla ricerca di qualcosa che li dipinga come lampade accese, nelle quali brilla ancora una luce. Solo uno manterrà accesa la sua luce, quella stessa chiarità che illumina l'ultima, quasi commovente inquadratura.
Recitato benissimo dai due protagonisti (Pearce e Pattinson), è un racconto noioso, per nulla originale, eppure affascinante: misteri del cinema!
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sandrosta
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venerdì 1 maggio 2015
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gran brutto film
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Robert Pattinson ha interpretato il suo personaggio da attore consumato, per usare le parole di un critico, un ruolo alquanto difficile che ha svolto in maniera impeccabile. Ho provato realmente compassione per questo ragazzo con problemi mentali, l'unico essere ad aver ricevuto un po di umanità dal personaggio interpretato da Guy Pearce.
Il film non mi è piaciuto: ha una colonna sonora scarna come i dialoghi, arido, con scene povere di tutto, noioso, (va be che siamo in una zona desertica, ma aggiungici un po di vita, no?). Personaggio interpretato bene a mio avviso, quello della dottoressa,l'attrice Susan Prior, solo non ho capito perché se la prende con il protagonista Eric, invece di maledire gli assassini che le hanno ucciso l'uomo che viveva con lei; la cui morte è stata appena "vendicata" da Eric, dopotutto!
Insomma dopo tutti 'sti ammazzamenti, il protagonista (ha ucciso anche la moglie adultera assieme all'amante), tornato in possesso del suo bolide, dal portabagagli, morto da chissà quando, prende quello che probabilmente era il suo cane, per seppellirlo; delle sue vittime invece, ne fa un falò!
Che razza di film, come se le vicende della vita reale non bastassero, ci pensano registi come Michôd rifarcele vivere anche nella finzione.
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Robert Pattinson ha interpretato il suo personaggio da attore consumato, per usare le parole di un critico, un ruolo alquanto difficile che ha svolto in maniera impeccabile. Ho provato realmente compassione per questo ragazzo con problemi mentali, l'unico essere ad aver ricevuto un po di umanità dal personaggio interpretato da Guy Pearce.
Il film non mi è piaciuto: ha una colonna sonora scarna come i dialoghi, arido, con scene povere di tutto, noioso, (va be che siamo in una zona desertica, ma aggiungici un po di vita, no?). Personaggio interpretato bene a mio avviso, quello della dottoressa,l'attrice Susan Prior, solo non ho capito perché se la prende con il protagonista Eric, invece di maledire gli assassini che le hanno ucciso l'uomo che viveva con lei; la cui morte è stata appena "vendicata" da Eric, dopotutto!
Insomma dopo tutti 'sti ammazzamenti, il protagonista (ha ucciso anche la moglie adultera assieme all'amante), tornato in possesso del suo bolide, dal portabagagli, morto da chissà quando, prende quello che probabilmente era il suo cane, per seppellirlo; delle sue vittime invece, ne fa un falò!
Che razza di film, come se le vicende della vita reale non bastassero, ci pensano registi come Michôd rifarcele vivere anche nella finzione.
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