pinkblack9
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martedì 13 marzo 2018
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te stesso...il gioello più prezioso
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Premetto che trovo assurdo il commento che accompagna questo capolavoro assoluto nella pagina principale. Un opinione probabilmente di una persona che non comprende il significato di questa immensa opera o semplicemente non l'ha neanche vista.... Ma stendiamo un velo pietoso archiviando questa clamorosa defiance che non vale la pena di commentare oltre.
Ma tornando a cose serie. Quest'opera si presenta come un documentario autobiografico con i conseguenti rischi di risultare troppo lento o centralizzato soltanto sul personaggio protagonista di queste vicende. In realtà il documentario è scorrevole per quanto canalizzi un enormità di informazioni che necessitano sicuramente di rivederlo almeno una seconda volta.
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Premetto che trovo assurdo il commento che accompagna questo capolavoro assoluto nella pagina principale. Un opinione probabilmente di una persona che non comprende il significato di questa immensa opera o semplicemente non l'ha neanche vista.... Ma stendiamo un velo pietoso archiviando questa clamorosa defiance che non vale la pena di commentare oltre.
Ma tornando a cose serie. Quest'opera si presenta come un documentario autobiografico con i conseguenti rischi di risultare troppo lento o centralizzato soltanto sul personaggio protagonista di queste vicende. In realtà il documentario è scorrevole per quanto canalizzi un enormità di informazioni che necessitano sicuramente di rivederlo almeno una seconda volta. La profondità e l'attualità degli argomenti trattati sono stati come un incanto inaspettato per me. Un attrazione provocata da concetti di positività e amore per se stessi che sentivo come miei prima ancora che vedessi questo meraviglioso documentario. Come se già fossero assopiti dentro di me...dentro di noi.... Si perchè richiama molto al concetto dell'unità di tutte le specie viventi e della perduta connessione tra gli esseri umani, ma allo stesso tempo affronta principalmente e in maniera chiara e assoluta il concetto della self-ralization. Dunque sii il tuo Dio, fai quel che vuoi quando lo vuoi e comincia a prestare attenzione a goderti il qui e ora partendo da ciò che più conta. Te stesso. Se dai energia a te stesso, potrai darla all'universo intero. Sono fiero di aver avuto il privilegio di arricchirmi con questa opera che rispecchia fedelmente un santo della religione universale. La religione che accomuna tutti e che non è fatta di regole denaro templi o concetti materiali ma di santificazione dell'amore, della natura, della gioia, dell'energia e di tutto ciò di bello che ci circonda e che dobbiamo goderci appieno. La meditazione chiaramente avvicina al modus vivendi che permette di assumere regolarmente questo atteggiamento nei confronti dell'esistenza, rendendolo una cosa inconscia come respirare. Per cui respirate di più e pensate di meno.... L'istinto è la chiave della vita, l'amore è la chiave dell'universo....
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flavio massazza
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sabato 20 febbraio 2016
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un film da vedere
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Martedì scorso a Torino ho visto il film AWAKE, il sentiero della felicità. Sono stato affascinato dal ritmo e dall’equilibrio che le registe sono state in grado di impostare in un film non facile.
Ho letto la critica di Fabrizio Papitto che sicuramente da critico esperto ha saputo trovare dei difetti che la maggior parte del pubblico non ha visto.
Però da spettatore inesperto io ritengo che la bellezza di un film sia determinata dalle emozioni e dai sentimenti che crea nel pubblico e da quanto ho visto negli spettatori e letto nei commenti questo è avvenuto.
Allo stesso modo un messaggio spirituale come quello di Yogananda va recepito nella sua completezza e nel suo valore, nella forza di magnetismo positivo che quell’uomo ha saputo infondere, senza perdersi nella contestazione di dettagli che possono turbare la razionalità di chi non è capace di passare oltre.
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Martedì scorso a Torino ho visto il film AWAKE, il sentiero della felicità. Sono stato affascinato dal ritmo e dall’equilibrio che le registe sono state in grado di impostare in un film non facile.
Ho letto la critica di Fabrizio Papitto che sicuramente da critico esperto ha saputo trovare dei difetti che la maggior parte del pubblico non ha visto.
Però da spettatore inesperto io ritengo che la bellezza di un film sia determinata dalle emozioni e dai sentimenti che crea nel pubblico e da quanto ho visto negli spettatori e letto nei commenti questo è avvenuto.
Allo stesso modo un messaggio spirituale come quello di Yogananda va recepito nella sua completezza e nel suo valore, nella forza di magnetismo positivo che quell’uomo ha saputo infondere, senza perdersi nella contestazione di dettagli che possono turbare la razionalità di chi non è capace di passare oltre.
Penso che in un momento in cui siamo bersagliati da messaggi negativi e di violenza il messaggio di questo Guru così ben rappresentato nel film vada esaltato e amplificato il più possibile evitando sterili critiche senza scopo.
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flavio massazza
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sabato 20 febbraio 2016
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un film da vedere
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Martedì scorso a Torino ho visto il film AWAKE, il sentiero della felicità. Sono stato affascinato dal ritmo e dall’equilibrio che le registe sono state in grado di impostare in un film non facile.
Ho letto la critica di Fabrizio Papitto che sicuramente da critico esperto ha saputo trovare dei difetti che la maggior parte del pubblico non ha visto.
Però da spettatore inesperto io ritengo che la bellezza di un film sia determinata dalle emozioni e dai sentimenti che crea nel pubblico e da quanto ho visto negli spettatori e letto nei commenti questo è avvenuto.
Allo stesso modo un messaggio spirituale come quello di Yogananda va recepito nella sua completezza e nel suo valore, nella forza di magnetismo positivo che quell’uomo ha saputo infondere, senza perdersi nella contestazione di dettagli che possono turbare la razionalità di chi non è capace di passare oltre.
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Martedì scorso a Torino ho visto il film AWAKE, il sentiero della felicità. Sono stato affascinato dal ritmo e dall’equilibrio che le registe sono state in grado di impostare in un film non facile.
Ho letto la critica di Fabrizio Papitto che sicuramente da critico esperto ha saputo trovare dei difetti che la maggior parte del pubblico non ha visto.
Però da spettatore inesperto io ritengo che la bellezza di un film sia determinata dalle emozioni e dai sentimenti che crea nel pubblico e da quanto ho visto negli spettatori e letto nei commenti questo è avvenuto.
Allo stesso modo un messaggio spirituale come quello di Yogananda va recepito nella sua completezza e nel suo valore, nella forza di magnetismo positivo che quell’uomo ha saputo infondere, senza perdersi nella contestazione di dettagli che possono turbare la razionalità di chi non è capace di passare oltre.
Penso che in un momento in cui siamo bersagliati da messaggi negativi e di violenza il messaggio di questo Guru così ben rappresentato nel film vada esaltato e amplificato il più possibile evitando sterili critiche senza scopo.
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stefano capasso
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venerdì 19 febbraio 2016
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la necessità dell'autorealizzazione
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Il sentiero della Felicità è un documentario di Paola di Florio che racconta la vita del maestro yogi indiano Paramahansa Yogananda, che diede un grosso contributo alla diffusione nel mondo del kriya yoga e della meditazione. Fondatore dell’organizzazione Self Realization Fellowship, Yogananda ha insegnato l’amore universale e la necessità della realizzazione personale con le antiche tecniche yogi che riportò alla luce. Il film che ricalca le orme del libro “Autobiografia di uno yogi” scritto dallo stesso Yogananda è realizzato con grande cura e rende facilmente fruibili i contenuti, perché il messaggio spirituale è indirizzato a tutti.
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Il sentiero della Felicità è un documentario di Paola di Florio che racconta la vita del maestro yogi indiano Paramahansa Yogananda, che diede un grosso contributo alla diffusione nel mondo del kriya yoga e della meditazione. Fondatore dell’organizzazione Self Realization Fellowship, Yogananda ha insegnato l’amore universale e la necessità della realizzazione personale con le antiche tecniche yogi che riportò alla luce. Il film che ricalca le orme del libro “Autobiografia di uno yogi” scritto dallo stesso Yogananda è realizzato con grande cura e rende facilmente fruibili i contenuti, perché il messaggio spirituale è indirizzato a tutti. Bel film che fa riflettere sui grandi temi dell’umanità.
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k. s. stanislavskij
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mercoledì 17 febbraio 2016
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da vedere assolutamente
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una boccata d'ossigeno per chiunque voglia sentire il profumo della spiritualità indiana, e per tutti coloro che hanno amato "L'Autobiografia"... molte immagini e video originali che ci svelano la forza di questo uomo con una missione. Molto interessante tutta la vicenda americana... una bella esperienza davvero questo documentario.
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hakkinen
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mercoledì 17 febbraio 2016
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mi sono ricreduto
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Devo ammettere che quando sono entrato in sala ero molto titubante riguardo al personaggio, però dopo aver visto il film mi sono ripromesso che leggerò dei suoi libri per capire meglio la materia. Sono uscito dalla sala incuriosito. Bel film.
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mariagrazia villa
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lunedì 15 febbraio 2016
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il sentiero porta dritto all'anima
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Ho avuto modo di vedere "Il sentiero della felicità" a Roma, durante l'anteprima nazionale del 12 febbraio. È un docu-film di raro magnetismo! Non solo perché narra la vita di Paramahansa Yogananda, una delle figure spirituali più importanti del Novecento, ma anche perché è girato con grande cura e maestria. Ottantasette minuti di ritmo ed emozione. Che arrivano dritti all'anima degli spettatori, non solo al loro sguardo e alla loro mente. Il film restituisce alla perfezione il grande carisma umano del Maestro indiano, capace di rapire anche chi non ne sappia nulla di meditazione, grazie alla passione e all'intelligernza estetica delle due registe.
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Ho avuto modo di vedere "Il sentiero della felicità" a Roma, durante l'anteprima nazionale del 12 febbraio. È un docu-film di raro magnetismo! Non solo perché narra la vita di Paramahansa Yogananda, una delle figure spirituali più importanti del Novecento, ma anche perché è girato con grande cura e maestria. Ottantasette minuti di ritmo ed emozione. Che arrivano dritti all'anima degli spettatori, non solo al loro sguardo e alla loro mente. Il film restituisce alla perfezione il grande carisma umano del Maestro indiano, capace di rapire anche chi non ne sappia nulla di meditazione, grazie alla passione e all'intelligernza estetica delle due registe. Complimenti al Guru che ha portato lo yoga in Occidente (i suoi occhi bucano letteralmente lo schermo), ma complimenti anche a Paola di Florio e Lisa Leeman per l'ottimo lavoro creativo.
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mariagrazia villa
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lunedì 15 febbraio 2016
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dritto all'anima degli spettatori
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Ho visto "Il sentiero della felicità" all'anteprima nazionale a Roma il 12 febbraio. È un docu-film di raro magnetismo! Non solo perché racconta la vita e gli insegnamenti di Paramahansa Yogananda, considerato una delle figure spirituali più importanti del XX secolo, oltre che il padre dello Yoga in Occidente, ma anche perché il film è stato girato con maestria ed entusiasmo. Ottantasette minuti che non perdono mai di suggestione e di ritmo. E che arrivano all'anima degli spettatori, non solo al loro sguardo e alla loro mente. Da vedere assolutamente: al misticismo del personaggio raccontato, capace di rapire anche chi non ne sappia nulla di yoga e meditazione (non a caso, ho sentito dire che il produttore del film ha deciso di diventare discepolo di Yogananda, una volta finite le riprese), la pellicola sa unire la bellezza di un prodotto cinematografico davvero ben costruito.
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Ho visto "Il sentiero della felicità" all'anteprima nazionale a Roma il 12 febbraio. È un docu-film di raro magnetismo! Non solo perché racconta la vita e gli insegnamenti di Paramahansa Yogananda, considerato una delle figure spirituali più importanti del XX secolo, oltre che il padre dello Yoga in Occidente, ma anche perché il film è stato girato con maestria ed entusiasmo. Ottantasette minuti che non perdono mai di suggestione e di ritmo. E che arrivano all'anima degli spettatori, non solo al loro sguardo e alla loro mente. Da vedere assolutamente: al misticismo del personaggio raccontato, capace di rapire anche chi non ne sappia nulla di yoga e meditazione (non a caso, ho sentito dire che il produttore del film ha deciso di diventare discepolo di Yogananda, una volta finite le riprese), la pellicola sa unire la bellezza di un prodotto cinematografico davvero ben costruito. Complimenti a questo Guru indiano (ha occhi che bucano letteralmente lo schermo), dunque, ma anche alle registe Paola di Florio e Lisa Leeman, che hanno intrapreso un viaggio creativo, rendendolo carismatico.
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red screen
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domenica 14 febbraio 2016
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il guru venuto dall'india
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Ho visto l’anteprima di “Il Sentiero della Felicità” a Roma e mi è piaciuta moltissimo. Il film ha tre narrazioni in contemporanea: traccia la vita di Paramahansa Yogananda, il guru indiano che portò per primo il Kriya Yoga nell’Occidente negli anni 20. In parallelo con questo racconto di una vita movimentata, ci sono testimonianze di personaggi di tante parti diverse del mondo, da George Harrison ad Oppenheimer, che testimoniano l’importanza nella loro vita del pensiero di Yogananda.
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Ho visto l’anteprima di “Il Sentiero della Felicità” a Roma e mi è piaciuta moltissimo. Il film ha tre narrazioni in contemporanea: traccia la vita di Paramahansa Yogananda, il guru indiano che portò per primo il Kriya Yoga nell’Occidente negli anni 20. In parallelo con questo racconto di una vita movimentata, ci sono testimonianze di personaggi di tante parti diverse del mondo, da George Harrison ad Oppenheimer, che testimoniano l’importanza nella loro vita del pensiero di Yogananda. Ci sono inoltre interviste con scienziati e fisici moderni che testimoniano come alcune delle intuizioni sullo yoga e sull'energia vitale di Yogananda siano poi state riscontrate dalla scienza moderna.
Queste diverse dimensioni movimentano il film e lo rendono molto interessante. Il film ha inoltre un lato folcloristico con il suo arrivo l’arrivo negli Stati Uniti (con un look ed un abbigliamento assolutamente anomalo per l'epoca) e si tinge di giallo nella fase in cui si cerca di rendergli la permanenza impossibile negli Stati Uniti, qualche anno dopo.
Girato con sapienza e delicatezza. Un film che fa riflettere sulla dubbia qualità delle nostre vite materialistiche. Da non perdere.
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alessandra dechigi
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venerdì 12 febbraio 2016
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da non perdere!
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Bellissimo. Assolutamente da vedere. Denso, coinvolgente, rigoroso e illuminante.
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